Esattamente 24 anni fa usciva anche in Italia Braindead, da noi ribattezzato Splatters – Gli schizzacervelli. Il 17 agosto 1995 Peter Jackson ci regalava un film folle e sanguinario, oggi diventato un assoluto cult del genere horror.
Forse molti di voi non lo conosceranno o lo avranno solo sentito nominare, allora quale occasione migliore dell’anniversario della sua uscita nel nostro Paese per recuperare il terzo lungometraggio del regista neozelandese. Peter Jackson approdò al cinema proprio grazie a produzioni indipendenti neozelandesi di stampo horror, che riuscirono ad attirare in seguito l’attenzione di Hollywood. Il regista, dopo l’ottimo esordio fantascientifico a tinte horror di Bad Taste e la parentesi comico – grottesco con Meet the Feebles, approda allo splatter contagioso di Braindead. Anche in questo film ritroviamo le caratteristiche tipiche del primo Jackson: ambientazione neozelandese ed utilizzo di effetti speciali molto ben curati. Notevole anche l’utilizzo della stop-motion in alcune scene iconiche della pellicola, che evidenziano il profondo amore di Jackson per un modo di fare film che stava piano piano scomparendo.
Amore materno e scimmie-ratto contagiose
La storia si svolge nel 1957 a Wellington dove vive il giovane Lionel Cosgrove insieme all’anziana madre, la nobile vedova Vera. Alcuni giorni prima degli esploratori avevano catturato nei pressi di Sumatra, nella fittizia Skull Island che gli appassionati di King Kong conosceranno molto bene, una scimmia-ratto molto pericolosa. Infatti l’esploratore che la catturò morì in seguito ai morsi dell’animale, ma gli altri membri riuscirono a portare il mammifero allo zoo di Wellington. La giovane proprietaria dell’emporio locale, Paquita Sanchez, dopo che sua nonna le ha letto i tarocchi, capisce che il suo destino è di stare con l’impacciato Lionel. Vera si metterà subito contro questa relazione, arrivando a pedinare il figlio mentre ha un appuntamento con Paquita. Ed è proprio allo zoo che Vera verrà morsa dalla scimmia-ratto, durante il suo appostamento.
L’appuntamento viene così bruscamente interrotto e Lionel riporta a casa l’anziana madre ferita, dopo che questa è riuscita anche ad uccidere l’animale. Da questo momento la situazione precipiterà sempre di più: la ferita di Vera peggiorerà al punto di far regredire le funzioni motorie e verbali della donna ed il rapporto tra i due giovani amanti si prenderà una pausa. L’infezione porterà Vera alla morte, ma la donna si risveglierà assetata di sangue e carne. Lionel cercherà di nascondere la madre in cantina, ma riuscirà a scappare in città dando inizio ad un contagio inarrestabile. Quando anche Paquita scoprirà la verità su quanto accade, aiuterà Lionel e lo zio Les a fermare l’invasione tra arti e teste mozzate.
Risate, splatter e 500 litri di sangue
Peter Jackson si è divertito molto nel realizzare questo film, ha potuto dare sfogo creativo ai racconti di orrore e mistero che tanto amava da bambino. Il suo rimane un omaggio sincero ai grandi effetti speciali e di prostetica che il cinema aveva utilizzato nei decenni precedenti. Il fatto che nella realizzazione di Braindead abbia utilizzato più di 500 litri di sangue finto, gli fa mantenere ancora oggi quel sanguinolento record. Il tono quasi grottesco della pellicola in particolare nel rapporto madre – figlio, esploderà in un bagno di sangue e viscere nella seconda parte. Il tutto sarà però sempre stemperato da un umorismo sempre più incalzante e folle, in netto contrasto con le immagini che ci verranno proposte. Unica pecca l’adattamento italiano troppo sopra le righe di molte battute. Già alla sua uscita il film ottenne numerosi riconoscimenti in tutto il Mondo, acquistando poi negli anni il titolo di cult movie del genere. Peter Jackson compare anche qui in un cammeo come l’assistente imbranato dell’obitorio.
Speriamo di avervi incuriositi e convinti a recuperarvi un film che sicuramente non vi lascerà indifferenti. Un piccolo gioiello splatter realizzato da un regista che stava muovendo i suoi primi passi nel magico mondo della Settima Arte; già dimostrando però il suo sconfinato amore per i sogni che solo il Cinema può realizzare.