Si è conclusa su Disney Plus la nuovissima serie horror di Ryan Murphy, con protagonista Niecy Nash, composta da dieci episodi capaci di creare un’alternanza tra diversi generi: drammatico, thriller psicologico, horror religioso e grottesco.
L’articolo contiene SPOILER
I primi sette episodi
Una serie di violenti e raccapriccianti omicidi legati ai testi religiosi. Una detective, Lois, con problemi di alcolismo e il marito in coma. Una giovane suora alternativa con una passione sfrenata per il true crime. Un prete attraente e misterioso con tendenze sadomasochiste. È questo lo scenario che contraddistingue Grotesquerie, almeno nei suoi primi episodi, in un’atmosfera surreale, in cui il tempo sembra sospeso, caratterizzata spesso da situazioni grottesche e da alcune scene gore o particolarmente violente.
In tutto ciò, attraverso lunghi dialoghi, emergono tutti i problemi che affliggono Lois nelle sue relazioni familiari, a partire dal rapporto difficile con la figlia – con il suo disturbo alimentare – per arrivare alla relazione, ormai giunta al capolinea, con il marito Marshall. In questa atmosfera surreale e, appunto, grottesca, ci troviamo talvolta in un ospedale semi-vuoto, nel quale l’infermiera che dovrebbe occuparsi di Marshall inizia a masturbare il paziente (in coma), rivelandosi poi come la sua amante; poi, ci spostiamo in una chiesa in cui padre Charlie prima si autoflagella e dopo corteggia spudoratamente suor Megan, accendendo in lei un desiderio fisico che sfocia in un rapporto sessuale, in seguito al quale la suora manifesta sintomi di possessione. E infine – ma questi sono solo alcuni esempi – siamo immersi nel caos totale, in un motel in cui la violenza e il degrado raggiungono il loro apice.
Il plot twist
Arriviamo, così, al settimo episodio, nel quale un grande plot twist ribalta l’intera storia: non è Marshall a essere in coma, bensì Lois, e tutto ciò a cui abbiamo assistito in quei primi sette episodi non è altro che un sogno della detective. Tutte le persone che popolano questa visione onirica di Lois hanno un corrispettivo nella realtà: padre Charlie è in il medico che la sta curando, suor Megan è la detective che ha preso il suo posto, l’infermiere di cui Lois si è invaghita è in realtà il marito della figlia che ha tradito quest’ultima proprio con Lois.
Ma questa nuovo mondo (reale) che lentamente si svela negli ultimi tre episodi presenta criticità simili a quelle del sogno di Lois, a partire dal rapporto travagliato e problematico con la famiglia. E, nel finale, questa realtà, con tutti i suoi tratti inquietanti, inizia a trasformarsi in un doppio del sogno della detective, con degli omicidi pressoché identici.
Due storie in una
Se dividiamo i dieci episodi che compongono Grotesquerie in due parti (primi sette e ultimi tre), notiamo di trovarci davanti a due storie diverse, che nella modalità e nella costruzione richiamano la formula American Horror Story (creata sempre da Ryan Murphy). Nelle due parti, infatti, gli attori sono gli stessi ma cambiano molti dei loro ruoli, mentre alcuni restano invariati (basti pensare a Lois, Marshall e alla figlia, Merritt): è questo, in un certo senso, ciò che accade in AHS nel passaggio da una stagione all’altra.
Un horror religioso postmoderno (prima parte)
La prima parte si configura come un horror religioso profondamente postmoderno, nella misura in cui la chiesa e la religione – come in tanti film di genere del passato – hanno un ruolo centrale nella costruzione narrativa che, però, rispetto al passato, viene del tutto sovvertita, costituendosi appunto come postmoderna. E se questo gesto sovversivo sta anche nel scegliere come protagonista una donna nera di mezza età, si può anche constatare che tale gesto si allarga anche alla regia, in particolar modo nella scelta di ricorrere a un gaze (sguardo, per citare Laura Mulvey) diverso da quello tradizionale (maschile): a essere esplicitamente sessualizzata, infatti, non è la figura della suora – come avveniva tipicamente in passato – ma quella del prete, che viene più volte mostrato nudo o seminudo in attività particolarmente ambigue che ne esaltano la bellezza (sessuale) del corpo.
