Arriva il nuovo capitolo del progetto MonsterVerse: questa volta Godzilla dovrà affrontare il risveglio degli altri Titani per tornare di nuovo sul trono che gli spetta. L’umanità dovrà scegliere da che parte schierarsi nella lotta per l’egemonia della Terra ed il futuro della stessa razza umana.
Sono passati cinque anni da quando Warner fece uscire un nuovo film sul kaiju giapponese, proprio durante l’anniversario dei 60 anni dalla prima apparizione di Godzilla nel film di Ishiro Honda. Quello che era iniziato come l’intento di omaggiare anche in Occidente questa figura cardine della cinematografia mondiale, si rivelò essere il primo passo nella costruzione di un universo condiviso che avrebbe preso spunto da quello supereroistico.
Il film di Gareth Edwards si era rivelato un successo al box office, ma aveva ricevuto parecchie critiche per quanto poco aveva mostrato lo spaventoso protagonista e per il modo in cui erano stati trattati alcuni dei co-protagonisti umani. Fu nel 2017 con Kong: Skull Island di Jordan Vogt-Roberts che il progetto condiviso riuscì a convincere pubblico e critica, spostando l’asticella dei Monster Movie ad un livello superiore. Questo grazie all’ottima sinergia tra una solida sceneggiatura ed all’utilizzo di creature visivamente rese alla perfezione ed un Kong tra i migliori mai apparsi sul grande schermo.
Uomini e mostri nella lotta per la Terra
In questo nuovo film l’umanità ha conosciuto il risveglio di Godzilla e di come si sia battuto contro i M.U.T.O. dopo che gli stessi esseri umani li avevano inconsapevolmente risvegliati. Da allora la misteriosa associazione denominata M.O.N.A.R.C.H. ha deciso che rivelerà i siti in cui riposano gli antichi Titani, con il fine della ricerca e di un possibile futuro di coesistenza tra le due specie. L’esercito e molti governi non sono d’accordo con il loro operato e da anni è in corso un processo all’associazione per interrompere le loro ricerche e porre fine ai mostri prima di ulteriori danni alla civiltà. Come successo durante la grande battaglia avvenuta a San Francisco tra Godzilla e i M.U.T.O., da cui il Mondo cinque anni dopo fatica ancora a riprendersi.
Tra di loro anche la famiglia Russell, che aveva perso un figlio negli scontri, adesso divisa a causa del non superamento di quel tragico avvenimento. Il padre Mark, interpretato da Kyle Chandler, è tornato a lavorare come documentarista dopo un periodo di crisi ed alcolismo. Vera Farmiga invece interpreta la madre Emma, una dottoressa che collabora nella realizzazione di un apparecchio chiamato ORCA che ha il compito di lanciare un bio-segnale ai Titani per comunicare con loro. Con lei vive anche la figlia Madison, interpretata dalla rivelazione Millie Bobby Brown di Stranger Things, una ragazza intraprendente che dovrà scegliere da che parte stare nel conflitto famigliare.
Infatti il passato di Emma sarà più misterioso di quanto posso sembrare e le relazioni che ha instaurato negli ultimi anni, potrebbero ritorcersi contro di lei e la sua famiglia. Tornano Ken Watanabe nei panni del dottor Ishiro Serizawa (omaggio al dottore interpretato da Akihiko Hirata nel film del 1954) e Sally Hawkins nel ruolo della dottoressa Vivienne Graham. Anche tra gli umani ci sarà un villain che ostacolerà i protagonisti, l’eco-terrorista Alan Jonah interpretato da Charles Dance, personaggio sempre in bilico tra giusti principi e moralità distorta.
Oltre al lucertolone preistorico capace di lanciare raggi atomici dalla bocca, che abbiamo già potuto conoscere nel primo film a lui dedicato, appaiono nuovi kaiju dai roboanti poteri. Ad esempio, Rodan: un gigantesco pteranodonte capace di volare a velocità supersoniche e creare spostamenti d’aria distruttivi. Inoltre con il suo battito d’ali può controllare le fiamme che si sprigionano sotto di lui. Alla battaglia si unirà anche Mothra, una falena divina capace di far fuoriuscire una polvere velenifera dalle sue ali al fine di stordire gli avversari. Ma il vero sfidante al trono di Re dei mostri appartiene al gigantesco dragone a tre teste chiamato Ghidorah. Una maestosa Idra che convoglia in sé il potere dell’energia elettrica e che possiede, come la mitologica creatura, l’abilità di rigenerarsi per tornare subito a combattere.
Un buon capitolo che però manca della componente umana
Il difetto più grande della pellicola è stato quello di non dare troppa profondità ai suoi protagonisti umani in mezzo agli scontri tra Titani. Il focus è giusto rimanga sui kaiju e la loro lotta per il dominio del Pianeta, ma una maggiore empatia e sinergia con i tanti protagonisti umani avrebbe reso il film ancora più apprezzabile. Invece, a partire dalla problematica famiglia al centro della vicenda, nessuno di loro è riuscito ad avere una storyline accattivante al pari degli scontri sopra citati. Con Kong: Skull Island l’immersione totale dello spettatore era risultata efficace proprio perché i protagonisti non solo interagivano con il gigantesco primate e le altre creature dell’Isola del Teschio, ma le loro decisioni incidevano sullo sviluppo della trama principale.
La trama dello scontro segue uno schema abbastanza classico del genere con la caduta e la rinascita del nostro lucertolone atomico. Rimane comunque apprezzabile la cura messa nella realizzazione dei kaiju dalla CGI alle loro interazioni. La regia di Michael Dougherty riesce a non essere mai confusionaria e permette di apprezzare la maestosità delle creature anche durante le sequenze più frenetiche. Il regista non è nuovo al genere horror venendo da pellicole come La vendetta di Halloween e Krampus – Natale non è sempre Natale, dimostrandolo anche qui con alcune scene molto survival. La fotografia risulta permeata da colori freddi oppure molto caldi nelle scene infuocate, risultando però sempre pulita e mai desaturata.
Citazioni paurosamente cinefile
Per noi appassionati è giusto ricordare come Dougherty ci abbia lasciato alcune chicche da gustare. Nella seconda parte del film, quando gli scienziati dovranno trovare Godzilla per l’ultima battaglia, viene presentata l’antica civiltà sprofondata nell’abisso marino in cui il Titano si rifugia per recuperare le forze. Proprio tra queste antiche rovine si può scorgere una statua che ricorda moltissimo quella del demone Pazuzu del film L’esorcista del 1973.
Inoltre nella prima parte i protagonisti si troveranno nell’Avamposto 31, stazione M.O.N.A.R.C.H. situata in Antartide, che ricorda non solo nel nome quella de La cosa del 1982. A fine film, durante i titoli di coda, viene ricordato Haruo Nakajima, l’attore che aveva rivestito i panni di Godzilla fin dal primo film, scomparso nel 2017 e a cui è dedicata la pellicola. Infine, non alzatevi prima della fine dei titoli di coda, come qualunque universo condiviso che si rispetti anche qui è stata inserita una scena aggiuntiva che sembra far presagire la nascita di una nuova minaccia per Godzilla e l’umanità.
Il messaggio di fondo rimane quello che da sempre caratterizza le pellicole con protagonista Godzilla: la più grande minaccia per la Terra verrà sempre dall’uomo e non da gigantesche creature titaniche. Il rispetto dell’ambiente deve essere la base sulla quale costruire un mondo sostenibile e che ha trovato in queste creature il suo particolarissimo sistema immunitario.