Le streghe di Nicolas Roeg
Lontano dalle atmosfere cupe di A Venezia… un dicembre rosso shocking (1973) e dalla violenza di Sadismo (1970), Chi ha paura delle streghe? si configura come opera alquanto singolare nella filmografia di Nicolas Roeg: tratto dal romanzo Le streghe di Roald Dahl, il film è una favola dark in cui si respira a pieni polmoni l’aria anni ’90 e che ancora oggi riesce a farci vivere, non senza nostalgia, l’avventura magica che narra.
La trama.
Il protagonista è il piccolo Luke, un bambino che si trova in visita dalla nonna Helga (Mai Zetterling), la quale gli rivela di essere una ex cacciatrice di streghe. Una sera, Helga inizia a raccontare a Luke le storie legate alle suddette malvagie creature, donne all’apparenza normali ma che sotto trucco e parrucco nascondono teste pelate, occhi viola, artigli e piedi senza dita. Il loro scopo? Sbarazzarsi di quanti più bambini possibile, essendo questi, ai loro occhi, esseri odiosi e maleodoranti. Durante la notte, i genitori di Luke muoiono in un tragico incidente e il bambino, ormai orfano, resterà solo con sua nonna, andando incontro a diverse peripezie che avranno come protagoniste proprio le streghe dei racconti.
“Bildungsroman” e streghe.
Come in un racconto di formazione, Luke perde le figure di riferimento principali, i genitori, divenendo dunque più vulnerabile ai trucchetti e agli inganni che le streghe mettono in atto per attirare i bambini da uccidere. Il bambino dovrà imparare a cavarsela da solo in un mondo in cui il male si trova ovunque, anche in chi sembra perfettamente normale e, come in questo caso, addirittura sembra dedicare la propria vita al bene: la congrega di streghe, capeggiata dalla magnifica Anjelica Huston, è infatti mascherata da società che lotta per la difesa dei diritti dei bambini. Gli incontri per raccogliere fondi in realtà sono solo un’occasione per le streghe per discutere dei misfatti compiuti e di quelli da compiere. Insomma, un vero racconto dell’orrore in cui non mancano, proprio come in una favola, trasformazioni e animali parlanti.
Effetti speciali e trucco prostetico.
Parlando di trasformazioni, è doveroso menzionare gli ottimi effetti speciali curati dalla Creature Shop di Jim Henson, burattinaio creatore dei Muppets. I topolini in cui vengono tramutati i bambini sono resi perfettamente (altro che CGI!) e il trucco da strega di Anjelica Huston richiese ben sei ore di lavoro, con una maschera totale per il viso, gobba, artigli meccanizzati e lenti a contatto. Il risultato finale è quello di un essere ripugnante e grottesco ma allo stesso tempo ben vestito e con un certo sex appeal: molto più temibile di Morticia Addams ma con lo stesso stile raffinato.
Nonostante un protagonista giovane e l’aspetto da film per famiglie, l’opera è costellata di scene e anche sottintesi “cattivelli” che oggi difficilmente avrebbero fatto passare: streghe che lanciano carrozzine giù dai dirupi, mutilazioni e bambini che – viene lasciato intendere – vivranno molto meno di quello che dovrebbero a causa di incantesimi. Dopo questo esplosivo mix di dolcezza e orrore, il film vira poi verso un happy ending, differente da quello del romanzo, che smorza i momenti più inquietanti e riesce a far rientrare Chi ha paura delle streghe? nei canoni del perfetto “film per tutti” hollywoodiano.