Una forte tendenza postmoderna è registrabile anche in altri elementi, come l’evidente citazionismo ad altre opere, la frammentarietà della narrazione e la rappresentazione di identità molteplici con figure umane lontane da quelle canoniche e tipizzate.
Un thriller psicologico postmoderno (seconda parte)
Nella seconda parte, che si configura come un thriller psicologico, il tratto postmoderno della serie si affievolisce per alcuni aspetti, ma ne sorgono altri altrettanto evidenti: la narrazione resta frammentata e lo statuto dell’immagine viene continuamente messo in discussione (con lo spettatore che rimane costantemente in dubbio di trovarsi di fronte a un’altra visione onirica e che, talvolta, è addirittura portato a dubitare del contenuto del plot twist, sospettando che ciò che si è visto nella prima parte non fosse solo un semplice sogno).
Allo stesso tempo, emerge una sorta di gruppo per soli uomini, estremisti, la cui rabbia è rivolta verso la cosiddetta cultura woke, colpevole di “rovinare le loro vite”. Incapaci di costruirsi una propria identità in un mondo più libero in cui il ruolo dell’essere umano non è più culturalmente prestabilito in base al genere, questi uomini vengono utilizzati da Murphy (sempre attento ai movimenti della contemporaneità, come aveva già dimostrato in American Horror Story: Cult) per innescare una riflessione sul contemporaneo, sia per quanto riguarda le forme di intolleranza e di odio cavalcate politicamente negli ultimi anni dalle destre estreme (e non solo), sia relativamente all’esasperazione del politicamente corretto.
Contaminazione di generi: dialoghi drammatici e piani sequenza da action movie
Se, come abbiamo visto, Grotesquerie si presenta come costituita da due generi diversi (horror religioso e thriller psicologico), non si può non notare come le due parti in cui la serie è divisa siano a loro volta composte da una contaminazione di diversi generi e anche questo è un tratto tipicamente postmoderno. Grotesquerie ricorre a moltissimi dialoghi che enunciano la drammaticità dei rapporti di Lois, complessi e travagliati (esemplificativo il rapporto madre-figlia con Merritt). A questa abbondanza di momenti “lenti” – a livello registico basati su semplici campi e controcampi – si oppongono sequenze dinamiche, quasi da film di azione. Tra queste, la sequenza più emblematica è quella che costituisce i primi quindici minuti del quinto episodio (Red Haze) in cui Lois e Megan si trovano in un motel in cui una serie di eventi surreali cattura la loro attenzione e mette le loro vite a rischio.
Questi primi quindici minuti sono tutti in piano sequenza e – per eventi, ritmi, ambientazioni – costituiscono il passaggio più elettrizzante e surreale dell’intera serie. Una prodezza tecnica capace di esaltare la situazione tensiva che le due donne si trovano ad affrontare nel motel. Altrettanto vincente ed efficace è il montaggio alternato che mostra lo scontro mortale tra Lois e Megan e, contemporaneamente, la realtà in cui Lois, in stato comatoso, è prossima alla morte dopo che Marshall ha deciso di “staccare la spina”. In conclusione, se le sequenze statiche sono assai più numerose, quelle dinamiche sono perfettamente costruite e, essendo molto diluite, acquisiscono una maggiore potenza emotiva e narrativa.
I personaggi e i loro conflitti interiori
Il personaggio più interessante è indubbiamente quello di Lois, interpretata magistralmente da Niecy Nash. Detective con un’importante carriera alle spalle, elogiata e ostracizzata, Lois non viene tratteggiata come una donna integerrima dalla vita perfetta, bensì come un essere umano reale e fallibile, talvolta forte, talvolta debole, spesso cinica ma a volte molto empatica. Lois appare come una donna forte e decisa, infallibile, ma le sue umane debolezze emergono nel rapporto problematico con la figlia, nei suoi fallimenti relazionali e, infine, nel suo alcolismo.
