“Christmas Bloody Christmas”, diretto da Joe Begos, è approdato sul canale di Midnight Factory, accessibile attraverso Amazon Prime Video e Mediaset Infinity. Begos dirige uno slasher in cui il killer è un Babbo Natale robotico, fuggito da un negozio di giocattoli.
Trama
Per la Vigilia di Natale, Tori, una ragazza proprietaria di un negozio di dischi, decide di passare la serata ubriacandosi e divertendosi con un suo amico e dipendente, Robbie. Ma un Babbo Natale robotico e molto aggressivo inizia a perseguitare i due ragazzi, lasciando dietro di sé una scia di sangue.
Recensione
Come tutti i film di Begos Christmas Bloody Christmas è un film che ha una propria identità, soprattutto a livello estetico. Lo si vede, per esempio, dalle onnipresenti luci al neon che contribuiscono a creare un’atmosfera spiccatamente natalizia e che rendono la fotografia della pellicola davvero ammaliante nella maggior parte delle scene. Ma lo si nota anche dalla (quasi) totale rinuncia al digitale, a favore di effetti speciali artigianali che danno ai vari omicidi un’estetica molto anni ’80. Insomma, a livello visivo, Christmas Bloody Christmas costituisce indubbiamente un’esperienza interessante per ogni amante dello slasher e non solo. Inoltre, il film è girato in 16 mm e questo lo rende esteticamente ancora più affascinante.
Una pellicola citazionista: tra Carpenter e film cult
Un altro aspetto interessante di Christmas Bloody Christmas è il suo spiccato citazionismo, sia esplicito che implicito. A un certo punto del film, infatti, Tori e Robbie discutono di cinema horror citando film come Black Christmas, Cimitero Vivente, La Bambola Assassina, The Blair Witch Project, Hellraiser, Alien, ecc. In questa sfida tra originali e remake, oppure tra i vari capitoli di determinate saghe, Tori sembra prendere le parti dello stesso Begos, difendendo a spada tratta l’horror indipendente e affermando senza mezzi termini che “i film della Blumhouse fanno schifo”.
Ma il citazionismo non emerge solo attraverso i dialoghi dei due protagonisti: le varie soggettive del Babbo Natale robotico che si appresta ad uccidere le sue vittime richiamano implicitamente tutta quella tradizione slasher inaugurata da Carpenter con la scena inziale di Halloween – La notte delle streghe (1978). E anche la colonna sonora risente di un certo influsso carpenteriano, in quanto Begos ricorre spesso all’uso di inquietanti brani synth heavy che rafforzano ancora di più l’identità di questo slasher indipendente.
Tanti difetti
Per come descritto finora, Christmas Bloody Christmas sembra lo slasher perfetto. Purtroppo non è così. Il grande problema del film sta nella narrazione e nella sua gestione. Certo, come nella maggior parte dei film slasher, narrativamente siamo molto vicini al grado zero ma questo non è sempre un problema. Il grande difetto di Christmas Bloody Christmas sta nel fatto che, a livello narrativo, il film è interessante e avvincente per circa 25 minuti che, però, sono davvero pochi dato che la pellicola ne dura 85. Nei primi 40 minuti lo spettatore è costretto ad ascoltare incessantemente Tori e Robbie che parlano (quasi esclusivamente) di sesso, muovendosi tra sfavillanti luci al neon. Certo, il sesso è sempre stato un elemento importante, se non addirittura fondamentale, dei film slasher, ma qui ci troviamo letteralmente di fronte a 40 minuti di nulla cosmico.
E il problema non sono tanto i dialoghi in sé (anche se è normale che dopo un po’ facciano innervosire) – che comunque aiutano a definire il rapporto tra Tori e Robbie e creano un’ottima chimica tra i due personaggi – ma la gestione dei tempi. Dedicare 40 minuti ai dialoghi in uno slasher è (sempre) una scelta sbagliata e pericolosa, non solo perché si rischia di perdere l’attenzione dello spettatore ma anche perché, data la piega che prenderà il film, quasi tutte le informazioni sui personaggi, date in quei 40 minuti di dialogo, si riveleranno inutili e fini a sé stesse. Il grande problema di Christmas Bloody Christmas è il fatto che Begos abbia deciso di dedicare così tanto a tempo alle chiacchiere di due personaggi che sono ovviamente destinati a diventare solo carne da macello.
Babbo Natale o Terminator?
Un altro problema del film sta nel suo villain: il Babbo Natale robotico. Questa scelta, anche se non così originale, è sicuramente interessante. Ma anche qui l’impressione finale è che Begos si sia lasciato prendere un po’ troppo la mano, trasformando questo “personaggio” in una sorta di Terminator. Indistruttibile e inscalfibile, questo avanzato pezzo di tecnologia viene trasformato in una figura quasi grottesca, soprattutto quando nel finale, inspiegabilmente, inizia a sparare laser dagli occhi.
In quei 25 minuti succitati, “Christmas Bloody Christmas” dà il meglio di sé: il fascino estetico del film, combinandosi a fiumi di sangue e ad omicidi spietati e inaspettati, diventa puro spettacolo per ogni amante dello slasher. Invece, tutto ciò che succede prima e dopo quei 25 minuti funziona molto meno, ma è comunque in grado di restituire un’inconfondibile atmosfera natalizia. Nonostante tutto, se cercate uno slasher per le feste, Christmas Bloody Christmas merita sicuramente una possibilità.
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