Il nuovo millennio, nel campo horror, inizia col botto: nel 2000, infatti, esce Final Destination di James Wong, capostipite di una saga che avrebbe segnato un’intera generazione. L’idea di non poter sfuggire alla morte fu l’intuizione di successo che permise al film e ai suoi sequel di entrare nell’immaginario collettivo con le sue iconiche, divertenti e truculenti uccisioni. Sì, parlo di uccisioni perché Final Destination può essere letto anche come uno slasher: Alex, il protagonista adolescente, in seguito a una visione che vede esplodere l’aereo che avrebbe portato lui e i suoi compagni di classe a Parigi, cerca di avvertire i passeggeri circa il disastro che sta per accadere. La sua intuitività – proprio come quella di una final girl – gli permette di salvarsi e di salvare altri passeggeri che, per un motivo o per un altro, scendono dall’aereo. Ma non finisce qui poiché il killer (la Morte in questo caso) inizia a perseguitare i superstiti per farli fuori uno ad uno. Impossibile cambiare il piano della cupa mietitrice. Questo schema viene seguito anche dagli altri 4 film della saga, rendendo il tutto abbastanza prevedibile. Ma questo non è importante perché l’essenza dei film sta proprio nella creatività, ironia e goriness delle scene di morte – o “uccisione”, rifacendoci al sottogenere slasher. Vediamone alcune tra le più belle della saga. ATTENZIONE: ovviamente ci sono spoiler.
1. Ms. Lewton, Final Destination (2000)
Partiamo da una scena del primo film. Una degli insegnanti, la professoressa Lewton, riesce a scampare alla morte restando con gli alunni scesi dall’aereo. Da quel momento la donna verrà perseguitata dal senso di colpa per aver letteralmente mandato a morire il collega: “tu conosci il francese, va’ tu con i ragazzi, io prendo il prossimo volo”. Questo la porterà a chiudersi in se stessa e ad aver paura di uscire. Sarà nel momento in cui la professoressa Lewton decide di fare le valigie e trasferirsi che la morte la coglierà proprio in casa sua. Con la giugulare recisa, il fuoco che la insegue e un coltello conficcato nel petto, la donna viene trovata da Alex che prova a salvarla… solo per lasciare le sue impronte digitali in giro.
2. Evan, Final Destination 2 (2003)
Sempre nel confort della propria casa troverà la morte Evan, il biondo spaccone del primo sequel della saga. La tensione cresce man mano che la sua cucina tenta di ucciderlo – la padella prende fuoco, il suo polso si incastra nello scarico del lavandino… ma poi tiriamo un sospiro di sollievo perché Evan riesce a fuggire e raggiungere terra grazie alla scala antincendio. Il pericolo sembra scampato, ma noi sappiamo che non si può fregare la morte. Ed eccoli lì, sull’asfalto, gli spaghetti che poco prima Evan aveva lanciato dalla finestra, pronti per farlo scivolare e stenderlo al suolo; a trafiggerlo ci penserà la scala antincendio, già in posizione. La maleducazione si paga cara, ragazzi!
3. Olivia, Final Destination 5 (2011)
Olivia sta per subire un intervento agli occhi con il laser (ancora una volta, gli occhi); spaventata, stringe forte a sé un orsetto. Troppo forte, al punto da far cadere a terra uno degli occhi vitrei del pupazzo. La testa di Olivia è tenuta ferma e il suo occhio aperto… insomma, Ansia. L’impossibilità di muoversi della ragazza non prospetta nulla di buono e quell’occhio di vetro liscio – e dunque scivoloso – sul pavimento di certo non la aiuterà a ritrovare l’equilibrio dopo che il suo occhio è stato completamente bruciato.
4. Candace, Final Destination 5 (2011)
Altra uccisione presa dal quinto il capitolo. Probabilmente, siccome è in 3D (vi ricordate quel periodo in cui uscivano tutti quei film in 3d?!) ha alcune delle scene di morte più “spettacolari”. Tutto in questa scena fa sudare le mani allo spettatore, essendo ambientata in una palestra in cui un gruppo di ginnaste si sta allenando. Cosa può andare storto quando il tuo corpo volteggia e si avvita per aria? SPOILER: tutto.
5. Tim, Final Destination 2 (2003)
I medici fanno sempre paura. Dopo essere passati per l’oculista, ci tocca ora il dentista. Come per Olivia, la causa della morte non è direttamente l’intervento cui il personaggio viene sottoposto – quello serve solo per farti salire i conati di vomito. Infatti, i denti non c’entrano nulla con la morte di Tim. Anzi, di quelli non gliene resterà neppure uno al momento dell’uccisione (a dirla tutta, non resta proprio nulla da seppellire).
6. Ian, Final Destination 3 (2006)
La morte di questo personaggio ha una potente carica drammatica perché avviene durante una discussione/confronto tra lui e gli altri personaggi che cercano di metterlo in guardia. Ian, infatti, è convinto che la morte l’abbia saltato e ciò sembra trovare conferma nel fatto che i fuochi d’artificio presenti sulla scena, nonostante siano direzionati verso di lui, non lo sfiorano nemmeno. Proprio nel momento in cui sta cantando vittoria, ecco che la morte beffarda decide di ridurlo in poltiglia, proprio come Tim.
7. Janet, The Final Destination 3D (2009)
Come il quinto capitolo, anche questo quarto è in 3D. La morte di Janet ha un che di metacinematografico e molto ironico, essendo ambientata in un cinema in cui la ragazza sta guardando proprio un film in 3D. “Io dovevo essere qui, a guardare questo film”, dice, e mentre litiga con i protagonisti (che, come in ogni film, hanno capito tutto ma non vengono creduti da nessuno), sullo schermo tutto esplode. Incluso lo schermo stesso.
Menzione d’onore: Rory, Final Destination 2 (2003)