Il Golem – Come venne al mondo, in originale: Der Golem, wie er in die Welt kam, è uno dei capolavori del cinema espressionista tedesco e, al contempo, un esempio precoce del genere horror che fonde mitologia e critica sociale. Diretto da Paul Wegener e Carl Boese nel 1920, il film è il terzo adattamento cinematografico della leggenda del Golem, una creatura della tradizione ebraica plasmata dall’argilla e animata attraverso la magia per servire come protettore del popolo ebraico. Il Golem – Come venne al mondo è in particolare un prequel dei precedenti adattamenti di Wegener, realizzati nel 1915 e 1917, ed è l’unico a essere stato conservato integralmente fino ai giorni nostri.
Trama
La storia è ambientata nella Praga medievale, in un momento in cui la comunità ebraica vive sotto una minaccia di pogrom costante. L’imperatore ordina infatti la loro espulsione dalla città, creando una situazione di pericolo imminente. il rabbino Jehuda Löw, il saggio capo della comunità, evoca allora il Golem, una gigantesca figura d’argilla, tramite un incantesimo e un amuleto che infonde vita alla statua. Il Golem viene creato con l’intenzione di difendere il popolo ebraico dai soprusi e dall’espulsione, ma presto, essendo diventata troppo forte per essere controllata, la creatura sviluppa una volontà propria, mettendo in pericolo anche coloro che doveva proteggere.
Temi e simbologia de Il Golem
Uno degli aspetti più interessanti de Il Golem è la complessità dei temi trattati. La figura del Golem stesso incarna, nel contesto dell’opera, una serie di significati simbolici. La sua creazione, che avviene attraverso una combinazione di rituale cabalistico e misticismo, rappresenta l’eterna tensione tra potere umano e divino, e tra conoscenza e arroganza. Lo stesso Jehuda Löw, nel dar vita al Golem, sembra giocare il ruolo di un moderno Prometeo, un creatore che si ribella alle forze superiori, ma che rischia di essere travolto dalla sua stessa opera.
Wegener e Boese utilizzano anche il Golem come metafora per esplorare il tema della discriminazione e della persecuzione. La comunità ebraica minacciata e il loro disperato tentativo di trovare protezione riflettono le preoccupazioni sociali della Germania post-bellica, quando il film fu girato, in un’epoca in cui l’antisemitismo e le tensioni sociali erano fortemente presenti, fino a culminare in un periodo storico che tutti purtroppo ricordiamo. La figura del Golem si configura quindi come un simbolo di speranza e difesa, ma anche di isolamento e incomprensione.
Aspetti visivi e tecnici
L’estetica de Il Golem è uno degli elementi che più contribuiscono a renderlo un’opera eccezionale. Il film è fortemente influenzato dai canoni visivi dell’espressionismo tedesco, che si manifestano nei suoi scenari distorti, nelle linee spezzate e nelle ombre che dominano la scena. Gli edifici sembrano piegarsi e deformarsi sotto il peso della tensione e la stessa città di Praga appare come un incubo gotico. La cinematografia è curata, con un gioco di luci e ombre che conferisce profondità e inquietudine, permettendo alla pellicola di raccontare in maniera visiva i conflitti interni dei suoi personaggi.
L’interpretazione di Paul Wegener nel ruolo del Golem è altrettanto straordinaria. Wegener riesce a conferire alla creatura un senso di pesantezza e di vulnerabilità, pur mantenendo un’aura minacciosa. Le sue movenze rigide e lente rendono la figura del Golem spaventosamente realistica, evidenziando l’essenza sovrannaturale e meccanica della creatura. Inoltre, la combinazione di trucco e costumi aumenta il senso di mistero e fascinazione per questa figura antica, che sembra animarsi in modo quasi realistico, nonostante i mezzi tecnici limitati dell’epoca.
Influenze e eredità
Il Golem – Come venne al mondo non solo è uno dei primi esempi di cinema horror, assieme al connazionale Nosferatu, ma ha anche avuto una profonda influenza su tutta la successiva cinematografia del genere. Il personaggio del Golem, infatti, ha precorso l’archetipo della creatura fuori controllo, un tema che sarebbe stato ripreso e sviluppato da moltissimi registi nei decenni successivi. Wegener, con la sua regia e la sua interpretazione, ha posto le basi per molte figure dell’immaginario orrorifico moderno, dimostrando che il mostro può essere insieme vittima e carnefice, una creazione condannata dalla sua stessa natura.
Il Golem ha contribuito alla costruzione di un’estetica unica, ripresa anche da registi successivi. L’uso di spazi distorti, la narrazione gotica e le atmosfere claustrofobiche sono diventati elementi ricorrenti non solo nel cinema espressionista, ma anche nell’horror psicologico e nei film noir. Tra gli altri, ricordiamo autori come David Lynch, Guillermo Del Toro e Tim Burton, che in più occasioni hanno dichiarato di essersi ispirati all’Espressionismo tedesco. Le influenze de Il Golem si estendono dunque ben oltre il periodo e il genere in cui è stato concepito, sottolineando la forza visiva e narrativa di una pellicola divenuta immortale.
In conclusione, Il Golem – Come venne al mondo è una pietra miliare del cinema, che ha influenzato innumerevoli registi e ha aperto la strada a un nuovo modo di raccontare storie gotiche e drammatiche. Un’opera che chiunque ami il cinema espressionista o voglia esplorare le origini del cinema horror non può assolutamente perdere.