Jim Jarmusch ci regala un horror d’autore, perfetta sintesi tra la poetica romeriana e la mancanza di prospettive future per l’umanità. I morti non muoiono va oltre il concetto del semplice zombie movie: è un racconto sarcastico della società contemporanea e delle sue contraddizioni.

 

Come ci viene più volte ricordato nel corso del film, I morti non muoiono fa riferimento ad una canzone del cantante country-rock Sturgill Simpson. The dead don’t die è un brano estremamente malinconico che in alcuni punti riflette proprio sul significato dato alla morte ed alla sua condizione non più perenne. Bisogna quindi riflettere se i morti viventi che vagano dopo essere tornati in vita, non siamo altro che vivi morenti che non si sono accorti di essere già morti.

C’è una tazza di caffè in attesa ad ogni angolo, un giorno ci sveglieremo e scopriremo che l’angolo è sparito […] Ci saranno vecchi amici che girovagano, in una città un po’ familiare, che hai visto una volta quando hai alzato lo sguardo dal tuo telefono e nessuno si preoccupa di salutare.

Non è un caso il forte accetto musicale già dal titolo, infatti Jarmusch è anche un musicista affermato. La colonna sonora è composta da lui sotto l’etichetta SQURL e nel film sono presenti diversi camei di cantanti e musicisti: da RZA, Iggy Pop, Tom Waits fino allo stesso Sturgill Simpson. Il tema dello zombie movie nonostante sia al centro dello sviluppo dell’intreccio narrativo e più che mai un pretesto per parlare della società odierna, caratterizzata alla perfezione dal regista nei suoi personaggi. Un vero e proprio microcosmo di storie che si legheranno tra loro nel corso del film.

 

Benvenuti a Centerville: una tranquilla cittadina americana

Il commissario Cliff Robertson (Bill Murray) e l’agente Ronald Peterson (Adam Driver), alla fine del loro turno lavorativo, iniziano a notare i sempre maggiori cambiamenti atmosferici nella tranquilla cittadina di Centerville. Dopo un alterco con Bob (Tom Waits), l’eremita del paesino che sarà anche la voce narrante del film, il quale aveva già iniziato a notare tutti questi strani presagi, i due tornano al commissariato. Qui faranno presente le loro perplessità anche all’agente Minerva Morrison (Chloe Sevigny), prima di tornare tutti a casa. L’indomani però gli agenti di polizia capiranno che, durante la notte, alcuni morti hanno abbandonato le loro tombe. La proprietaria della tavola calda ed una sua cameriera sono state barbaramente uccise, facendo così partire le indagini. La situazione andrà sempre peggio, arrivando a degenerare verso il finale, quando gli zombie invaderanno Centerville.

Accanto  a loro tutti gli altri cittadini di questa piccola comunità cercheranno di fronteggiare al meglio l’emergenza dei non morti. Tra questi il razzista Miller (Steve Buscemi), emblema più che mai attuale del trumpismo nell’America di oggi. Il suo unico obiettivo sarà proteggere la sua fattoria e le sue proprietà e poco importa che la causa siano morti viventi. Hank Thompson (Danny Glover) è il proprietario della locale ferramenta e, cercando di fermare l’orda, si barricherà al suo interno con l’esperto Bobby Wiggins (Caleb Landry Jones). Quest’ultimo è il proprietario della pompa di benzina ed un grande fanatico dell’horror, l’unico che sa come cercare di fermare l’invasione (almeno da quanto ha letto e visto). Zoe (Selena Gomez) e i suoi due amici sono ragazzi dell’Ohio giunti in città per passare la notte, che si ritroveranno in una cittadina tutt’altro che tranquilla. Altro personaggio molto particolare è Zelda Winston, nuova titolare dell’agenzia di pompe funebri, interpretata da Tilda Swinton.

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Zelda ci viene da subito rappresentata come una buddista però armata di katana, di presunte origini scozzesi. Sarà lei a dare maggiore aiuto a Cliff, Ronald e Minerva mentre scoppierà il panico nelle strade. Il personaggio avrà un’inaspettata conclusione, che risulta però in linea con il suo carattere e il poco materialismo che la lega a questa vita. Bisogna inoltre notare come Jarmusch abbia voluto creare il suo tipo di zombie: un non morto lento (molto romeriano) ma che se colpito disperde del fumo nero (citazione biblica alla polvere a cui siamo tutti destinati). Non mancherà però la consueta dose di splatter tipica di film di questo filone, tra litri di sangue e budella divorate.

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Una spietata visione di un presente senza speranza

La figura dello zombie ha anche un’altra particolarità importante ed innovativa: ripete le azioni che faceva da vivo. Se da un lato c’è l’intento parodistico di parecchi comportamenti, dall’altro Jarmusch pone nuovamente l’accento sull’appiattimento della società moderna. I bisogni primari rimasti a questi non morti risultano ancora più stupidi e senza senso, rafforzando il messaggio di un’umanità ormai priva di ideali. Con I morti non muoiono ci troviamo di fronte a un film dal profondo respiro autoriale e non ad una semplice parodia del sottogenere horror, come L’alba dei morti dementi. Il regista di Akron utilizza il suo stile pacato e mai sopra le righe per trasmettere in primis il suo messaggio, prende la filmografia di Romero e la plasma nelle sue mani. Il suo intento non è solo il semplice omaggio citazionista, ma riportare al pubblico la forza dirompente della filosofia romeriana attraverso la sua visione della società americana.

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Gli amanti del genere non potranno non apprezzare quindi le numerosissime citazioni al padre degli zombie. I morti non muoiono contiene riferimenti al film del 1968: in particolare con la Pontiac Le Mans usata da Zoe e nella scena nella fattoria di Miller. Il momento in cui Hank e Bobby sono intrappolati nella ferramenta rimanda al secondo capitolo del 1978 in cui i morti viventi braccavano i protagonisti nel centro commerciale. Inoltre rimane centrale anche il sempre sottovalutato tema del rispetto dell’ambiente, messaggio che Jarmusch vuole lasciare non solo agli Stati Uniti ma a tutto il Mondo. Il tempo a nostra disposizione è ormai finito, il danno è stato fatto ed adesso dovremo solo pagarne le conseguenze. Non importa quanto politici e governi cerchino di dirci: il futuro dell’umanità è ormai irrimediabilmente segnato, non ci resterà che combattere per sopravvivere.

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Il film ha aperto la scorsa edizione del Festival di Cannes, in cui non ha avuto un’accoglienza troppo positiva. Forse non è stato totalmente capito ed apprezzato, quello che vi possiamo dire è di recuperare I morti non muoiono al più presto. Che siate amanti degli zombie o del bel Cinema, avrete un’ottima occasione per risate dal gusto amaro e riflessioni spietatamente paurose e terrificanti.