A vent’anni dall’uscita, ricordiamo Bubba Ho-Tep, ennesima curiosa creazione cinematografica di quel folle italiano prestato agli States che risponde al nome di Don Coscarelli. Una cavalcata ironica e nostalgica alla ricerca di un’America mitica ed ideale che non esiste più.
LA TRAMA
Elvis è ancora vivo e risiede ormai trasandato e depresso in una squallida casa per anziani sperduta in Texas. Una serie di morti misteriose, che vedono come vittime altri inquilini dell’ospizio, lo desterà dal suo torpore dandogli la forza di tornare a credere in se stesso per opporsi al piano di morte di una malvagia e antica entità assassina.
FUSIONE DI GENERI
Già leggendo poche righe di trama si ha l’impressione di essere di fronte a qualcosa di diverso dal solito. Non a caso Bubba Ho-Tep segna l’incontro di due personalità eccentriche e fuori dal comune, che nei rispettivi ambiti hanno lasciato un personalissimo e indelebile segno: Il regista Don Coscarelli e lo scrittore Joe R. Lansdale, autore del racconto da cui il film è tratto. Elvis, interpretato da un redivivo Bruce Campbell (all’epoca quasi dimenticato dal grande pubblico) è anche il narratore di questa pazza storia che omaggia il cinema noir nell’impostazione di base, ma vira presto all’horror indipendente con venature umoristiche.
L’intreccio è semplice nella sua follia e ci propone uno scontro all’ultimo sangue tra l’ex re del rock’n roll e una mummia tornata in vita, finita accidentalmente nei dintorni della residenza per anziani, durante un trasporto maldestro. La mummia (che si mantiene in vita aspirando dal primo orifizio disponibile l’anima dei malcapitati) per necessità e opportunità si nutre di anziani indifesi, vittime che nessuno nota in un contesto come quello di una casa di riposo sperduta e dimenticata da tutti. Così ad interessarsi della cosa restano solo il nostro eroe e il suo amico JFK, altrettanto improbabile residente di colore che dice di essere il vero John Kennedy, sopravvissuto all’attentato di Dallas del 1963.
DA VEDERE PERCHE’
Bubba Ho-Tep non è solo un film di genere che riesce a far sorridere, regalando pure qualche brivido nella parte iniziale. Il fim di Coscarelli è un atto d’amore per un paese costruito nel mito di se stesso, che ancora oggi brilla di luce riflessa da un passato glorificato e celebrato in primis proprio dal cinema.
Gli eroi che possono salvare il mondo sono Elvis e John Kennedy (loro o l’incarnazione di ogni americano?) due icone lontane di un paese che nell’attualità ha perso modelli di riferimento. Non sembra casuale nemmeno la scelta del coprotagonista Ossie Davis (il presunto JFK) attore con un passato di spicco nel movimento dei diritti civili al fianco di personaggi storici come Martin Luther King e Malcom X.
Ecco allora che il divertente, sognante e allegorico Bubba Ho-Tep diventa un appassionato inno alla vita e un teneramente malinconico canto d’addio all’età dell’innocenza. Quando il sogno americano sembrava una realtà a portata di mano.