Nel 1922 uscì Dr Mabuse, der Spieler di Fritz Lang (Metropolis, M – Il mostro di Düsseldorf), tratto dal romanzo omonimo di Norbert Jacques Dr. Mabuse, Der Spieler (1921). Si tratta del primo capitolo di una trilogia conclusa da Lang nel 1960 e che successivamente ispirò altri sei film, girati da diversi registi, dedicati al genio criminale Mabuse.
Nel 1924 Dr Mabuse, der Spieler venne distribuito anche in Italia, con il titolo Dr. Mabuse, il giocatore, motivo per cui dedichiamo questo articolo al centenario di questo capolavoro del cinema tedesco.
La Repubblica di Weimar
Prima di cominciare a trattare Dr Mabuse, è necessario fare una breve introduzione sul contesto storico e sociale della Repubblica di Weimar:
L’abolizione della monarchia nel 1918 e l’adozione di una costituzione democratica nel 1919 segnarono l’inizio della Repubblica di Weimar (1919-1933). Dato che Berlino era instabile e colpita da continue rivolte, l’assemblea nazionale, che istituì la democrazia rappresentativa, si svolse a Weimar, una città strettamente legata alla poesia e alla bellezza, essendo anche la città di Goethe e Schiller.
Questo periodo della storia tedesca fu caratterizzato per un breve periodo da stabilità e da una vita culturale attiva. Tuttavia, questa stabilizzazione fu presto seguita da disoccupazione, iperinflazione, estremismo politico, violenza e relazioni profondamente travagliate con i Paesi vincitori della guerra. Tutte conseguenze della sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale (1914-1918) e del conseguente Trattato di Versailles (1919), che la Germania fu costretta a firmare. La Repubblica di Weimar era inoltre sottoposta a forti pressioni da parte degli estremisti, soprattutto a Berlino, per cui ancora oggi è ricordata come una “democrazia senza democratici”.
Ricordiamoci pertanto che Dr Mabuse, der Spieler, che essendo molto lungo venne diviso in due parti: Parte I: Il grande giocatore. Un quadro dell’epoca e Parte II: INFERNO. Un dramma di uomini della nostra epoca venne realizzato in un periodo difficile della storia tedesca: gli anni di crisi economica della Repubblica di Weimar, che portarono rapidamente all’ascesa del Nazismo.
Il cinema di Weimar
Come detto, la Germania stava vivendo una guerra civile e la maggior parte dei settori dell’economia era in crisi, tranne l’industria cinematografica, che era più forte che mai. Nel 1920, l’industria cinematografica tedesca produceva infatti più film del resto d’Europa messo insieme e si collocava al secondo posto nel mondo dopo Hollywood. La fondazione dell’UFA (Universum – Film Aktiengesellschaft) fu fondamentale per raggiungere questo obiettivo. L’UFA fu fondata nel 1917 a Potsdam – Babelsberg, al fine di centralizzare tutti i talenti, le attrezzature e le strutture cinematografiche in Germania. Inoltre, la fondazione dell’UFA mirava anche a concentrarsi su film nazionalisti, per contrastare la forte influenza che l’industria cinematografica statunitense esercitava già all’epoca in Europa.
Nonostante le sfide, dopo la Prima Guerra Mondiale il cinema divenne estremamente popolare e altamente innovativo in Germania. Lo Stato promosse la rivitalizzazione del cinema come potenziale mezzo di sviluppo e propaganda. Questo periodo è principalmente identificato con registi come Fritz Lang, Friedrich Wilhelm Murnau e Ernst Lubitsch.
Espressionismo tedesco. Caratteristiche e temi
I primi anni del cinema di Weimar sono caratterizzati dalla nascita dell’Espressionismo, che raggiunge l’apice a Berlino negli anni Venti. Questo movimento artistico nasce a Monaco di Baviera intorno al 1910 in opposizione all’Impressionismo: mentre quest’ultimo mirava a osservare la realtà per poi riprodurne l’impressione, l’Espressionismo agiva sulla realtà osservata deformandola attraverso uno sguardo interiore. La realtà era quindi creata dall’artista, non ricevuta.
