Antonio Axia è solo uno dei tanti, normalissimi, centurioni dell’impero romano; almeno fino a quando la somma vestale Rubria non giunge in cerca di aiuto: una strana setta etrusca ha, infatti, rapito una vestale ed intende sacrificarla (oppure offrirla in moglie, difficile dire quale due due destini sia il peggiore) alla mostruosa divinità che venerano.
In Britannia, Antonio accetta con numerose ritrosie l’incarico ed anche giustamente si potrebbe dire, visto che il poveretto si ritrova dopo il salvataggio completamente pazzo ed in preda alle visioni più orrende.
Da qui in poi l’ intreccio si dipana: grazie anche all’aiuto delle vestali Antonio pare riprendere il senno, ma il passato è sempre in agguato e sei anni dopo gli avvenimenti in Etruria l’ex centurione, ormai riabilitato e divenuto il primo “deduttore” della storia deve fare i conti con alcune strane voci ormai giunte alle orecchie dell’imperatore Nerone: i romani muoiono, i druidi praticano strani rituali, i britanni sono sull’orlo dell’insurrezione e, come se non bastasse, nel mezzo delle nebbie della Britannia si aggirano strane ombre contorte. Egli, perciò, si recherà sul posto per far luce sugli avvenimenti, ma anche per cercare di capire meglio se stesso…
Risulta piuttosto difficile riuscire ad inquadrare il genere di Britannia in modo precisissimo: la storia ha, sì, elementi tipici del giallo, ma allo stesso tempo attinge molto anche ai temi tipici dell’ horror o del thriller soprannaturale. Sebbene tutti questi elementi, presi singolarmente, non costituiscano degli elementi di spicco della trama (ad esempio, le indagini si concludono quasi immediatamente, gli eventi inconsueti sono piuttosto improvvisi ed hanno meno rilevanza di quanto ci si potrebbe aspettare ai fini della trama complessiva…) nel complesso formano una storia davvero gradevole e con numerosi spunti di riflessione; anche l’inserimento storico, per quanto non costituisca un elemento centrale della vicenda, risulta ben curato ed interessante.
I disegni meritano poi una menzione a parte, in quanto riescono a rendere molto bene l’atmosfera sia della Roma imperiale che della brughiera britanna. Le anatomie sono realistiche e ben curate, malgrado lo stile di Ryp tenda ogni tanto a caricaturizzare le espressioni di certi personaggi (scelta perfettamente logica nel caso di Nerone, ma più discutibile in altri casi).
Ottimo anche il colorista in grado di valorizzare i disegni e di accentuare con i colori il contrasto fra la vivacità di Roma e l’ alone di mistero della brughiera britannica.
Storia: Peter Milligan; Disegni: Juan José Ryp; Disegni dell’introduzione: Raùl Allén & Patricia Martin; Colori: Jordie Bellaire; Copertina: Cary Nord.