Il 24 Settembre 1982 usciva negli Stati Uniti “Amityville II: The Possession”di Damiano Damiani, arrivato in Italia come “Amityville Possession”. Nonostante il titolo faccia pensare ad un sequel, la pellicola costituisce in verità un prequel ad “Amityville Horror” e si ispira al reale massacro della famiglia DeFeo, avvenuto il 13 Novembre 1974.

TRAMA

La famiglia Montelli si trasferisce nell’ormai famosa abitazione al 112 di Ocean Avenue, nel Long Island. L’idilio familiare è ben presto spezzato da una serie di inspiegabili e sinistri avvenimenti. Come se ciò non bastasse, il signor Montelli inizia a manifestare improvvise esplosioni di rabbia mentre il figlio maggiore, Sonny, comincia ad udire un’inquietante voce e mostrare attrazione fisica verso la sorella Patricia. La famiglia decide di contattare un prete, padre Adamsky, il cui intervento non sarà però sufficiente a scongiurare il peggio: una notte, imbracciato un fucile, Sonny ucciderà i genitori e i fratelli. Adamsky decide di indagare sull’avvenimento, sospettando che il giovane abbia agito sotto il controllo di un’entità demoniaca.

RECENSIONE

“Amityville Possession” non gode né della notorietà né dell’apprezzamento del suo predecessore, eppure è un film riuscito sotto diversi punti di vista. La pellicola può essere divisa in due parti: nella prima vengono seguiti gli stilemi della “ghost story”, focalizzandosi sui misteriosi fenomeni che avvengono nella villa, mentre nella seconda il film vira sul tema della possessione demoniaca, molto in voga in quegli anni. Il film non punta quasi mai a spaventare, non presentando alcuno jumpscare, bensì ad instillare un senso di malessere crescente nello spettatore,che viene costretto ad assistere impotente alla distruzione di una famiglia. In un certo senso padre Adamsky è la controparte di noi che guardiamo il film, seguendo anch’egli le sventure dei Montelli senza riuscire a fare nulla prima che avvenga il peggio. La sua decisione di indagare su Sonny appare motivata in primis dal senso di colpa (in una scena affermerà proprio “mi sento responsabile”), rendendolo un personaggio estremamente umano e verso cui è impossibile non empatizzare. La critica che più spesso viene mossa al film riguarda la seconda parte, che a detta di molti costituisce una semplice copia de “L’esorcista”. In effetti sono diverse le sequenze che ricordano palesemente la famosissima pellicola di Friedkin, ma ci sono anche alcune differenze. La più rilevante riguarda Sonny, che non è costantemente posseduto dall’entità demoniaca, come succedeva alla piccola Regan McNeil, ma presenta diversi momenti di lucidità durante i quali non ricorda nulla delle terribili azioni commesse.

Dal punto di vista tecnico, “Amityville Possession” può vantare una fotografia davvero azzeccata, tendente a tonalità fredde e cupe, e un’ottima colonna sonora, che arricchisce le vicende con un ulteriore tocco di inquietudine. Anche per quanto riguarda la regia troviamo alcune scene decisamente valide. Degno di menione è l’utilizzo di una ripresa in soggettiva (in maniera simile a quanto avveniva ne “La Casa”) per rappresentare il demone intento ad inseguire Sonny nelle varie stanze della casa. Un ulteriore plauso va agli effetti speciali di John Caglione (famoso per aver realizzato il make-up di Heath Ledger ne “Il cavaliere Oscuro”), che ci regalano una scena di esorcismo davvero memorabile. L’unico vero punto debole del film riguarda la recitazione di alcuni attori, in particolare i più giovani, che non risulta sempre convincente.

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