“Il fantasma della porta accanto” è il decimo libro della collana classica di Piccoli Brividi (Goosebumps), arrivato sugli scaffali americani nell’Agosto del 1993.
La copertina, a opera di Tim Jacobus, è una delle più celebri della collana nonché una delle numerose illustrazioni a raffigurare un paio di scarpe Converse (per la storia dietro questo particolare cliccate qua). Nonostante sia una delle copertine più riconoscibili, essa si sposa poco con l’atmosfera del romanzo. In effetti anche il titolo lascia presagire una vicenda spettrale ma non troppo, con quel “next door” che rimanda ai canoni tipici della letteratura horror destinata ai più giovani.
Infatti, nonostante sia stato uno dei primi libri della collana, “Il fantasma della porta accanto” rimane per molti versi un unicum quanto a maturità dei temi e a tono generale della vicenda. Ciò è dovuto in gran parte a uno scioccante colpo di scena, da cui non si può prescindere nel provare ad analizzare questa storia (quindi, attenzione SPOILER).
UNA TRAMA CONVENZIONALE…
Ci troviamo a Greenwood Falls, dove la giovane Hannah Fairchild sta passando le giornate estive in uno stato di totale noia e apatia. Tutti i suoi amici sono infatti partiti per le vacanze e, come se non bastasse, sembrano ignorare i messaggi che la ragazza manda loro. La situazione raggiunge finalmente un punto di svolta con l’arrivo di Danny, un suo coetaneo che si è trasferito nei dintorni. Il giovane è socievole e simpatico, ma anche piuttosto misterioso. È così che Hannah inizia a maturare il dubbio che Danny sia in realtà un fantasma, complice il fatto che le persone sembrino non accorgersi di lui. Come se non bastasse, la ragazza comincia ad avere delle visioni di una figura incappucciata e dei tremendi incubi in cui compare una casa in fiamme. Esiste un collegamento fra questi inquietanti elementi?
…MA NON TROPPO
Nel trattare la trama di questo romanzo, ci si potrebbe fermare a quanto scritto sopra. In questo modo, tuttavia, non si riuscirebbe minimamente a comprendere che cosa renda “Il fantasma della porta accanto” un Piccoli Brividi tanto particolare. È quindi necessario proseguire, svelando uno dei colpi di scena più celebri della collana.
Hannah decide di rivelare a Danny i propri dubbi riguardo alla sua natura. Nel confronto che segue, abbiamo un completo rovesciamento della prospettiva: è Hannah il fantasma. Arriva a questo punto una delle scene più tristi (forse la più triste) mai scritte da Stine, con la giovane che torna nella propria casa per trovarla del tutto deserta.
Ma che cosa è successo a Hannah e alla sua famiglia? Cinque anni prima degli eventi del libro, essi sono morti in un incendio. Ciò che la ragazza vedeva nei propri incubi era, probabilmente, proprio quell’evento, come se il suo subconscio stesse cercando di far riaffiorare quella dolorosa memoria.
Secondo un’altra interpretazione, possiamo ritenere che gli incubi non avessero a che fare con un evento del passato, ma col futuro. Difatti, negli ultimi capitoli del romanzo, Danny rischierà di morire in un incendio e starà a Hannah tentare di salvarlo.
Raramente R.L. Stine ha deciso di trattare il tema della morte all’interno dei Piccoli Brividi. Come già affrontato per “La casa della morte” e “Foto dal futuro”, ciò avveniva con maggiore frequenza all’interno dei primi libri della collana. In effetti, “Il fantasma della porta accanto” rientra in quest’ultimo gruppo, essendo arrivato negli scaffali a un solo anno di distanza dal primissimo romanzo. Il modo in cui viene affrontata la tematica resta tuttavia un caso unico.
Se la morte nei precedenti romanzi veniva utilizzata per fini puramente orrorifici, in questo caso essa è funzionale alla costruzione di una vicenda commovente.
Lo stesso autore ha ammesso che “Il fantasma della porta accanto” sia una delle storie più tristi fra quelle da lui scritte. Allo stesso tempo, questo è uno dei pochissimi Piccoli Brividi a non avere un finale negativo. Nella conclusione del romanzo, seguiamo infatti Hannah mentre si ricongiunge alla propria famiglia e lascia definitivamente il piano terreno. È una chiusura che in effetti può lasciare qualche dubbio: sono andati nell’aldilà oppure le loro anime si sono dissolte per sempre? Per rispondere a questa domanda, ci viene in aiuto uno degli interventi di R.L. Stine all’interno del libro The Art of Goosebumps, in cui lo scrittore fa cadere ogni dubbio e afferma che si tratti di “happy ending” a tutti gli effetti.
