Countdown è il primo lungometraggio di Justin Dec e vede nei panni della protagonista Quinn Harris, l’attrice Elizabeth Lail (protagonista della serie Netfix “You”, 2018).
La pellicola si apre in medias res: senza troppi giri di parole lo spettatore si trova ad un party dove un gruppo di ragazzi introduce ciò che sarà la protagonista del film, ovvero Countdown, l’applicazione virale del momento che consiste in un timer che indica a chi la scarica quanto tempo gli resta da vivere.
Inizialmente nessuno prenderà seriamente l’applicazione fino a quando non mieterà la sua prima vittima: da lì inizierà un susseguirsi di corse contro tempo e destino, fino a scoprire cosa si cela realmente dietro quel semplice download.
Il film ha una struttura narrativa molto semplice, che calca le orme dei teen horror usciti nelle sale durante gli ultimi anniversari. Sebbene la trama possa rimandare a opere come Final Destination (James Wong, 2000), in realtà è caratterizzata da atmosfere che per alcuni aspetti ricorderanno pellicole come Polaroid (Lars Klevberg, 2019) o Tanti auguri per la tua morte (Christopher Landon, 2017), infatti l’elemento horror riguarda il sovrannaturale che si manifesta esclusivamente tramite jumpscare.
Per renderlo godibile ad un pubblico più vasto e soprattutto giovane, non vi sono scene splatter e sono stati inseriti diversi momenti comici, ma se nella maggior parte dei film di questo genere la comicità nasce dal fallimento di una scena con intento grottesco, in questo caso è lasciata in mano a due personaggi secondari (tra cui lo stand-up comedian Tom Segura) che con una buona caratterizzazione faranno divertire il pubblico in sala.
È un’opera che cerca di lasciare qualche messaggio o spunto di riflessione allo spettatore, toccando temi come le molestie sul lavoro, senza però prendersi troppo sul serio, a discapito proprio della riflessione personale. Inoltre, per quando i personaggi vengano ben descritti attraverso contorni delineati, essi non hanno un’introspezione tale da suscitare empatia allo spettatore, il pathos che dovrebbe crearsi nei momenti in cui la protagonista si trova in difficoltà viene meno facendo risultare così quelle scene lente.
Infine, ciò che è il difetto più importante del film è la CGI, in particolar modo nella scena finale, dove si dovrebbe avere il momento di maggior tensione e terrore, ma rovinato da effetti speciali grossolani.