Nel corso degli anni il panorama dei videogiochi a sfondo horror si è sempre più allargato, arrivando a una realisticità quasi al pari dei film veri e propri, seppur presentando dei limiti dal punto di vista strutturale.
Proprio così: nonostante i vari Resident Evil, Silent Hill, The Evil Within, Forbidden Siren, Outlast, The Last Of Us e chi più ne ha ne metta, ad oggi non disponiamo di un gioco horror che sia altamente esplorabile da cima a fondo e che si disperda su lidi alla GTA.
Non prendetelo assolutamente come un attacco a quei mostri sacri menzionati precedentemente, però se ci pensiamo bene, i più smanettoni a cui piace tanto girovagare potrebbero effettivamente trovare dei limiti a ciascuno di questi giochi.
Perché effettivamente sono tanti quelli pensano: – Ma un gioco horror open world non lo fanno mai? -.
Ebbene un pizzico di giusto dietro c’è. Ad oggi non abbiamo titoli del genere degni di questa peculiarità, anche perché si parla sempre di grandi capolavori, ma con storie già impostate, che devono finire in un certo modo, seguendo una linea ben precisa.
Ma quella possibilità di esplorare, cercare premi nascosti o missioni secondarie, dove si trova? C’è un gioco di stampo horror in grado di offrirci questa esperienza? Ad oggi proprio horror… Diciamo di no. L’unica saga che più si avvicina a questo è sicuramente quella di Fallout, ma non si tratta proprio di survival horror come lo vorremmo noi (e ovviamente non possiamo nemmeno includere il grottesco Dead Rising).
Days Gone: possibile rivoluzione?
In questi giorni però, potrebbe esserci stata una rivoluzione in tal senso con il neo arrivato Days Gone, un gioco che personalmente ho trovato molto interessante, vista questa sua elevata esplorabilità -fatto totalmente innovativo per il genere-, ma altrettanto carente da altri punti di vista.
La grafica eccelsa, l’interazione con numerosi altri personaggi, la moto a vostra disposizione per girare su lunghe distanze e l’enorme quantità di armi con cui difendersi (a cominciare dalle armi bianche per poi arrivare alla vastissima gamma di quelle da fuoco) rendono l’esperienza assolutamente piacevole e godibile.
Non vi aspettate però un capolavoro perché ci sono degli aspetti che non mi hanno assolutamente convinto: cominciando dall’intelligenza dei nemici non proprio ottimale e condita da alcuni bug, passando poi con la poca familiarità col genere horror, a causa della presenza di più esseri umani normali che veri e propri mostri. Anche le missioni aggiuntive non sembrano strutturate al massimo, perdendo progressivamente di efficacia e di conseguenza la voglia di terminarle da parte del giocatore.
Due questioni che pesano in maniera inequivocabile su un gioco che vuole definirsi open world e che dovrebbe avere tra i suoi punti di forza anche questi due aspetti, che purtroppo in Days Gone peccano e non poco.
Sicuramente da giocare per chi ama il genere alla The Last Of Us e Fallout, perché di roba da fare ce n’è tanta, così come da vedere: farsi un giro in moto tra le montagne e poter ammirare anche gli aspetti grafici sensazionali del gioco sviluppato Sie Bend Studio è una vera goduria per gli occhi, il tutto accompagnato da un sonoro notevole e da alcuni momenti davvero concitati e adrenalinici.
A chi importano di più tali questioni non faticherà a considerare il gioco un buon acquisto. Tutti gli altri invece a cui interessano di più un open world vario, con IA dei nemici ben caratterizzata, missioni secondarie appaganti e prediligono un genere un tantino diverso, potrebbero benissimo rivolgere la propria attenzione altrove.