Dopo Bodies bodies bodies, la regista olandese Halina Reijn esordisce alla Mostra del cinema di Venezia con Babygirl, grazie al quale abbiamo visto Nicole Kidman ricevere il premio Coppa Volpi come migliore attrice. Avendo avuto la possibilità di vedere in anteprima questo nuovo lavoro a tinte erotiche della regista, ve ne parliamo un po’ in anticipo rispetto alla data d’uscita.

Trama

Romy è una donna che eccelle in tutti i campi in cui ci si possa impegnare: ha una splendida famiglia ed è CEO di un’azienda di robotica. É forte, ha successo e tutto segue la linea di una vita perfetta, fino a che non si ritrova a fare da mentore ad uno dei nuovi stagisti dell’azienda. Questa scelta la porterà infatti a scoprire degli aspetti di sé stessa che fino a quel momento non aveva avuto modo di conoscere.

Il film è targato A24 ed è scritto e diretto dalla stessa Halina Reijn. Vede nel cast, oltre ai grandi nomi di Kidman e Banderas, anche le più recenti star Sophie Wilde (Talk to me) e Harris Dickinson (Triangle of Sadness). Per ora non abbiamo una data di uscita ufficiale italiana, ma sappiamo che uscirà nelle sale americane il 25 dicembre di quest’anno. Lo vedremo quindi girare intorno al tema della scoperta riguardante la sessualità femminile, un tema coraggioso che aspettavamo da tempo sul grande schermo e che la regista ha confermato apertamente: nello specifico si parla del fenomeno sociale chiamato orgasm gap.

Cos’è l’orgasm gap?

Non lasciatevi quindi ingannare da uno sguardo che tende a rimanere a galla; non si parla esclusivamente di tradimenti e triangoli. Lasciatevi invece trascinare dall’interessante tendenza della regista di mettere sotto i riflettori le disparità che se in Bodies bodies bodies erano di classe, in Babygirl sono di genere. L’orgasm gap (o pleasure gap) infatti è un termine figlio di decenni di studi che evidenziano una crepa nella visione della sessualità maschile e femminile e si riferisce, a livelli più che altro quantitativi, dell’esperienza dell’orgasmo. Sembra infatti confermato che le donne ne segnalino una bassa frequenza durante i rapporti sessuali con gli uomini e se mettiamo le percentuali a confronto ci si scontra con un divertentissimo 30% vs 90%. Le ipotetiche cause sono multiple: si passa dall’orientamento sessuale al ‘sessismo scientifico’; dalla lacuna educativa alla pornografia. La poca attenzione alla clitoride nel corso della storia dell’uomo ha portato quindi a quello che possiamo evidentemente definire come uno spacco, un divario, un gap.

Personaggi ben studiati

Tornando al film, la freschezza della sceneggiatura porta facilmente a notare quanto siano stratificate ed intense le storie dei personaggi. Romy ha più di una motivazione per i suoi desideri e lo possiamo intuire anche da come si comporta nella vita, a lavoro. Il giovane Samuel (Harry Dickinson) è un ragazzo che vive di curiosità e nella storia lo vedremo esplorare con prove ed errori i desideri di chi gli sta intorno. Di rilievo sono anche le scelte fatte per il personaggio del marito Jacob (Antonio Banderas): quest’ultimo non viene attaccato in nessun modo della regista. Questa lo presenta con tratti più tendenti all’ingenuità che all’egoismo, e spiegando quanto sia dolce e innamorato della moglie fa trasparire il desiderio di un’apertura ad un dialogo senza scontri con il mondo maschile riguardo a questo delicato argomento. Un atteggiamento per niente scontato.

In conclusione Babygirl è brillante, scioccante e divertente come pochi negli ultimi anni. Un film erotico che spero risuonerà nelle donne di oggi come ha risuonato nel pubblico delle sale veneziane, affrontando un tema ben preciso e molto adatto ai nostri tempi.

Classificazione: 3.5 su 5.

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