I film espressionisti sono dominati dal tema della possessione, dalla scissione della personalità, dal tema della malattia (fisica o mentale) e del disagio. I personaggi si trovano a confrontarsi e a lottare e spesso sono costretti a scindere la propria identità. Una delle figure ricorrenti è quella del personaggio debole che viene manipolato da una presenza deviante che si impossessa della sua volontà. I personaggi si muovono in uno spazio disarmonico e il mondo ritratto dallo sguardo espressionista è segnato dal caos, dalla stranezza e dall’anomalia dei corpi e delle forme.
I film espressionisti collegano la realtà al sogno o all’incubo, ritraggono un universo interiore. Mettono in scena, scavando oltre la percezione dello sguardo, lo strato più profondo della realtà, quello nascosto, fatto di incubi, ossessioni e visioni occulte. Inoltre, la Germania è stato il Paese europeo in cui la Prima Guerra Mondiale ha avuto la maggiore influenza sul cinema. Di conseguenza, gli orrori vissuti durante la guerra si sono inevitabilmente riversati nei film di quel periodo. I traumi sono stati quindi rivissuti sullo schermo.
Da un punto di vista stilistico, l’Espressionismo segna un momento di forte rottura con i canoni realistici. La deformazione predomina a tutti i livelli: dalla scenografia alla recitazione, alla costruzione dell’immaginario. Nella messa in scena espressionista, infatti, tutto appare volutamente artificiale ed esagerato e questa messa in scena distorta riflette la psicologia dei personaggi; questo sarà fondamentale per comprendere Das Cabinet des Dr. Caligari.
Le luci sono utilizzate in modo non naturalistico, creando toni cupi e minacciosi. Alcune parti della scena sono spesso lasciate in ombra, creando un’atmosfera di mistero e inquietudine. Nel cinema di Weimar, l’invisibile è estremamente importante, in quanto è la chiave del meccanismo della paura. Il brivido è dato da tutto ciò che è allusione, sottrazione, tutto ciò che allude, che può essere immaginato al di là dell’inquadratura. L’immaginario visivo del cinema espressionista è caratterizzato da linee spezzate e ombre disegnate. Spesso gli ambienti sono ricostruiti in studio e le scenografie sono disegnate enfatizzando linee forti e storte (per esempio in Das Cabinet des Dr. Caligari).
I personaggi diventano spesso sagome stilizzate e le ombre vivono di vita propria, fino a diventare quasi personaggi autonomi. L’ombra rappresenta la parte nascosta e misteriosa. Una delle caratteristiche stilistiche ricorrenti del cinema espressionista è, ad esempio, l’entrata in scena del personaggio “malvagio”: il più delle volte, i personaggi minacciosi entrano in scena preceduti dal loro
scena preceduti dal loro
Dr Mabuse, der Spieler di Fritz Lang
Il Dr Mabuse è uno psicanalista ed è l’incarnazione del male, capace di accaparrarsi immense fortune influenzando il mercato azionario con mezzi illeciti. È dedito al gioco d’azzardo e il fine ultimo delle sue azioni è la manipolazione degli individui e della realtà. Attraverso l’astuzia e l’inganno, il Dr Mabuse riesce a diventare molto ricco.
Mabuse è immerso nell’ambiente della malavita, in cui opera come un’entità oscura e onnipotente. Si rende autore delle azioni più malvagie, eliminando ogni nemico o presunto tale. Inoltre, è in grado, tramite l’ipnosi e il magnetismo indotto, di soggiogare la mente delle persone.
Il Dr Mabuse è un tiranno manipolatore, proprio come il Dr Caligari. È tutti e nessuno, sa tutto di noi ma noi non sappiamo nulla di lui. Possiamo quindi dedurre che rappresenti il potere oppressivo del totalitarismo. Questo senso di malvagità e oppressione viene reso stilisticamente con tutti gli espedienti sopra citati, dalle musiche all’uso di marcati chiaroscuri.
Dr. Mabuse di Fritz Lang è uno dei primissimi thriller della storia del cinema, e rappresenta anche uno dei pionieristici esempi di saga. Lang ha saputo creare un’atmosfera di tensione e mistero che ancora oggi affascina e ispira i cineasti.