Il ritorno in grande stile di Zack Snyder nel mondo degli zombi: Army of the Dead è stato rilasciato su Netflix e nulla sarà come prima!
C’era grandissima attesa per l’uscita in streaming del nuovo film di Zack Snyder. Un progetto a cui il regista ha creduto sin dal primo momento e che ha avuto la possibilità di realizzare nel pieno della sua visione creativa, grazie anche alla carta bianca datagli da Netflix. Sicuramente l’idea di ambientare uno zombie movie nella città del vizio e del gioco d’azzardo, è stato un forte stimolo creativo per il regista del Wisconsin. Snyder che, proprio nel 2004, aveva esordito con una nuova versione de L’Alba dei Morti Viventi, dando nuova linfa al genere; con Army of the Dead tornerà a cambiare le regole e la sua visione dei morti viventi.
Una pazza rapina in una folle città
Army of the Dead unisce il sottogenere zombie movie ai più classici heist movie, i film sulle grandi rapine. Dopo aver assistito ad un prologo che ci spiega come è iniziato il contagio a Las Vegas, complici anche gli stupendi titoli di testa, veniamo immersi nell’azione. Dopo che la città è stata sigillata, Hunter Bly ingaggia l’esperto Scott Ward (Dave Bautista) perché raduni una squadra di mercenari pronti a infiltrarsi lì dentro. L’obbiettivo è il contenuto in dollari di una cassaforte nascosta sotto un casinò ormai abbandonato. La squadra avrà però poche ore: perché il Presidente ha deciso di usare un ordigno atomico per distruggere Las Vegas e tutti i non morti.
Nei pressi della città si trova anche un accampamento di rifugiati, a dare loro una mano anche Kate, figliastra di Scott. Per una serie di decisioni, seguirà il padre e la sua squadra nella pericolosa missione. Nel gruppo spiccano molto anche Vanderohe (Omari Hardwick), un mercenario armato di sega circolare ed esperto cacciatore.
Altra risorsa importante è anche Ludwig Dieter (Matthias Schweighöfer), lo scassinatore che permetterà alla squadra di recuperare il bottino. Il rapporto che si instaurerà con Vanderohe risulta riuscito, con il secondo a fare da chioccia al ragazzo.
Un vero Regno di non morti
Uno degli aspetti più interessanti di Army of the Dead è l’ennesima nuova visione che viene data dello zombi. Snyder ci propone un’evoluzione dal classico morto vivente ciondolante affamato di cervello umano. Alcuni di questi zombi sono consapevoli delle loro azioni e, sotto la guida del loro capo Zeus, hanno formato una vera e propria civiltà.
Il nome non è stato scelto a caso, proprio perché il rifugio di questi Alpha (cosi si chiama questa specie) è proprio il casinò Olympus. In realtà nel prologo scopriamo che Zeus è proprio il paziente zero che ha dato il via all’epidemia. Tutti quelli morsi da lui diventano degli Alpha, mentre gli altri sono semplici zombi. Accanto al re non poteva non sedere una Regina, vero interesse amoroso di Zeus ed abile cacciatrice.
A sorvegliare i confini di questo Regno auto costituitosi viene mandata la letale Valentine, una tigre zombi! Un elemento tanto assurdo quanto azzeccato visto il tono sopra le righe del film.
Snyder crea quindi un vero rinascimento per la figura del morto vivente. Probabilmente una nuova visione anche per altri autori, oltre che un ottimo starting point per questo suo nuovo universo narrativo.
Unire orrore ed intrattenimento
Il più grosso pregio di Army of the Dead è nello stile di Snyder di aver creato un film che gioca con l’horror ma essendo di base un prodotto di puro e semplice intrattenimento per tutti. L’ironia è presente ma non risulta mai troppo fuori luogo. Inoltre anche gli amanti dello splatter gradiranno litri di sangue e teste esplose. Insomma un ottimo compromesso che riecheggia un modo di fare cinema ormai relegato al passato.
Snyder riesce anche ad evitare tanti manierismi che ne hanno contraddistinto lo stile. Primo fra tutto l’uso dello slow motion, qui quasi non è presente ma solo accennato, inoltre la fotografia non è scura e desaturata ma accesa come il caldo deserto del Nevada.
Grandi meriti vanno anche al reparto effetti speciali, la maggior parte dei quali frutto di ore di make up. Consiglio la visione del dietro le quinte che trovate sempre su Netflix, per comprendere al meglio il grande lavoro dei truccatori. Anche dove viene usata la CGI si riesce a mantenere un’elevata dose di realismo. Il tutto confezionato da una regia sapiente, che riesce a non perdersi nemmeno nei momenti di azione più frenetica. A chiudere il tutto la sempre puntuale colonna sonora di Tom Holkenborg. Tra tutte ho molto apprezzato, sul finale, la scelta di inserire Zombie dei Cranberries: semplice e geniale omaggio anche a Dolores O’Riordan.
Army of the Dead è un film che riesce ad intrattenere ma anche a creare qualcosa di nuovo in questo sottogenere. Un ottimo punto di partenza in attesa del futuro film prequel e della serie animata che andranno ad espandere questo nuovo franchise Netflix in un Mondo popolato da morti viventi
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