Un allucinante viaggio nell’incubo, tra alieni e personaggi grotteschi, Fried Barry ha convinto critica e pubblico di tutto il Mondo
Ryan Kruger dirige un film sudafricano che ha fatto molto parlare di sé in svariati Festival. Una storia semplice solo all’apparenza, che non esita a trascinare lo spettatore in un vortice di eventi sempre più weird. Il tutto grazie anche alla straordinaria interpretazione di Gary Green, già iconica per chiunque abbia visto il film.
Strani rapimenti alieni e nuove esperienze
La storia parla di Barry, uomo sempre in mezzo ai guai e dipendente dalla droga. In continua lite con la moglie e un pessimo padre per il loro piccolo figlio. Fino al giorno in cui viene rapito dagli alieni. Tutta la sequenza ricorda i celebri racconti sugli abduction con tanto di esperimenti sessuali fatti all’uomo. Il giorno dopo Barry si risveglierà, ma non sarà più la stessa persona.
Da questo momento del vecchio Barry è rimasto solo l’involucro di carne, mentre qualcos’altro si è impossessato di lui. Incomincia a vivere esperienze sempre più grottesche, con l’innocenza di un neofita appena giunto sul nostro Pianeta. Il vero punto di forza del film è come Barry riesca sempre ad uscire indenne da situazioni potenzialmente pericolose con il suo stile naif e senza pregiudizi.
Scontrarsi con un pedofilo che commercia bambini, fuggire da un ospedale psichiatrico ed immischiarsi in pericolosi giri criminali: sono solo alcune delle inquietanti avventure che vivrà Barry. Inoltre non mancheranno gli episodi weird: come ingravidare una prostituta dopo un rapporto e vedere nascere il bambino alcuni minuti dopo.
A metà tra il cinema di Noè e quello di Gilliam
Con Fried Barry, Kruger ha diretto un film che ricorda in molte sequenze i trip visivamente allucinanti di Gaspar Noè. Molte scene, che permettono al protagonista di passare attraverso una catena di eventi sempre più assurdi, sono invece proprie del cinema di Terry Gilliam. In tutto questo mantiene, però, un suo stile personale che ben amalgama i deliri vissuti da Barry alla quotidianità della città sudafricana.
Il film viene retto grazie alla espressività folle ed allucinante di Gary Green. Il suo volto sembra quasi gommoso, pronto a deformarsi in espressioni sempre più inquietanti ed assurde. Se non si arrivasse ad empatizzare con lui, farebbe quasi paura con quegli occhi sempre allucinati e maniacali.
Grazie alla sua fotografia al neon con colori accesi ed una regia mai banale nel seguire le peripezie di Barry per la città, il film è stato nominato a ben 7 premi agli Africa Movie Academy Awards. Inoltre, Fried Barry ha vinto l’edizione 2020 del Be Afraid Horror Fest di Gorizia, convincendo il regista a tornare quest’anno per presentare il suo nuovo cortometraggio.
Se vorrete farvi rapire anche voi per vivere un delirante incubo sudafricano, Fried Barry è il film che saprà regalarvi spaventi e weird in un mix decisamente esplosivo!
Leggi anche —> Enter the Void – Quando il Cinema diventa un’esperienza sensoriale