Il 3 giugno esce al cinema Estate ’85, l’ultimo film del regista francese François Ozon. La pellicola è una trasposizione del libro “Danza sulla mia tomba”, scritto da Aidan Chambers. Estate ’85 (Été ’85), distribuito da Academy Two, è un film intimo e delicato, ma Ozon non si limita a narrare un amore impossibile. Infatti, proprio come nel romanzo, l’avventura estiva di due giovani ragazzi si trasforma in una storia di morte e ossessione.
Questa recensione, seppur molto dettagliata, NON contiene SPOILER. I risvolti più importanti non sono svelati e tutto ciò di cui si parla è visibile e comprensibile nel trailer del film.
Dal romanzo al film
Ho letto il romanzo [“Danza sulla mia tomba” di Chambers] nel 1985, quando avevo 17 anni, e mi è piaciuto moltissimo. Mi è sembrato che si riferisse proprio a me. Il romanzo è giocoso e inventivo. Contiene disegni, trafiletti di giornale, diversi punti di vista… Mi sono divertito così tanto, nel leggerlo, che quando ho iniziato a fare cortometraggi ho pensato: “Se un giorno girerò un lungometraggio, il primo sarà un adattamento di questo romanzo.
François Ozon
Le parole con cui Ozon apre la lunga intervista di presentazione del film, fanno capire come questo progetto fosse nella sua mente già da molti anni. Aveva 17 anni quando il romanzo di Chambers lo aveva appassionato per la prima volta, ma ha avuto la possibilità di realizzare il film solo 35 anni dopo. Non è proprio, inoltre, il suo primo lungometraggio in quanto l’esperto regista francese ha ormai alle spalle ben 18 film (molti dei quali hanno ottenuto grandissimo successo).
Dal sud dell’Inghilterra al sud della Francia
Questa storia aveva bisogno che io maturassi perché fossi in grado di raccontarla. Alla fine, sono rimasto fedele alla struttura narrativa del romanzo. Ho trasferito la storia in Francia e l’ho ambientata nel periodo in cui io avevo letto il libro per la prima volta. Così, il film racchiude sia la verità presente nel libro che i miei ricordi delle sensazioni provate quando l’ho letto.
François Ozon
Ozon sposta, quindi, la narrazione dal sud dell’Inghilterra (dove era ambientato il romanzo di Chambers) al sud della Francia.
Estate ’85: una storia sospesa tra amore e morte
È un film delicato Estate ’85. Un film che racconta una storia d’amore omosessuale ma, come precisa Ozon, prima di tutto una storia d’amore universale. Tuttavia, dietro la dolce love story che viene messa in scena si nasconde molto altro e lo spettatore lo capisce fin da subito. La storia di Alexis e David è una tragedia preannunciata, una tragedia che cela un mistero. Fin dalla prima scena, infatti, vediamo Alexis (Félix Lefebvre) in manette, strattonato da un poliziotto e, poco dopo, a colloquio con un’assistente sociale che gli chiede di dirle come sono andate davvero le cose. In tutto ciò, è proprio Alexis a raccontare a noi spettatori la sua verità, il suo passato: in particolar modo la sua estate e la sua storia d’amicizia/amore con David Gorman (Benjamin Voisin). Ma la doccia fredda arriva subito: Alexis rivela fin dall’inizio che David è morto.
David Gorman. Età: diciotto anni e un mese. È lui il futuro cadavere. David.
Alexis
Ma quali erano le dinamiche del rapporto tra Alexis e David? Com’è morto David? Perché Alexis è stato arrestato? Sono queste le domande attorno alle quali ruota la narrazione di Estate ’85. Una narrazione che è, senza alcun dubbio, vincente, perché riesce a catturare lo spettatore e ad accompagnarlo nella storia di Alexis e David, senza mai annoiarlo ma sorprendendolo.
