Il 14 Aprile 1979 arrivava nelle sale italiane “Halloween- la notte delle streghe” di John Carpenter. Recensire un capolavoro del genere è alquanto superfluo, meglio guardarlo (e riguardarlo) lasciandosi trasportare dalle sue meravigliose atmosfere. Ecco perché in questo articolo prenderemo in esame 10 curiosità sulla pellicola, considerata il primo grande film slasher.
1-Carpenter, nella stesura della sceneggiatura e in alcune scelte di regia, si lasciò ispirare da “Black Christmas- Un Natale Rosso Sangue” di Bob Clark. Secondo un aneddoto pare che Carpenter ebbe addirittura uno scambio con Clark, in cui il secondo affermò ironicamente che un ipotetico sequel di Black Christmas avrebbe potuto avere come ambientazione proprio la sera del 31 Ottobre.
2-Halloween presenta due collegamenti interessanti con Psyco, capolavoro di Alfred Hitchcock e precursore del genere slasher. L’attrice Jamie Lee Curtis è infatti figlia di Janet Leigh, nota al grande pubblico per il ruolo di Marion Crane nel film del 1959. La Leigh avrebbe fatto inoltre un cameo in uno dei sequel, “Halloween: 20 anni dopo”. Lo psichiatra di Michael Myers, Samuel Loomis, prende poi il nome dall’omonimo personaggio di Psyco. Ciò ha peraltro spinto i fan più incalliti a lanciarsi in una strampalata teoria secondo cui i due non sarebbero due figure distinte, ma la stessa persona.
3- Per il ruolo di Samuel Loomis vennero inizialmente contattati Peter Cushing e Christopher Lee, ma entrambi declinarono l’offerta Venne infine scritturato Donald Pleasence, che regalò un’interpretazione magistrale. Anni dopo, Christopher Lee ha affermato di essersi pentito di aver rifiutato quel ruolo.
4- Il nome del serial killer, Michael Myers, è un omaggio di Carpenter ad una persona realmente esistente. Infatti, si chiamava così uno degli addetti alla promozione del primo lungometraggio del regista “Distretto 13: le brigate della morte”.
5-Nelle prime idee, la maschera indossata da Myers non sarebbe dovuta essere quella poi apparsa nel film. Il killer avrebbe infatti dovuto indossare una maschera da pagliaccio simile a quella che vediamo nel flashback con cui si apre il film. Nella sceneggiatura originale di Carpenter possiamo inoltre notare come, in quella scena, fosse previsto che il giovane Myers indossasse già la sua iconica maschera bianca.
“It is a large, full-head platex rubber mask, not a monster or a ghoul but the pale NEUTRAL FEATURES OF A MAN weirdly distorted by the rubber.”
Dalla sceneggiatura del film
6-Sebbene non sia stato mai confermato ufficialmente, è molto probabile che la maschera di Myers non fosse altro che una maschera del capitano Kirk di Star Trek, opportunamente modificata per renderla più inquietante. William Shatner, storico interprete di Kirk, ha peraltro rivelato che un anno decise di fare “dolcetto o scherzetto” indossando proprio la maschera di Myers.
7-Nel 1981, in occasione del primo passaggio televisivo sulla televisione statunitense, Carpenter realizzò delle scene aggiuntive. Esse sono state girate durante le riprese di “Halloween II” e servono e gettare le basi per il legame parentale tra Laurie Strode e Myers, principale colpo di scena del sequel.
8-Jamie Lee Curtis (Laurie Strode) e Nick Castle (Michael Myers) non sono gli unici attori ad avere fatto un ritorno per il sequel arrivato in sala nel 2018. Difatti anche P.J. Soles, interprete di Lynda nella pellicola di Carpenter, ha fatto un breve cameo. E’ infatti sua la voce dell’insegnante di Allyson, la nipote di Laurie.
9-Il film fu girato con un budget di soli 300mila dollari. Dal momento che le riprese ebbero luogo in primavera, tutte le foglie secche che si vedono sono in realtà foglie di carta verniciate.
10- Nell’Ottobre 1979 uscì un adattamento letterario del film ad opera dello scrittore Richard Curtis. All’autore fu lasciata carta bianca nell’ampliare la storia con spiegazioni e scene aggiuntive. Degno di nota è il fatto che nel romanzo si accenni ad una motivazione di carattere esoterico dietro le azioni di Myers. Curiosamente, questo tema sarebbe stato il punto forte di “Halloween 6”, uscito ben 17 anni dopo.
L’immagine utilizzata come copertina di questo articolo è uno dei tanti capolavori dell’artista Enzo Sciotti, scomparso lo scorso 11 Aprile.