Diretto da Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia e prodotto da One More Pictures, Fairytale, lungometraggio tutto italiano uscito nel 2012, è disponibile sulla piattaforma streaming Rai Play.

Fairytale: una favola cupa, che si snoda all’interno di un’ambientazione che mostra il lato più freddo schiacciante della nostra cultura, in un viaggio ricco di colpi di scena e sequenze assolutamente terrificanti. 

La storia

Sophia (Harriet McMasters), giovane madre appena divorziata, si trasferisce con la figlia Helena a Latina, per insegnare storia all’università.

Fuggita da una relazione ormai agli sgoccioli, Sophia è pronta per iniziare una nuova vita con la figlia. Le due si ritrovano a vivere in un vecchio condominio anni trenta, dall’architettura tipicamente fascista.

Lì, la piccola Helena, sembra essere particolarmente affascinata da un misterioso armadio che reca sull’anta un inquietante bassorilievo
La bambina, quel giorno, perde inoltre il suo primo dentino da latte e, come ogni tradizione familiare vuole, lo posiziona sotto il cuscino in attesa della ricompensa.  Un gesto che abbiamo fatto tutti, no?


Fino a qui l’inizio della nuova vita della famiglia sembra tutto rose e fiori. Ma quel piccolo e innocente gesto di Helena scatenerà in realtà, qualcosa di inimmaginabile…
Una presenza oscura inizierà infatti a tormentare le due, costringendole in un vortice di terrore che le condurrà alla fuga o, peggio, alla follia.
Sophia, infatti, arriverà a dubitare di se stessa, di ciò che vede con i suoi occhi che, fino a quel momento, non l’hanno mai tradita.

Ma la natura dell’entità che le tormenta è molto più profonda di quanto si immagini, e scavando nel passato di un luogo intriso di storia e vicende la verità verrà fuori. Una rivelazione dopo l’altra, vediamo Sophia trasformarsi in attenta indagatrice per cercare di salvare la sua famiglia.

La favola che incontra la realtà

Uno dei punti più forti, e inquietanti, con i quali il film si apre è sicuramente il riferimento alla ben nota favola della fatina dei denti: la storia vuole che un’entità benefica si intrufoli nelle camerette dei bambini mentre questi dormono per sottrarre il dentino da latte appena perduto e sostituirlo con delle monete.
Se ci pensiamo bene, già così, fa un certo effetto.

Attraverso questa potente suggestione i registi ci proiettano immediatamente in un’atmosfera fatta di sogni e incubi: tutti, almeno una volta, da piccoli abbiamo avuto paura delle storie che ci venivano innocentemente raccontate. 


Nell’ inquietantissima sequenza in cui vediamo la mano scura della “fatina dei denti” strisciare da sotto le lenzuola fino al cuscino di Helena, rivediamo senza ombra di dubbio uno degli incubi più ricorrenti nei nostri pensieri da bambini.

Creature e entità magiche che invadono i nostri spazi hanno sin da subito un effetto perturbante sul nostro immaginario: per quanto gli adulti ci rassicurano che questi spiriti siano lì per proteggerci, la magia e il mistero che invadono la nostra realtà turbano sempre il nostro animo.

L’efficacia della prima parte della pellicola risiede proprio in questa sottile linea che separa favola da incubo, realtà da finzione, racconto da verità, in un crescendo che regala momenti davvero spaventosi.

Il sovrannaturale italiano

Le quantità di produzioni di film di genere in Italia, in particolare come in questo caso del genere horror, non hanno mai avuto grandi numeri all’interno del panorama cinematografico contemporaneo.

Quando questo accade, però, è bene chiedersi quali siano quegli elementi che lo caratterizzano in quanto tale. Cosa può offrire una storia raccontata nel nostro bel paese quando viene narrata con le tinte dell’horror, del sovrannaturale, del mistery?

Con Fairytale proviamo a darci una risposta: gli autori ambientano la storia (o meglio, la backstory del villain) in uno dei periodi più ambigui e sanguinosi della storia italiana, il fascismo. L’estetica fascista, unita all’atmosfera a tinte cupe di quel tempo, risultano lo scenario perfetto per ingabbiare e soffocare la protagonista e l’antagonista in un ambiente che è già spaventoso e soffocante anche senza l’elemento sovrannaturale che, in questo caso, arricchisce e mette radici in un terreno già fertile.

Così in un crescendo che ricorda lo stile fiabesco del Fauno di Del Toro, i momenti in cui la storia di Helena e Sophia si intrecciano con la storia del luogo dove vivono (intriso di ciò che successe nel passato), la favola sboccia, creando un connubio tra ambiente italiano di provincia e mistery sovrannaturale con elementi fortemente horror.

Il risultato è un interessante visione dove la location diventa quasi un personaggio che si fa sentire attraverso le diapositive e i vecchi articoli di giornali costellati da inquietanti foto ingiallite che raccontano una storia che vive e vivrà per sempre grazie ai luoghi in cui è successa.

Quindi il vecchio palazzo fascista, l‘elegante armadio di legno col suo cupo bassorilievo, l’ospedale psichiatrico e le apparizioni “d’epoca”, ci donano una piacevole visione di ciò che siamo abituati a vedere perché vicino a noi, arricchito dall’elemento sovrannaturale che ci proietta in un’altra dimensione.

Fairytale di Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia, è una pellicola che arriva dritta al punto: un’indagine contro tutto e tutti di una madre spaventata, in un ambiante che non le appartiene, infestata da una favola alla quale lei per prima non credeva. Dal finale sorprendente e dotata di alcuni elementi classici realmente spaventosi, Fairytale è un’occasione per sbirciare all’interno di una storia che sfrutta un’ambientazione “locale” arricchendola con efficaci elementi paranormali.