His House, primo lungometraggio del regista britannico Remi Weekes, è un film horror Netflix decisamente valido, il tema dell’immigrazione è presente in maniera funzionale in questa storia di fantasmi.
Trama: una giovane coppia di rifugiati giungono in Inghilterra, scappati da guerra e miseria. Vengono provvisoriamente alloggiati in un appartamento di una cittadina britannica, ma adattarsi non sarà così semplice…
His House è stato presentato al Sundance Film Festival a gennaio, ricevendo già diverse recensioni positive. Il film è stato acquistato da Netflix che ha deciso di renderlo disponibile questo 30 ottobre, anche in occasione del periodo di Halloween.
Davvero un bell’esordio, che affronta gli spettri con cui devono fare i conti molti rifugiati, soprattutto dopo aver perso qualcuno lungo il tragitto. Il film potrebbe apparire poco originale in questo, ma la narrazione non è mai forzata e sempre coerente con la psicologia dei due protagonisti.
Il trauma irrisolto che devasta questa coppia si manifesta in modo orribile, appena si trasferiscono in questo alloggio inglese. Wunmi Mosaku (di recente anche su Lovecraft Country) e Sope Dirisu interpretano Rial e Bol, e riescono ad essere molto convincenti, mostrando tutta la sofferenza a cui vanno incontro queste persone. Bol ha un disperato bisogno di adattarsi assicurando l’ufficio immigrazione che lui e Rial sono brave persone. Ma Rial è meno entusiasta, per via delle esperienze negative che vive per adattarsi in Inghilterra.
Chi sono gli spiriti che dimorano nella casa?
L’orrore è radicato nel reale, con i flashback viviamo quei momenti di terrore viaggiando e navigando fra terra e mare, in fuga dal Sudan e da una vita brutale.
Ne segue una straziante interpretazione della classica casa stregata, con i fantasmi come demoni interiori da sconfiggere per riuscire ad adattarsi e ricominciare una nuova vita.
Il regista fonde bene l’orrore con elementi del dramma familiare e del folclore africano, trasformando lo spazio domestico in una sorta di limbo dove non si distingue il passato dal presente. E in questo film non c’è spazio per ironia e satira, come ci aveva abituato invece lo statunitense Jordan Peele, anche lui sempre impegnato con horror politici.
Un esordio notevole
Remi Weekes mostra una solida conoscenza del mestiere, molto interessante l’illuminazione e i giochi di ombre presenti nella casa, con una regia sempre precisa e che non cerca di strafare. Rivisitare il tema della casa stregata non è un compito semplice, ed il film riesce a non perdere la credibilità. La paura è costruita bene ed il ritmo riesce ad essere serrato nei suoi 93 minuti, c’è qualche jumpscare evitabile che però non è realizzato male. Personalmente avrei preferito una parte finale un pò meno esplicita, visto che il messaggio è già palese durante tutto il film.
His House è un racconto intimo con una forte battaglia interiore, due persone traumatizzate ma decise a ricominciare da capo, e di certo non sono i soliti eroi o antieroi a cui siamo spesso abituati.
Una visione che consigliamo, capita spesso che i film horror siano anche impegnati nel politico, e questo film ne è un valido esempio.
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