Anime smarrite – Un film perduto
Che pessima reputazione hanno, di solito, i film tv. Soprattutto nell’ambito del genere horror. Scarso budget, recitazione di basso rango, effetti speciali che di speciale hanno poco. Per questi motivi non ci si deve stupire di come centinaia di film siano ormai finiti nel profondo oblio, rimanendo negli archivi di certe reti televisive che non hanno -nè avranno- necessità (e nemmeno pietà) di metterli in onda. Ed un simile destino è stato quello del titolo che oggi ci apprestiamo dissotterrare dalle sabbie della dimenticanza che lo intrappolano da tanti anni..
Si tratta di Anime smarrite, film tv del 1993 prodotto dal network Showtime (gli stessi che, in tempi più recenti, hanno fatto il glorioso miracolo di convincere Lynch e produrre Twin Peaks – Stagione 3) che è uscito in Italia con un titolo che non traduce alla lettera gli originali. Si, titoli originali, al plurale. Già qui la prima stranezza, perchè navigando online si scopre che questo film è stato distribuito come They, come They Watch, come Children of the Myst (e stiamo citando solo i titoli anglofoni).
Anime smarrite è diretto da John Korty, un regista che, pur avendo lavorato quasi prettamente nell’ambito televisivo, è riuscito addirittura a vincere un premio Oscar, quello nella categoria Miglior Documentario per il suo Who Are the DeBolts? And Where Did They Get Nineteen Kids? uscito nel 1977. Se questo primo dettaglio vi ha incuriosito non vi lascia indifferenti, vi stupirete a scoprire che nel film è coinvolta una grande attrice come Vanessa Redgrave, detentrice di sei candidature e anch’essa vincitrice di un Oscar, l’anno successivo al sopracitato, grazie alla sua interpretazione in Giulia, trofeo che ha aggiunto alla propria collezione insieme ai due Golden Globe, un BAFTA (alla carriera), uno Screen Actors Guild Award, due Emmy, due Prix a Cannes e una Coppa Volpi a Venezia. E se non fosse abbastanza, aggiungiamo a questi interessanti palmares anche l’Emmy per la serie Un medico tra gli orsi (Northern Exposure) vinto da Valerie Mahaffey, altra interprete presente nel film, molto nota anche tra gli spettatori seriali per i suoi ruoli in Young Sheldon, Desperate Housewives, E.R. – Medici in prima linea, Glee, Hannah Montana).
Anime smarrite, la trama
In Anime smarrite la Mahaffey interpreta Chris, la moglie di Mark (il Patrick Bergin di A letto con il nemico, giochi di potere), un uomo così impegnato nel lavoro al punto da trascurare la sua famiglia e le attenzioni per le due figlie. Purtroppo si accorge di queste sue mancanze troppo tardi, quando è costretto ad affrontare una vera tragedia. Dopo lo spettacolo di fine anno della figlia più grande (a cui non è riuscito a partecipare), la macchina con cui tornavano a casa la moglie e le figlie è coinvolta in un brutto incidente nel quale Nikki perde la vita. I sensi di colpa del padre prendono il sopravvento. E’ distrutto, il mondo gli crolla addosso.
Dopo un periodo di riflessione, con l’autoconvincimento che sia il momento di voltare pagina e non continuare vivere nel dolore, accade qualcosa di curioso, misterioso, inaspettato. Mark nota nella vetrina di un negozio di antiquariato una cornice contenente la fotografia di una grande villa immersa nel verde. La stessa villa, con i medesimi dettagli di finestre, veranda e pozzo, che sua figlia Nikki aveva ritratto, prima di andarsene, in un disegno che Mark conservava come uno degli ultimi ricordi di lei. Una strana coincidenza che ridà a Mark una speranza nuova ed una missione: quella di andare a cercare quel luogo, ignaro di ciò che vi troverà, ma desideroso di spingersi in quest’avventura, per amore della figlia..
Il film è basato su un racconto breve dei primi del 1900 dell’autore Rudyard Kipling e presenta un plot in cui è centrale un clichè piuttosto abusato negli anni 90, quello del padre assenteista che cerca in extremis il perdono del figlio. Sin dall’inizio si è immersi in una drammaticità e un pathos tragico tali da non far immaginare allo spettatore le sequenze inquietanti (e horror!) a cui si troverà davanti. Un’atmosfera dolorsa che fa empatizzare con la situazione di questa famiglia, col padre in particolare, che ricorda in qualche modo il mood di partenza di classici come The Changeling, A Venezia.. Un dicembre rosso shocking e Pet Sematary. La tristezza viene ancor più evidenziata dall’accompgnamento musicale del film, più di una soundtrack, costante in tutte le scene chiave del film dall’inizio alla fine il film, con il piano che compone note che sprigionano malinconia. Non che sia un caso isolato, anche in questo: ci tengo a sottolineare come molti film televisivi degli anni 90, più puramente horror di questo, abbiano delle colonne sonore veramente notevoli, che pur non essendo diventate iconiche, avevano un’intrinseca possibilità di esserlo. Cito, per egeuale malinconia suscitata nel sottoscritto, l’ost del sottovalutato La casa dell’orco e di Per sempre, entrambi di Lamberto Bava.
Allontanatosi dalla moglie e dall’unica figlia che gli rimane, Mark indaga, si mette alla guida in solitaria e arriva alla tenuta, quella della fotografia, quella del disegno della figlia. E lì trova Florence, una vecchia signora (Vanessa Redgrave), cieca, che ci vive da sola… o forse non è del tutto così? Perché quest’affabile e misteriosa donna, che si mostra subito gentile e ospitale con Mark, gli rivela di avere la capacità di vedere le anime dei bambini defunti, inclusa sua figlia recentemente morta. Queste anime smarrite la vengono a trovare, nelle stanze della sua casa, corrono per il giardino, fino al momento in cui non si libereranno dal peso che le tiene ancorati sulla terra che per volare via..
Mark è confuso. Non sa se credere o no alle parola di Florence, ma quando gli sembra di scorgere la sua Nikki vuole inseguirla finchè non avrà un’ultima possibilità di incontrarla. Mark fugge, ci ripensa, torna e così via, tanto desideroso di un ultimo contatto con Nikki quanto spaventato dall’idea di affrontare quello che sarebbe uno spirito ultraterreno..
La bambina gufo
Non vi sveleremo la parte finale del film, forse vi abbiamo già svelato fin troppo della trama stessa. Ma dobbiamo ancora affrontare il motivo principale che ci ha spinto a dedicare ad Anime smarrite questo articolo. LEI. La bambina gufo.. Chi è non ve lo diciamo. Ma sappiate che è quando compare sorprende ed inquieta, è protagonista di alcuni momenti inquietanti, ed è la fonte di jump-scare (televisivi!) inaspettati. Di seguito trovate un piccolo assaggio, tratto dalla scena in cui Mark scorge figure di bambini nei dintorni della villa di Florence..
Anime smarrite è certamente un film malinconico, il cui tema principale, l’espiazione del dolore ed il superamento di una perdita traumatica, viene portato in scena con una sceneggiatura dalle tinte mistery che vi affascinerà! Ah, sempre che riusciate a recuperarlo..
Leggi anche -> Il Tunnel dell’Orrore, dal libro di Koontz al film di Hooper