Bando alle smancerie, vi buttiamo sul tavolo da macello la lista dei migliori dieci videogiochi horror del decennio! Scrocchiate le ossa che vi sono rimaste sane e seguiteci in questo tunnel del terrore digitale.
Diciamocela tutta, il decennio appena trascorso (2010 – 2019) non è stato prodigo e gentile nel concederci opere epocali al pari della decade precedente dove si possono annoverare titoli ancora oggi giocati, recuperati, mai dimenticati. Riproposizioni, sequel, remake: sembra quasi siamo stati accantonati, noi voraci sostenitori dell’orrore digitale, cresciuti a pane e Silent Hill. Ma col finire della decade in questione qualcosa ha cominciato a muoversi e, finalmente, abbiamo potuto soddisfare la nostra sete di paura con, pochi, titoli meritevoli di finire nella nostra bacheca degli incubi. Quali? E noi che ci stiamo a fare allora, scusate?!
Deadly Premonition (2010)
Qualcuno storcerà il naso alla lettura di questo titolo, altri urleranno gioia e visibilio; il titolo di Swery65 non fa sconti, scontenta e appaga in egual misura. Un survival horror dalla forte ispirazione Lynchiana, per le strade di Twin Peaks, nei meandri di una mente avariata, come avariata è la realizzazione tecnica. Se riuscirete a superare lo scoglio della grafica e dei comandi, già desueti all’epoca dell’uscita, potreste scoprire una delle migliori avventure horror investigative di sempre.
Dead Space 2 (2011)
Di Dead Space, uno dei più importanti titoli horror di sempre, poteva mancare il seguito? C’è da dire che il lavoro svolto è sempre di classe e solido, tutto è diventato più esagerato, più rumoroso, più sparacchino, più gore: insomma, ne vale sicuramente la pena seppur abbiamo perso il senso di spaesamento e di abbandono del primo titolo. Se dovessimo usare il parallelismo cinematografico siamo dalle parti di Aliens dopo la suspence del primo Alien.
The Walking Dead (2012)
Le avventure grafiche sono morte, o quantomeno in prognosi riservata, eppure la TellTale sforna un giusto ibrido fra quest’ultime e un survival horror: prendendo in prestito un marchio sempre più importante, la possibilità di dialoghi finalmente ben scritti e che danno la, falsa, sensazione di veicolare la storia con le nostre scelte ed enigmi di facile risoluzione abbiamo un prodotto entrato a ragione nella storia, ampliando il concetto di cross medialità fra fumetti, serial tv e videogiochi e creando un format videoludico unico che ha trovato la sua fine proprio nel 2019 con l’ultimo capitolo della saga e la chiusura della software house. Il cerchio si è chiuso, potete rispolverare i fazzoletti e commuovervi.
The Last of Us (2013)
Dopo The Walking Dead gli zombi, gli infetti, le apocalissi insomma son tornate in auge e trovano il loro acme videoludico nella storia strappalacrime di Joel ed Ellie scritta da i Naughty Dog (creatori dei ben poco horror, forse, Crash Bandicoot e Uncharted). Un gioco che ha fatto la storia della narrazione ludica e del survival al punto da aver fatto crescere l’attesa per il sequel in uscita per l’inizio del nuovo decennio. I due protagonisti ridotti ad archetipi abusati anche al cinema, rapporti padre e figlia complicati come se piovessero, burberi con la barba e ragazzine scapestrate, finali sbrodolosamente lagrimosi e multinazionali crudeli che Umbrella togliti proprio. Detta così sembra ne stiamo parlando male, invece credeteci quando vi diciamo che rimane una pietra miliare del suo genere e come tale ha partorito fin troppi figli bastardi.
The Evil Within (2014)
Shinji Mikami è il papà dei capitoli più belli e importanti di Resident Evil, Dino Crisis e tutto il survival horror che conta sotto l’ala Capcom. The Evil Within può essere considerato, a ragione, la summa della sua carriera ripescando a piene mani dai suoi vecchi lavori in una storia fatta di Detective allo sbando, un mondo stritolato da una catastrofe senza volto, allucinazioni e infetti (gli zombi ormai son passati di moda), citazioni filmiche alte e, soprattutto, meno alte. Non è una bestia facile da domare questo gioco, però per chi è cresciuto con Mikami è un passo obbligato verso la riconoscenza. Il prologo iniziale poi l’avremo giocato mille volte e, scommettiamo, potreste farlo anche voi.
Bloodborne (2015)
Per quello che consideriamo il titolo più rappresentativo del decennio, quello che ha giustificato l’acquisto della console sony numero quattro, l’esclusiva più ambita, il titolo che più ha dato lustro alla letteratura gotica e al visionario di Providence senza mai citarne un nome o scimmiottarne un racconto, il titolo considerato fra i più ostici e difficili di sempre, un titolo ancora oggi fresco e imprescindibile, un unicum nella videoteca di chiunque. Voi siete un cacciatore di aberrazioni e mostri che mettono a ferro e fuoco la cittadina di Yarnham, prossimi alla notte della Grande Caccia e la Luna di sangue. Ma questo è solo l’inizio prima della venuta dei Grandi Antichi. Impugnate la vostra arma e tuffatevi nel sangue(smunto).
Doom (2016)
Il ritorno del Re dei first personal shooter, dopo anni di episodi non riusciti o mod gratuite dei fan, ribalta il concetto di preda e cacciatore. Uccisioni brutali, mostri meccanici vomitati dall’inferno, quello vero, distese sterminate rosso Marte, musica hardcore e adrenalina a fiumi, per una volta sarete voi a piegare il male con le vostre mani.
Resident Evil 7 (2017)
Non ci dilungheremo troppo visto che potrete trovare un approfondito articolo (qui) in merito a questo titolo che riporta alla luce e con merito una saga che andava perdendosi fra smaccate svaccate di serie Z e sparatorie continue a scapito della molecola fondamentale del survival horror: la tensione.
Remothered Tormented Fathers (2018)
Un degno tributo a Rule of Rose e Silent Hill da parte di questa piccola realtà videoludica la quale riporta il genere alle sue origini: niente o poche armi, fuggire dai pericoli, avere a che fare con l’orrore fino ad impazzire. Echi de il Silenzio degli Innocenti e il buon horror Gotico d’annata. Una piccola perla da scoprire e dar lustro in barba a chi pensa che il videogioco horror sia degno solo nella figura dello sparacchino insulso.
Resident Evil 2 Remake (2019)
Pubblicato ad inizio 2019, il remake del più importante titolo del genere è sbarcato nelle nostre case e hard disk e ha sconvolto decisamente le fondamenta. Ammettiamolo, chi si aspettava di poter riprovare le stesse sensazioni di paura e smarrimento di vent’anni fa in una cornice così ben fatta e moderna? Mantiene i suoi bei difettucci della serie e, a differenza dell’originale, non spinge a finire più volte l’avventura per scoprire le differenze di trama nell’utilizzo di uno dei due iconici personaggi della saga, ma le emozioni provate giocandolo sono da capolavoro vero. Ritornando finalmente gli Zombi di Romeriana memoria, niente corridori e atleti del marciume, niente variazioni sul tema. ma solo tanto sano terrore zombesco e la nostra sopravvivenza decisa da un proiettile risparmiato e un medikit trovato per caso. E non saranno le uniche minacce da dover fronteggiare…
Cosa state aspettando? L’orrore di Racoon City vi aspetta ancora una volta, in attesa del terzo capitolo e del suo Nemesis. Corri, scappa!