Un film nostalgico
È un film intimo e nostalgico Estate ’85, soprattutto quando, attraverso dei flashback, Alexis racconta la sua storia con David, facendoci entrare nella propria vita e nella propria mente. Diverse sono le scene in cui la fotografia richiama volutamente le atmosfere impressioniste e bucoliche di Chiamami col tuo nome, per poi riportarci immediatamente sulle spiagge di quel mare tanto caro a François Ozon. Anche la locandina del film è un chiaro omaggio a Belli e dannati di Gus Van Stant (con Keanu Reeves e River Phoenix). Estate ’85 è una pellicola nostalgica in ogni sua sfumatura, anche nella colonna sonora, soprattutto in un’iconica scena che è un palese tributo a Il tempo delle mele di Claude Pinoteau e nella quale risuona Sailing di Rod Stewart.
La frattura tra passato e presente
Ozon crea un’evidente e audace frattura tra presente e passato: al racconto (ricordo) della meravigliosa estate con David, presentato con una fotografia in cui dominano colori caldi e accesi, viene anteposto il presente, in cui dominano colori freddi e spenti (abbondano le tonalità di grigio soprattutto negli interni). La contrapposizione manichea, che si risolverà solo nel finale, tra passato e presente esprime perfettamente lo stato d’animo di Alexis: la presenza di David era la luce che faceva risplendere la sua vita e il presente sembra impossibile da superare senza di lui.
Il personaggio di David, salvezza o condanna?
Da questo punto di vista è iconica la scena in cui David appare per la prima volta: spunta in mezzo al mare, quasi dal niente, sulla sua barca (Calypso), pronto a salvare Alexis dalla tempesta che ha capovolto la piccola barca a vela che egli ha preso in prestito. David entra in scena trionfante, come un dio greco, bello e potente, in grado di far fuggire la tempesta per far tornare il sole (come farà figuratamente nella vita di Alexis).
A essere evidente non è solo la frattura tra presente e passato, ma anche l’ambiguità di David. Fin dall’inizio i suoi sorrisi seducenti sembrano celare un mistero. Tanto attraente quanto corrosivo, il personaggio interpretato da Benjamin Voisin è, come dichiarato dallo stesso attore, “una specie di scorpione“:
David sembra un ragazzo normale, ma fin dal suo primo sorriso volevo comunicare un senso di pericolo, volevo far sentire agli spettatori che in lui c’è qualcosa di corrosivo, e che Alexis è destinato a soffrire.
Benjamin Voisin
E sono proprio l’imprevedibilità di David e la sua incapacità di amare che portano gli eventi a un’inevitabile quanto drammatico epilogo.
Alexis e l’ossessione per la morte
Alexis (il cui nome è Henry, abbreviato in Hal, nel romanzo di Chambers) è un ragazzo ossessionato dalla morte. Chambers, nel libro, dà enorme importanza a questo elemento facendo sviluppare al protagonista intere riflessioni sul tema e richiamando la morte esplicitamente o attraverso simboli. Se questa ossessione per la morte pervade completamente il romanzo, lo stesso non si può dire per il film in cui questo elemento viene inserito in modo meno marcato. La morte è, comunque, presente nella storia che Alexis racconta allo spettatore – come nella scena in cui afferma che la vasca da bagno dei Gorman è simile a un sarcofago – e nei dialoghi tra lui e David.
Anzi, il fatto che David sia orfano di padre costituisce probabilmente un ulteriore elemento di attrazione per Alexis: nella sua mente David rappresenta colui che già si è trovato di fronte alla morte, che già l’ha vissuta (anche se indirettamente) e che, in un certo senso, è riuscito a vincerla.
Una rottura inevitabile
Ma l’apparentemente perfetta storia d’amore/amicizia (è particolarmente interessante l’uso che Chambers fa di questi due termini nel suo romanzo) è destinata a rompersi. Lo spettatore lo sa fin dall’inizio e, dentro di sé, non aspetta altro che l’arrivo di quel momento. Il momento in cui avrà una risposta alle sue tante domande. Alexis e David interiorizzano il loro rapporto in modo inverso: uno si avvicina, l’altro si allontana; uno costruisce, l’altro demolisce. È proprio la scena con Sailing di Stewart a costituire uno dei momenti chiave del film: Alexis e David stanno ballando, ma non sulla stessa musica. Per la prima volta lo spettatore percepisce una frattura tra di loro, una premonizione di un futuro che non può funzionare: i due sono su una diversa lunghezza d’onda e presto, inevitabilmente, dovranno fare i conti con questo.
