Non ci sono vie d’uscita. O quasi.
Escape Room è un film dl 2017 diretto da Will Wernick.
E’ un film a basso costo ed è stato affidato dalla Voltage Pictures a Wernick, giovane cineasta di Los Angeles, già noto per alcuni cortometraggi e i lunghi Alone e The Breaks. Il titolo lo abbiamo già sentito. E’ già stato proposto nel trap/slasher movie del 2017 di Peter Dukes oltre che nel film di Adam Robitel, distribuito quest’anno da Warner. Con richiami allo stesso tipo, nell’ottica dei giochi al massacro e la presenza più o meno di una narrazione all’interno di una dimora prigione, il tv movie No Escape Room del 2018 diretto da Alex Merkin e Escape from Marwin sempre dello stesso anno, di Jordi Castejon.
L’Escape Room è un gioco di società nato nel 2008 in Giappone da Takao Katoe. Con grande sorpresa si è diffuso a macchia d’olio dall’Asia all’Europa, fino in America. In Italia si ricorda per importanza il Maniac Palace che è un intero palazzo, un’intera trappola. E sulle ali di questo successo la creazione di più film con gli elementi tipici. Film intrecciati e sviluppati in un percorso, tra indovinelli, enigmi, misteri e soluzioni che portano al rebus successivo. Con un accesso in denaro si viene segretamente rinchiusi in una stanza e si cerca disperatamente una via di fuga nel minor tempo possibile. Peccato però che nella maggior parte di questi, il gioco ben presto diventi un escalation di torture per aver in salvo la vita o quella dei nostri cari. Ed Escape Room, il film, non varia in questo.
Sulle orme dei capisaldi, la serie di Saw, di cui il primo uscì nel 2004 e Cube – Il cubo del 1997, nasce un film in cui i protagonisti devono usare solo la loro intelligenza per poter andare avanti. Nessun muscolo, nessuna dote fisica, è la testa quello che conta. In questo clima, una situazione claustrofobica e asfissiante, le stanze piene di elementi conosciuti e non, caratterizzano l’azione più dei meccanismi stessi di tortura o morte, più delle azioni stesse e dei rapporti trai personaggi. Ed è forse questa la vera differenza con i film prima citati, punto di forza e difetto di Escape Room.
Con un cast in cui ricordiamo con piacere la bionda attrice e scrittrice Elisabeth Hower, Suits e Louie, la mora Annabelle Stephenson, Revenge, Point of honor, e l’attore e musicista Evan Williams noto per corti e prodotti seriali, vediamo passare 90 minuti per scoprire il destino di tutti i personaggi.
90 minuti che passano bene ma che lasciano poco.