Piccoli Brividi, per chi ha vissuto gli anni 90, resta un’icona fondamentale nello sviluppo dell’amore per il genere horror. Creeped Out cerca di fare lo stesso con le nuove generazioni, prendendo a piene mani sia dalle storie ideate da R. L. Stine che da serie tv più adulte come Black Mirror.
Creeped Out – Racconti di paura è uno show televisivo britannico-canadese che disponibile su Netflix dal 5 ottobre 2018. Oggi che scriviamo della prima stagione, possiamo trovare già anche la seconda disponibile sempre sulla stessa piattaforma di streaming.
Esattamente come in Piccoli Brividi, ciascuna storia, introdotta da una breve narrazione, ha una trama a sé ed ha come unico filo conduttore uno strano e misterioso personaggio, Il Curioso, che colleziona gli oggetti chiave dei racconti e che appare alla fine ed inizio di ogni episodio. Per quanto la sua figura sia completamente estranea a ciò che accade, riesce a creare fin da subito un buon velo di mistero sull’episodio che sta per iniziare, essendo la sua apparizione contornata da una voce narrante. Stesso accade alla fine, con una chiosa sempre narrata che riassume il significato della storia.
La prima stagione è composta da 13 episodi e la loro costruzione è praticamente identica fra loro e molto simile a come si sviluppavano le storie di Piccoli Brividi: si inizia sempre con una situazione normale che viene stravolta lentamente, un vortice in cui il protagonista non si accorge di cadere. Ovviamente il finale è la classica sterzata brusca a cui ci ha abituato il caro Stine e che ci ha fatto innamorare dei suoi racconti.
Quello che purtroppo manca ad alcuni di questi episodi è proprio questa parte, un poco trascurata per dar spazio alla distopia in pieno stile Black Mirror: succede ad esempio in Marti, dove una ragazzina riuscirà a diventare popolare solo grazie al suo nuovo telefono, di cui poi non potrà più fare a meno e che nasconde un terribile segreto.
Non mancano gli episodi dedicati alla fantascienza, agli zombie ed anche ai viaggi nel tempo. Non sempre quindi si punterà sulla paura per intrattenere: la fantasia dà sicuramente un tocco in più quando i brividi mancano e con qualche punta di trash (Bravery Badge), Creeped Out riesce anche ad intrattenere in modo divertente lo spettatore.
Altro neo importante è il doppiaggio italiano: l’interpretazione dei ragazzi e bambini spesso è molto piatta e basica, i doppiatori nostrani purtroppo abbassano ulteriormente questo aspetto, rendendo la visione in lingua originale quasi obbligatoria se non si vuole rovinare l’esperienza.
Riguardo regia e fotografia c’è poco da dire, molto basica e semplice: Creeped Out è una serie che ovviamente non si pone come obiettivo lo sfondare lo schermo a livello visuale.
Sappiamo già però quale episodio vi resterà nel cuore: Kindlesticks è quella storia che riporta noi degli anni 90 al passato, quando i racconti di Stine ci tormentavano i sogni con maschere, pupazzi, polaroid ed il colpo di scena era il nostro pane quotidiano. Per I più giovani sarà terrore puro, ne siamo assolutamente certi.
Tirando le somme dei 13 episodi, ci sentiamo di consigliare Creeped Out se si vuole introdurre i propri giovani nipoti o figli al mondo horror senza scandalizzarli con argomenti non adatti o scene troppo spinte.