Un film molto ozoniano
Estate ’85, come abbiamo ripetuto diverse volte, è un film che François Ozon ha adattato da un romanzo preesistente e, quindi, non una sceneggiatura originale. Si rimane tuttavia sorpresi a notare come, in questa pellicola, emergano molte delle caratteristiche principali dei film del regista francese (trovate QUI un articolo con la presentazione dei suoi film, dal taglio horror e thriller, più celebri). Lo stesso Ozon, presentando Estate ’85, ha ammesso:
[Nel 2018] ho riletto il libro e sono rimasto scioccato perché mi sono reso conto già inserito nei miei film parecchie delle tematiche del romanzo.François Ozon
Nel cortometraggio Une robe d’été (Vestito d’estate) Ozon, nel 1996, aveva affrontato il tema di una sessualità libera, priva di etichette. Un tema che torna spesso nel cinema del regista francese in cui sono molti i personaggi che vivono la loro sessualità in modo libero e senza pregiudizi, senza paura delle novità e senza il timore di sperimentare. E, così, anche le figure di Alexis e David sono ambigue: la loro amicizia diventa fin da subito qualcosa di più (fino a sfociare in un rapporto amoroso) ma basterà l’arrivo di Kate (Philippine Velge), una ragazza alla pari, per stravolgere i loro equilibri. Si può, quindi, affermare che una sessualità aperta e difficilmente etichettabile sia caratteristica peculiare anche di questo film.
Ma sono molti i temi, tipici del cinema di Ozon, che pervadono il film: il travestitismo, affrontato ampiamente in Una nuova amica; la perdita della persona amata e l’elaborazione del lutto (Sotto la sabbia); la scoperta di se stessi attraverso eventi traumatici, come in Amanti criminali; il tema della morte (quasi come protagonista) come ne Il tempo che resta (QUI ne trovate un’analisi approfondita); l’importanza dell’intreccio tra realtà e finzione all’interno della narrazione (Nella casa) e, infine, l’importanza del cimitero e della sepoltura (Frantz).
Un ottimo cast
Il film ha ottenuto 12 nomination ai premi César e ha vinto il premio del pubblico BNL alla Festa del Cinema di Roma. Tra i pregi di questo film c’è sicuramente l’ottimo cast: Félix Lefebvre e Benjamin Voisin sono perfettamente calati nei ruoli di Alexis e David; Valeria Bruni Tedeschi, ormai volto ricorrente nel cinema ozoniano, interpreta la premurosa (quasi macchiettistica) madre di David e, infine, Melvil Poupaud, protagonista di Il tempo che resta e di Grazie a Dio, altro attore feticcio di Ozon, intepreta il professore di Alexis, il sig. Lefèvre.
Conclusioni
Ozon, quindi, riesce a effettuare una fedele trasposizione del romanzo di Chambers. Chi ha amato “Danza sulla mia tomba”, resterà sicuramente colpito dal film che riesce a conciliare perfettamente la storia creata dall’autore inglese e gli elementi tipici del cinema del regista francese. E, nonostante a volte si abbia l’impressione che la narrazione sia eccessivamente accelerata, soprattutto in certi passaggi (ma probabilmente se ne accorgerà solo chi ha letto il libro), quando il film finisce si ha la sensazione che tutto ciò che si doveva dire è stato detto. Estate ’85 è un film essenziale, asciutto, che non si perde in scene inutili e che rimane sempre concentrato sulla storia che deve raccontare.
Concludo invitandovi a non perdere assolutamente Estate ’85 che uscirà nelle sale italiane il 3 giugno. Una pellicola che intrattiene benissimo, che sa essere intima e delicata, ma anche sorprendente e spietata. Un film (sicuramente sui generis) principalmente drammatico, ma arricchito da un alone di mistero che vi spingerà a guardarlo fino in fondo con grande curiosità.