Datato 2018 ma uscito per ora solo nel circuito dei festival, Aquarius Visionarius – Il cinema di Michele Soavi è un documentario di Claudio Lattanzi, veterano del “genere” italico, di recente tornato al lungometraggio anche con l’horror Everybloody’s End.
Schietto, essenziale a assolutamente coinvolgente, il documentario si avvale di prestigiose testimonianze (Argento, Stivaletti, Placido e tanti altri) ma soprattutto contiene una bella intervista a Soavi stesso, che ci racconta la meravigliosa avventura che l’ha visto passare da aspirante attore a regista tra i più talentuosi del panorama italiano.
Personaggio sfuggente e di poche parole (pubbliche) Soavi emerge in tutta la sua meticolosità e nel rigore del suo approccio alla settima arte, nella quale ha saputo esprimere come pochi un tocco visionario e personalissimo, lontano dai manierismi e dai luoghi comuni.
Lattanzi dirige il tutto con intelligenza e garbo. Dosando con perizia le interviste e il gustoso materiale di repertorio del quale è in possesso, ci regala un vivido e sentito ritratto a tutto tondo di Soavi.
Una carrellata essenziale dei lavori cinematografici e televisivi del regista, all’interno della quale ritaglia lo spazio per gustosi aneddoti e riflessioni su quanto il suo cinema abbia contribuito ad una evoluzione dell’horror nostrano e forse ne abbia addirittura celebrato la fine.
Un esempio su tutti Dellamorte Dellamore, che con la sua carica sovversiva (figlia anche dell’esperienza sui set di Terry Gilliam) viene indicato addirittura come la “pietra tombale” dell’horror italiano.
Non resta che augurarsi una prossima distribuzione di Aquarius Visionarius, un documento utilissimo ed opportuno per approcciarsi ad un autore mai abbastanza trattato, che ha saputo sfruttare i mezzi più disparati (il cinema prima e la televisione poi) per raccontarci le sue visioni.