Nelle sale da oggi 24 settembre Il giorno sbagliato, il nuovo thriller di Derrick Borte, che porta in scena come protagonista assoluto nel ruolo del villain psicopatico Russel Crowe e ci trascina in un esperienza contemporanea di ordinaria follia.
Una giovane madre (Caren Pistorius) fresca di divorzio e sommersa di doveri si trova, come spesso le accade, intrappolata nel traffico cittadino e in grave ritardo per tutti i suoi impegni. Una situazione all’interno della quale ci siamo trovati tutti almeno una volta nella vita, forse anche almeno una volta al giorno.
Il film si apre infatti con numerose sequenze che settano in maniera efficace tutta quella serie di piccoli innseschi di nervosismo e stress che la vita quotidiana ci offre continuamente: il traffico, il telefono che squilla incessantemente, le notifiche delle applicazioni e, soprattutto, la rabbia e la frustrazione con la quale ci rivolgiamo sempre al prossimo. Nell’epoca della connessione insomma, ciò che sembra mancare è proprio la comprensione, e questa assenza ci trasforma in macchine da guerra della quotidianità sempre pronte ad attaccare il prossimo in maniera brutale.
Ma che succede se questo attacco non è più solo a parole?
Un semplice insulto in macchina, un colpo di clacson e un gesto al finestrino contro un guidatore pigro infatti, saranno proprio gli elementi che ne Il giorno sbagliato faranno iniziare l’incubo della protagonista. Si dia il caso infatti che oltre che al momento sbagliato, la donna abbia scelto il guidatore sbagliato, trattandosi di uno psicopatico femminicida che, in tutta risposta alla mancata pazienza della donna alla guida, darà il via ad una vera e propria caccia. La protagonista infatti, non dovrà fare i conti soltanto con un’animata discussione, ma con un vero e proprio inseguimento all’ultimo sangue… Se vuole sopravvivere.
Un film dalle buone premesse, ma che non sorprende
Nonostante l’innesco della vicenda e le tematiche proposte risultino estremamente attuali e interessanti, il film risulta nello svolgimento un po’ macchinoso e ripetitivo, portando sullo schermo scenari che partono plausibili ma che si concludono con meccanismi fortuiti e non coinvolgenti dal punto di vista tematico e dello sviluppo dei personaggi.
Ad una protagonista passiva e poco approfondita si unisce un villain che risulta eccessivamente fortunato nelle sue mosse sconclusionate ma che, nonostante questo, non gode nemmeno dell’elemento affascinante da re del caos (impossibile non pensare a Micheal Douglas in un giorno di ordinaria follia, tuttavia la freddezza e il charme di un personaggio come quello di Douglas purtroppo risultano assenti).
Molto interessanti e da togliere il fiato le sequenze di inseguimento in macchina, che rendono la parte di suspance e azione godibile e ben fatta, donando ritmo e portando avanti l’azione, sebbene talvolta ripetitiva, in maniera efficace.