Neil Jordan dirige un thriller non memorabile ma avvincente, in cui Isabelle Huppert interpreta con grande maestria l’ennesimo ruolo “torbido” della sua carriera.

L’uscita di Greta

Greta è un film di Neil Jordan, presentato in anteprima nel 2018 al Toronto International Film Festival. Se la pellicola ha debuttato poco dopo (marzo 2019) nelle sale americane, lo stesso non si può dire dell’Italia, in cui il film è arrivato solo nel 2022 e direttamente in home video, grazie a Koch Media. Ma Greta è una pellicola che davvero merita di essere vista? Ecco la recensione del film.

Trama

Frances (Chloe Grace Moretz), ragazza orfana di madre, vive a New York con l’amica Erica (Marika Monroe). Un giorno trova una borsetta abbandonata sulla metropolitana e decide di rintracciarne la proprietaria. L’oggetto appartiene a Greta (Isabelle Huppert), una vedova apparentemente gentile e premurosa che presto, però, inizierà a tormentare Francis.

Un film non originale ma avvincente

La trama di Greta non è poi così originale e permette di realizzare un thriller classico ma ben costruito in cui per lo più spiccano le interpretazioni delle due attrici principali, Chloe Grace Moretz e Isabelle Huppert. Lo spettatore comprende fin da subito che il personaggio di Greta non è chi racconta di essere e che il rapporto che si crea tra le due donne (assimilabile a quello madre-figlia) è destinato a concludersi nel peggiore dei modi. Molto interessante è l’incontro tra le due e la costruzione del rapporto: dopo aver ritrovato la borsetta che Greta ha casualmente (o forse no) smarrito sulla metropolitana, Francis decide di riportagliela e tra le due si crea fin da subito un legame forte, che porta la ragazza a non dubitare mai (finché non sarà inevitabile) della donna.

La ricerca del “surrogato materno”

Questo rapporto – che si crea nei primi minuti del film – è credibile e giustificabile da un elemento narrativo che ci viene fornito immediatamente: Francis ha perso sua madre qualche anno prima e inconsciamente cerca una figura che possa rimpiazzarla. Allo stesso modo, Greta racconta a Francis di soffrire molto la solitudine a cui la morte del marito e il trasferimento a Parigi della figlia l’hanno condannata. Se il castello di bugie costruito dalla donna è destinato a crollare presto e ad aver risvolti tragici, inizialmente Francis ripone grande fiducia in Greta che costituisce per lei una sorta di surrogato materno, una presenza che può colmare il vuoto che la precoce morte della madre ha causato nella sua vita.

Quando la ragazza comincia a scoprire gli scioccanti segreti di Greta, è ormai troppo tardi: la donna ha sviluppato per lei una sorta di ossessione e non la lascerà fuggire tanto facilmente, anzi. Greta è, quindi, un film avvincente che nei suoi 98 minuti è in grado di catturare senza problemi l’attenzione dello spettatore, riuscendo a creare anche avvincenti momenti di tensione.

Greta, personaggio isterico

Come succede frequentemente nei thriller di questo tipo, a destare più interesse nello spettatore non è il protagonista, ma il villain. Greta è una donna sola, con un tragico passato alle spalle di cui lei è in gran parte la stessa artefice. Ciò che spicca nel ritratto della donna che il film costruisce, è il desiderio di trovare un surrogato della figlia (di cui presto scopriremo il tragico destino), una ragazza che la ami come si ama una madre, ma che resti sempre con lei. Greta cerca un figlia che le appartenga, nel senso più totale del termine, sia per cancellare il trauma vissuto sia per scacciare quella solitudine che tanto le pesa.

Greta è la classica isterica lacaniana: per Lacan, infatti, l’isterica è una donna (ma talvolta si può parlare anche di isteria maschile) che ha come unico obiettivo quello di farsi desiderare dall'”Altro” e di rendere l'”Altro” mancante, convincendolo che solo lei può curare questa mancanza. La definizione di Lacan è una descrizione perfetta del personaggio interpretato da Isabelle Huppert: Greta cerca di convincere (indirettamente e indirettamente) Francis di essere l’unica che può rimpiazzare la mancanza della madre. Le chiede insistentemente di raccontarle aneddoti sulla madre in modo da acuire il più possibile questa mancanza e subito dopo si pone implicitamente come la soluzione assumendo atteggiamenti quasi materni.

Il personaggio di Greta è senza dubbio interessante ed è magnificamente interpretato da Isabelle Huppert, la quale ha ormai fatto l’abitudine a ruoli più “torbidi“.

Isabelle Huppert e i suoi ruoli più interessanti

In Greta, quindi, a prendersi la scena è senz’altro Isabelle Huppert, attrice assai versatile che però nella sua carriera ha spesso interpretato personaggi “torbidi”, spesso perversi. Magistrale la sua interpretazione in Elle, controverso film di Paul Verhoeven, che le è valso anche una candidature ai premi Oscar come miglior attrice: in questa pellicola Isabelle Huppert interpreta il ruolo di una donna d’affari che cerca di scoprire l’identità dell’uomo che l’ha stuprata; questa “caccia” si trasformerà presto in un gioco sessuale sadico. Altro personaggio assai intrigante e complesso è quello che la donna interpreta in La pianista di Micheal Haneke (regista anche di Funny Games). Meno conosciuto è, invece, il noir Grazie per la cioccolata di Claude Chabrol, film particolarissimo e pieno di colpi di scena. Insomma, se avete visto Greta e apprezzato Isabelle Huppert in questo ruolo, allora non potete perdervi i film appena menzionati.

Conclusioni

Greta non è un film originale o memorabile, ma è un thriller assai avvincente in grado di catturare e convincere lo spettatore. Isabelle Huppert afferma la sua grandezza (anche se non ce ne era bisogno) come attrice e conquista la scena, con un personaggio sadico e complesso che fin da subito conquista la scena. In conclusione, se non avete ancora visto Greta di Neil Jordan, vi consiglio di correre a comprare il DVD e di guardarvelo senza alcuna esitazione.

VOTO:

Classificazione: 3.5 su 5.