Arriva sul grande schermo un nuovo capitolo del The Conjuring Universe: Annabelle 3.
Scritto a quattro mani da James Wan (creatore del malevolo universo) e Gary Dauberman, sceneggiatore anche dei precedenti capitoli, con Annabelle 3 Gary apre la sua carriera da regista: nonostante sia la prima volta dietro la cinepresa, si dimostrerà capace di raggiungere il livello delle precedenti opere.
Si prospetta una saga in crescendo, infatti in questo nuovo film troveremo Annabelle molto più cattiva e spaventosa.
Il film è ambientato nel 1971, quindi facendo riferimento alla timeline del Conjuring Universe si colloca fra The Conjuring (2013) e La Llorona – Le lacrime del male (2019), non mancheranno le citazioni a queste pellicole così come a The Nun – La vocazione del male (2018) e al secondo capitolo di Annabelle; inoltre sviluppandosi principalmente all’interno della casa dei coniugi Warren avremo modo di conoscere anche nuovi spiriti e demoni che abitano il loro museo degli orrori.
Nonostante i richiami alle opere precedenti, il film è alla portata anche dei novizi della saga aprendosi con una breve introduzione su come i coniugi siano entrati in possesso della bambola demoniaca e spiegando brevemente il perché non debba assolutamente uscire dalla sua teca.
Questa volta avremo un nuovo punto di vista sui due demonologi: la protagonista della pellicola è loro figlia Judy Warren (Mckenna Grace). Nei film precedenti aveva avuto solo il ruolo della comparsa, una ragazzina di 10 anni che a causa del lavoro dei genitori viene isolata dai suoi coetanei: questa volta si rivelerà molto matura per la sua età e con una particolare sensibilità dovuta ad una sua capacità speciale.
Ed e Lorraine Warren (come sempre interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga) saranno poco presenti sullo schermo, infatti dovranno partire per lavorare su un caso e lasceranno la loro figlia insieme alla babysitter Mary Ellen (Madison Iseman, protagonista in Piccoli Brividi 2); a loro due si unirà la sua amica Daniela (Katie Sarife) che però andrà in quella casa per uno scopo ben preciso.
I pericoli inizieranno quando la teca in cui viene contenuta Annabelle verrà aperta e non solo verrà liberato il demone, ma quest’ultimo sveglierà anche gli altri spiriti all’interno del museo, dando il via così ad una notte da incubo per le tre protagoniste.
È un film leggermente diverso dai precedenti capitoli, ma in positivo: fin dalle prime scene Dauberman riuscirà a tenere con il fiato sospeso lo spettatore, grazie a giochi di climax e anticlimax, passando per diversi sottogeneri dell’horror. Nonostante qualche scena possa apparire come un cliché del genere non risulterà mai banale, soprattutto non vi è un abuso di jumpscare e i brevi momenti comici sono funzionali ai giochi di tensione del regista. Scopo ultimo del film è quello di indirizzarci verso un’intensa riflessione sul tema del lutto.
Se risvegli lei, risvegli tutti.