Dal 12 maggio arriva nelle sale italiane il nuovo adattamento cinematografico nato dalla penna del prolifico “King” dell’orrore: Firestarter, romanzo del 1980, prende nuova vita dopo il suo primo esordio sul grande schermo nel 1984. Diretto da Keith Thomas e prodotto da Jason Blum e Akiva Goldsman.
La storia
Antony e Vicky, una giovane e splendida coppia, sono i genitori di un’altrettanta stupenda bambina: Charlie, undici anni appena compiuti. Ma l’idillio di quel che sembra la perfetta famiglia statunitense nasconde in realtà un segreto misterioso. Una mina inesplosa gravita intorno alle loro esistenze. E questa mina è proprio Charlie.
La ragazzina è infatti dotata di un potere distruttivo e incontrollabile che – se non gestito – è capace di annientare qualsiasi cosa la circondi, incluso tutto ciò che ama.
E sebbene l’amore e le cure dei suoi genitori abbiamo protetto Charlie fino a questo momento, adesso forze potenti e decise a sfruttare questo crescente potere sono pronte a tutto per trovarla.
Sarà in grado Charlie di incanalare il suo potere per proteggere i suoi cari e salvare se stessa? Oppure sono destinati a soccombere davanti alla forza distruttiva e seducente del potere che scorre dentro di lei, così potente tanto da influire sulla sua volontà?
Il nuovo adattamento
L’adattamento contemporaneo di Firestarter concentra la sua attenzione sul cambiamento interiore della piccola Charlie, catapultata in un mondo di orrore e verità in maniera violenta e rapida; forse eccessivamente per risultare credibile dal punto di vista dell’intreccio. Ciò che ne consegue è che la giovane e talentuosissima protagonista si trova a muoversi all’interno di un mondo costruito in maniera forse troppo superficiale rispetto al grande cambiamento che è costretta ad affrontare, dove gli altri personaggi e le regole del mondo in cui vive risultano poco chiare rispetto al percorso che lei compie.
La piccola Charlie: l’influenza del potere
La storia di Firestarter colpisce da subito grazie alla capacità – del tutto Kingiana – di raccontare dell’infanzia grazie alla potenza degli elementi sovrannaturali. Da sempre i personaggi femminili che popolano l’immaginario del romanziere nei suoi racconti più articolati si caratterizzano per la loro connessione con il sovrannaturale più estremo (basti pensare a Carrie, l’esempio più lampante). E questo è anche il caso della piccola Charlie: nata con un “dono” che è stata costretta a nascondere per proteggere se stessa e gli altri, si trova sulla soglia della pubertà a non essere più in grado di controllarlo. Ed è proprio questa perdita di controllo che diventa il fulcro del racconto kingiano e il centro di questo ultimo adattamento cinematografico: il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, la comprensione della morte e della sofferenza e, più di ogni cosa, la conoscenza della verità. L’innesco dell’exploit (letterale) di Charlie, deriva proprio dal fatto che i genitori sono costretti per proteggerla a rivelarle la verità sul suo – e sul loro – passato.
È interessante come la rabbia e il potere di Charlie inizino la loro ascesa proprio dal momento in cui è costretta a non essere più una bambina, in quanto la vita la mette davanti per necessità a fare i conti con chi è veramente. E, come ogni cambiamento che si rispetti, questo spaventa.
Ecco, cosa succede quando la paura passa e lascia spazio alla curiosità di esplorare questo cambiamento e – nel caso di Charlie – questo potere?
Questo elemento è sicuramente lo snodo fondamentale e più interessante che, anche in questo adattamento, viene portato alla luce efficacemente: lo scavalcamento di quella sottile linea tra il controllo e il rilascio, la pazienza e la rabbia, il razionale e la libertà di lasciarsi andare verso qualcosa di devastante e seducente. Tutto questo in Firestarter viene presentato attraverso gli occhi della piccola Charlie, appena undicenne, e questo sicuramente ne aumenta l’efficacia e l’intensità.