In questi giorni è in corso la ventesima edizione del Trieste + Science Fiction Festival.
Tra i film presentati vi è Alone, una pellicola che viene presentata come sci-fi/horror ma ha anche molto di romantico.
La pellicola è girata da Johnny Martin, qui alle prese con il suo secondo film, è dal 2017 infatti che siede dietro la macchina da presa prima infatti era noto per il suo lavoro di stuntman.
In Alone sono tre i personaggi più importanti e vengono interpretati da Tyler Posey, noto al grande pubblico per il ruolo di Scott McCall in Teen Wolf (visto anche nell’horror Obbligo o Verità), Summer Spiro (vista in Westworld) e il grandissimo Donald Sutherland.
Il film è ambientato durante un’epidemia zombie.
Trama
Il protagonista, Aidan, si sveglia una mattina e presto si rende conto che c’è qualcosa che non va.
Un virus ha iniziato a diffondersi tra la popolazione. Coloro i quali vengono contagiati iniziano ad avere sintomi come paranoia, occhi inniettati di sangue, e per finire fame di carne umana. Questi zombie, chiamati urlatori, hanno la caratteristica di ripetere le ultime parole pronunciate da vivi.
Aidan, si ritrova costretto nel suo appartamento, con lo scorrere dei giorni inizia a subire la solitudine.
Per cercare di non impazzire inizia a registrare dei vlog che però deve presto interrompere in quanto l’elettricità va via completamente.
In un momento di massima esasperazione Aidan si accorge che nell’appartamento di fronte al suo vive una ragazza non contagiata, Eva.
Tra i due inizia subito un rapporto.
Quando le risorse iniziano a scarseggiare Aidan decide di afforntare il pericolo e di uscire alla ricerca di cibo.
Recensione
Il film è abbastanza sterile. Non riesce a intrattenere. Gli zombie non fanno paura; si vedono ben poco il che per un film su un apocalisse zombie non è da considerarsi un fattore positivo.
I protagonisti sono mal caratterizzati, bidimensionali e non riescono a farsi amare dagli spettatori.
La storia d’amore è scontata, banale e poco plausibile, non credo che molte persone rischierebbero la propria vita per un individuo conosciuto il giorno prima.
Sul piano registico si nota la poca esperienza di Martin che non riesce a donare alla pellicola un ritmo interessante.
Anche il comparto fotografico non riesce a risaltare in una pellicola che di positivo ha solo la breve interpretazione di Donald Sutherland.
Conclusione
La pellicola è da considerarsi un flop. Si salva solo l’interpretazione di Sutherland. Il film non solo non spaventa ma annoia anche. Forse l’intento del regista era quello di creare una grande storia d’amore e non il terrorizzare lo spettatore ma anche se il suo scopo fosse stato quello non dovrebbe essere soddisfatto del risultato in quanto risulta inconcludente.