In occasione del compleanno di Joe Dante, noto per Gremlins, L’ululato e Piranha, ma anche per i più recenti The Hole e Burying the ex, andiamo a rispolverare Gremlins 2 – La nuova stirpe (The New Batch), un sequel più folle e cinico del suo predecessore.
Trama
Dopo la morte del signor Wing, l’uomo che si prendeva cura del mogwai Gizmo, il suo negozio viene demolito per dare spazio a nuovi edifici della Clamp Enterprises, compagnia che ha ormai il possesso di New York. Gizmo finisce così tra le grinfie di scienziati folli (tra questi il dottor Catetere interpretato dal magnifico Christopher Lee) che hanno la base operativa proprio in uno dei grattacieli della Clamp. In questo edificio super tecnologico e futuristico lavorano anche Billy (Zach Galligan) e Kate (Phoebe Cates), che si accorgono della presenza di Gizmo e tentano di portarlo in salvo. Un incidente, però, porta alla nascita dei terribili gremlins che continueranno a riprodursi in maniera incontrollata e a seminare il panico per la città.
Critica al capitalismo
Gremlins 2 ha avuto una genesi particolare perché Joe Dante non ne voleva sapere nulla di un sequel, considerando Gremlins del 1984 un film fatto e finito. Se La nuova stirpe esiste è solo perché a Dante è stata concessa assoluta libertà creativa: “mi hanno lasciato fare il film che volevo io, anche se in realtà non lo hanno capito”, diceva in un’intervista con Michael Sragow nel 2015.
E infatti Gremlins 2 è un film strano, anarchico, in cui i piccoli mostriciattoli non sono i veri antagonisti e dove c’è pure la rottura della quarta parete, in un susseguirsi di momenti assurdi e caotici. È una parodia di vari film e icone, da Rambo a Il fantasma dell’opera, e allo stesso tempo un’autoparodia: quando Billy tenta di spiegare le famose regole dei mogwai ai colleghi, ad esempio, questi ultimi ne sottolineano la stupidità e assurdità. Ma La nuova stirpe è anche una parodia dei franchise hollywoodiani; Dante ci ha voluto dire, in parole povere, che i sequel esistono spesso solo per fare soldi.
Nuovi Gremlins
Come è norma dei sequel, Gremlins 2 è più “grande” (ci sono veramente tantissimi tipi di gremlins diversi) e più costoso, ma rappresenta un’anomalia per ciò che mette in scena, con un tono così derisorio e pungente che mi meraviglio gli abbiano dato il via libera. Il film, infatti, se la prende con i ricchi, con la società capitalista, con l’ipocrisia americana. Emblematica è la scena in cui uno dei gremlin, divenuto intelligente e capace di parlare dopo aver ingerito una delle pozioni del dottor Catetere, viene intervistato; a lui è affidato un monologo bellissimo: quando gli viene chiesto cos’è che i gremlins cercano, risponde che tutto ciò che lui e i suoi compagni “invasori” vogliono è la civilizzazione che gli umani hanno raggiunto con tanti sacrifici, fatta di compassione, diplomazia e buone maniere…per poi procedere a sparare in testa a uno della sua specie.
Un film perfetto per l’epoca (e non solo)
Gremlins 2 funzionava benissimo alla sua uscita, ovvero nel 1990, quando George H. W. Bush era presidente, e funziona ancora oggi nel 2023 perché la sua storia è ancora attuale e sempre valida. Sì, gli effetti speciali non sono invecchiati benissimo e la componente horror è minima se non addirittura inesistente, ma il film rimane irriverente e irresistibilmente divertente.
Fa ridere per come mette in ridicolo il potere e i potenti, creando uno scenario futuristico/distopico in cui non ci si può fermare perché ciò che conta è la produttività, un sistema in cui gli esseri umani sono ritenuti degni solo se utili – e per essere utili bisogna, ovviamente, produrre. Una mentalità che abbraccia la vita intera e non solo quella umana: c’è una scena in cui gli scienziati, nel loro laboratorio, tentano di trovare un modo persino per rendere i topi, che popolano in numerosi le strade di New York, utili alla società.
Ma ci sarà un sequel?
Si è parlato e si continua a parlare di un possibile Gremlins 3, di cui esisterebbe anche una sceneggiatura; nel 2017 Chris Colombus ha infatti dichiarato di aver scritto una storia “twisted and dark”. Dante però si dissociò a suo tempo e continua a farlo, dichiarando che la Warner Bros, che detiene i diritti, non conosce (o non capisce) davvero il soggetto dei Gremlins e finirebbe per snaturarlo. E poi, in fondo, non c’è bisogno di un terzo capitolo: Dante ha già vinto tutto con La nuova stirpe.