Quando veniamo calati nel nuovo contesto, che costituisce apparentemente la realtà, queste debolezze permangono, addirittura i rapporti familiari si rivelano ancora più aspri e complessi, con Merritt che non vuole avere nessun tipo di rapporto con la madre dopo che ha scoperto che suo marito l’ha tradita proprio con lei. Il personaggio di Marshall, professore di filosofia, si rivela essere un traditore cronico con una forte dipendenza dal sesso. Nella prima parte, padre Charlie e suor Megan si costituiscono come personaggi negativi (soprattutto quando si scopre che sono loro i due assassini che tormentano Lois), con un’ossessione per il true crime e per la cronaca nera.
Lacan e il sogno come linguaggio
Altrettanto interessante è il ruolo professionale di Marshall, professore di filosofia, che fa sì che l’uomo (e non solo lui) citi più volte Lacan, psicanalista francese erede di Freud. Lacan è stato – ed è tuttora – a lungo utilizzato per l’interpretazione dei film (e del cinema tout court) in chiave psicanalitica, da teorici di enorme importanza come Christian Metz e Slavoj Zizek. Non è un caso, allora, che tra i tanti filosofi citabili, nella sceneggiatura di Grotesquerie si ricorra più volte allo psicanalista francese. Forse perché la dimensione onirica che si articola nei primi sette episodi della serie presenta alcuni spunti fondamentali per comprendere più a fondo il personaggio di Lois. A differenza di Freud, infatti, Lacan considera i sogni come un linguaggio, i cui significanti hanno un valore simbolico che richiede di essere interpretato per comprendere l’inconscio.
Il Reale traumatico
Nella filosofica lacaniana, è di importanza fondamentale il concetto di Reale – uno dei tre registri insieme al Simbolico e all’Immaginario –, il registro a cui appartiene tutto ciò che non può essere simbolizzato, che è al di fuori del linguaggio e che travolge e traumatizza il soggetto. Nel sogno di Lois è proprio il registro del Reale a emergere con prepotenza, a travolgerla e a confonderla. È proprio la sequenza del motel, sospesa tra orrore, grottesco e no-sense, a incarnare perfettamente questa emersione del Reale, di fronte al quale Lois perde completamente il controllo della situazione, incapace di gestire tutto ciò che le sta accadendo (l’apice è la telefonata dell’infermiera Redd).
Tuttavia, in questo “tempesta” di Reale che è il sogno di Lois, emergono anche alcuni desideri inconsci della protagonista, tra cui quello di trovarsi nuovamente nella veste di detective per risolvere un caso che presenti una tale complessità da essere alla sua altezza, di risolverlo e di far soffrire il marito ponendo fine alla sua vita per vendicarsi dei suoi tradimenti.
La seconda stagione
Come già detto, nel finale di Grotesquerie, si scopre che gli omicidi sui quali Lois aveva indagato nel proprio sogno, stanno iniziando ad avvenire anche nel mondo reale. La morte del dottore che curava Lois (il corrispettivo di padre Charlie), che viene messo al posto di Gesù Cristo nella composizione dell’Ultima Cena, crea nello spettatore nuovi punti interrogativi che rimangono senza risposte, dato che la serie termina proprio dopo questa scena.
I produttori hanno affermato che la seconda stagione ci sarà, anche se il rinnovo ufficiale non è ancora avvenuto. Le anticipazioni, quindi, sono poche ma il capo di FX, John Landgraf, ha affermato che Grotesquerie è come “una serie di matrioske russe. Avete appena visto la bambola dentro la bambola. Poi ci sono altre bambole dentro queste bambole”. Tutto ciò lascia presagire che le idee per proseguire la serie già ci siano, e che ciò che negli ultimi tre episodi si era rivelato come realtà potrebbe ribaltarsi ancora.
Conclusioni
Come esplicito già nel titolo, la serie fa del grottesco la sua cifra caratteristica. Per quanto, a parere di chi scrive, Grotesquerie presenti alcuni “squilibri narrativi” e per quanto essa riprenda molti elementi già visti in altri prodotti di Ryan Murphy, questa nuova serie merita indubbiamente la visione e si configura come un prodotto innovativo all’interno del panorama seriale. Sicuramente, Grotesquerie perde parte della propria essenza dopo il settimo episodio ma, in caso di una seconda stagione, potrebbe imboccare una direzione assai interessante.
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