Oggi vi parliamo del mitico film diretto da Jack Arnold: Creature From The Black Lagoon (1954).
Questo posto รจ rimasto com’era cento milioni di anni fa. Anche gli animali sono rimasti immutati.
La trama in breve parla di un gruppo di scienziati che trova nelle torbide acque di una laguna una creatura mostruosa. Quest’ultima s’innamoraย perdutamente di un’affascinante assistente della spedizione, cosรฌ la rapisce e scompare con lei negli abissi.
Ah! Gli anni cinquanta!
Partiamo da qui. I tempi sono cambiati, la Universal si congeda dai suoi vecchi amici – Dracula, Frankenstein & Company – e va in cerca di nuovi mostri per nuovi spettatori. Sono le orde che affollano le proiezioni di Uomini sulla Luna (Irving Pichel, 1950), La cosa da un altro mondo (Christian Nyby e Howard Hawks, 1951), e cosรฌ via.
Film pieni di fascino alieno, di minacce e incubi extraterrestri, di creature giunte dai piรน remoti recessi dello spazio. Tutti protagonisti di uno scintillante universo fatto di cartapesta, gomma dipinta, carta stagnola e molta, molta fantasia.
Nulla di cui stupirsi, dunque, se il regista prescelto dagli studios per dare vita a Il mostro della Laguna Nera รจ proprio quel Jack Arnold che giร nel ’53 si era messo in mostra con il fanta-scientifico Destinazione Terra, il suo miglior biglietto da visita.
Una Star con le branchie
Ma torniamo al mostro. La vera star del film (soprannominato dai fan GILL-MAN, letteralmente “uomo branchia”) emerge, almeno cosi si dice, dal brulicante humus delle “leggende metropolitane”. Gabriel Figueroa parlรฒ per caso al produttore William Alland durante una cena tra amici: gli era giunta all’orecchio – riferรฌ il cineasta messicano – una strana diceria indigena, secondo cui le acque limacciose del Rio delle Amazzoni avrebbero ospitato un vero e proprio “uomo pesce”. Nella testa di Alland si accese subito una lampadina.
Il mostro che la Universal andava cercando cominciava a rivelare il suo profilo squamoso. Dalle mani del soggettista Maurice Zimm passรฒ in quelle degli sceneggiatori Harry Essex e Arthur Ross, che ne fecero il simpatico pescione antropomorfo che tutti conosciamo. Il costume della creatura consisteva in una pesante armatura di gomma applicata su una calzamaglia a sua volta cosparsa di colla. Un trucco che richiedeva almeno 3 ore di “tortura” prima di iniziare le riprese.
Bellezza al bagno
A questo punto, l’unica cosa che mancava era una Bella da mettere accanto alla Bestia. Il problema fu brillantemente risolto da Julia Adams e dal suo costumino da bagno bianco-neve, che gettati nelle acque della laguna di Wakulla Springs (in Florida), a due centimetri dagli artigli del mostro, solleticarono a dovere la fantasia delle giovani platee d’America… Il successo si presentรฒ puntuale al botteghino. Sorvolando sui due sequel, La vendetta del mostro e The Creature walks among us, il simpatico Gill-Man รจ penetrato cosรฌ a fondo nell’immaginario collettivo da diventare una “icona pop” universalmente conosciuta al pari di Marylin Monroe o Elvis Presley.
Curiositร : Durante le riprese, l’eroina Julia Adams rimediรฒ una brutta capocciata contro una roccia artificiale. Il povero Ben Champman (nei panni della creatura), accecato dal costume, fece un passo falso mentre la portava in braccio…
Millicent Patrick: la bella รจ una bestia!
Bestia di talento, di ingegno creativo e anche…di bellezza. Non รจ difficile capire perchรฉ sia stata scelta come modella d’eccezione per una delle tante campagne fotografiche promozionali che accompagnarono l’uscita del film. A quanto testimoniano gli esperti, fu lei la prima vera ideatrice del look del mostro. Disegnatrice di moda e illustratrice di libri per bambini, Millicent fu probabilmente offuscata da maschilismo strisciante degli studios.
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