Nel panorama del cinema horror contemporaneo, pochi registi sono riusciti a coniugare l’arte del terrore con una brillante dose di umorismo come Sam Raimi. Con Drag Me to Hell (2009), Raimi fa un trionfante ritorno al genere che lo ha reso celebre, offrendo una pellicola che, pur essendo radicata nelle sue origini, riesce a stupire e intrattenere con una serie di elementi intriganti e curiosi. A distanza di 15 anni dalla sua uscita, ecco 5 aspetti che rendono il film, ancora oggi, imperdibile.

Il Ritorno alle Origini di Raimi

Sam Raimi, dopo l’immersione nei tre Spiderman, torna a un suo antico progetto (risale a più di 10 anni fa) sviluppato con il fratello Ivan. Con Drag Me to Hell Sam Raimi torna alle radici del genere horror . Il film rappresenta un ritorno alle sue origini nel mondo dell’horror, richiamando lo spirito di Evil Dead e Army of Darkness. Raimi riesce a mantenere l’essenza del terrore puro, mescolato con quel tocco di umorismo nero che ha caratterizzato le sue prime opere.

Budget Moderato

Con un budget relativamente contenuto di circa 30 milioni di dollari, Drag Me to Hell dimostra che è possibile creare un’esperienza horror avvincente senza dover ricorrere a spese eccessive. Raimi ha saputo sfruttare ogni centesimo del budget per realizzare effetti pratici e visivi di grande effetto, mantenendo l’atmosfera autentica e inquietante che il film richiede.

Omaggi e Riferimenti a Evil Dead

Per i fan di Raimi, nelle prime scene del film, un libro di incantesimi che appare brevemente presenta una somiglianza inquietante con il Necronomicon, l’iconico grimorio della saga di Evil Dead. Omaggio al mondo creativo che Raimi ha costruito nel corso degli anni.

La scelta di Alison Lohman

Alison Lohman, nel ruolo di Christine Brown, è stata scelta con molta attenzione. La sua interpretazione è una delle chiavi del successo del film, poiché riesce a far immedesimare lo spetatore con sè. Tutto ciò che accade a lei accade in qualche modo anche a ch la sta guardando. Lohman dimostra una versatilità che tiene gli spettatori costantemente coinvolti e preoccupati per il destino del suo personaggio. In più è ineterssante notare quanto Alison Lohman sintetizzi, non solo fisicamente, le caratteristiche di Kirsten Dunst. Non tanto sul versante fidanzatina (anche Christine lo è) quanto piuttosto su quello della ragazza di sani principi che viene posta dinanzi a continui e sempre piu’ drammatici bivi.

Il finale

Uno degli aspetti più discussi del film è il suo finale scioccante. Raimi chiude la pellicola con un colpo di scena che non solo ribalta le aspettative del pubblico, ma lascia anche una forte impressione duratura. Questo tipo di conclusione è tipico del regista, noto per il suo amore per le sorprese e i twist inaspettati.

Il film è disponibile su PRIME VIDEO

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