UN COLPO DI SCENA IN ANTICIPO SUI TEMPI
Leggendo per la prima volta “Il fantasma della porta accanto” al giorno d’oggi, a quasi trent’anni dalla sua pubblicazione, il colpo di scena potrebbe non sembrare molto efficace. Ciò potrebbe essere dovuto a due illustri e ben più celebri esempi che ci arrivano dal cinema. Il primo è il famosissimo finale de “Il sesto senso”, in cui lo psicologo Malcolm Crowe scopre di essere uno dei tanti spiriti che il suo giovane paziente, Cole, ha la capacità di vedere. Il secondo arriva invece da “The Others” di Alejandro Amenábar. Durante gli ultimi minuti della pellicola, la protagonista Grace Stewart realizza di essere morta prima degli eventi messi in scena e di avere ucciso i propri figli. Assistiamo quindi a un rovesciamento di prospettiva, scoprendo che quelli che credevamo essere fantasmi sono in verità gli attuali abitatori della casa e viceversa. Entrambi i film sono però arrivati nelle sale alcuni anni dopo la pubblicazione de “Il fantasma della porta accanto”. Ciò ovviamente non significa che Shyamalan e Amenábar abbiano preso spunto da Stine, ma dimostra che siamo di fronte a un colpo di scena, per molti versi, avanti coi tempi.
Se nella maggior parte dei libri della collana il personaggio principale è poco più che abbozzato e sacrificato rispetto all’intreccio dei fatti, ne “Il fantasma della porta accanto” abbiamo invece un esempio di storia interamente costruita attorno alla propria protagonista. Tutto ciò che avviene è difatti legato a Hannah, alla sua triste sorte passata e alla sua natura attuale. La giovane è senza dubbio uno dei personaggi dei Piccoli Brividi davanti a cui è più semplice provare empatia e, perché no, anche commuoversi.
A GOOSEBUMPS CAROL?
Merita un’analisi a parte la figura incappucciata che perseguita Hannah. Qual è il suo ruolo nell’intreccio degli eventi raccontati? Qual è la sua identità?
In verità, non è semplice rispondere a queste domande. Negli ultimi capitoli, si scopre che il personaggio ha lo stesso volto di Danny, affermando di esserne “il fantasma”. Il suo piano sembrerebbe essere quello di far sì che Danny perda la vita nell’incendio per sostituirsi definitivamente a lui. Tale rivelazione, alquanto criptica, investe il lettore di un importante compito interpretativo. Una spiegazione convincente del personaggio è quella di vederlo come una personificazione del destino funesto che è stato riservato al ragazzo. In tal senso, potremmo dire che Danny è destinato a morire e sta a Hannah tentare di scongiurare tale corso degli eventi.
Il personaggio, sia per aspetto che per ruolo, può essere accostato a quello del Fantasma del Natale Futuro presente in “Canto di Natale” (A Christmas Carol) di Charles Dickens. Nel celebre romanzo, il Fantasma rappresenta il futuro di Ebenezer Scrooge, un futuro già scritto che tuttavia può essere modificato attraverso uno sforzo di volontà. E, proprio come Scrooge riusciva a scongiurare gli eventi che gli erano stati presentati, Hannah riesce a salvare Danny e a fare scomparire l’inquietante figura. Il fantasma dell’amico cessa quindi di esistere poiché quel destino di morte violenta che lo aveva generato non si è verificato.
Purtroppo, nessuno ha mai chiesto a Stine se “Canto di Natale” avesse costituito un reale influenza durante la stesura de “Il fantasma della porta accanto”. Sappiamo tuttavia che l’autore è un estimatore del romanzo di Dickens, avendo scritto ben due libri che ne ricalcano la struttura (“L’ultimo Halloween” e “Young Scrooge”).
CURIOSITA’
-Nel capitolo 10, scopriamo che una delle vie di Greenwood Falls si chiama Elm Street. In una vicenda che ha (anche) a che fare con degli incubi, il pensiero non può che andare a “Nightmare on Elm Street”.
–Nel film Piccoli Brividi del 2015, il personaggio di Hannah è ispirato alla protagonista del libro.
-La copertina dell’edizione inglese contiene un evidente spoiler del colpo di scena.
“Il fantasma della porta accanto” è una lettura decisamente consigliata per chi volesse avvicinarsi al mondo dei Piccoli Brividi, nonché uno dei libri più particolari della collana per via della maturità dei temi trattati. Una vicenda che ruota attorno alla propria protagonista, in una combinazione tra passaggi ricchi di tensione e sfumature malinconiche.
Piccoli Brividi lungo la schiena… e Piccole Lacrime attorno agli occhi.
Ricordiamo che è stata da poco annunciata una nuova serie tv live action tratta dai Piccoli Brividi.
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