L’8 Dicembre 2023 è arrivato su Netflix “Il mondo dietro di te” di Sam Esmail. La pellicola, che si avvicina (ma non si risolve, come vedremo) al genere catastrofico, vanta un cast d’eccezione, con nomi come Julia Roberts, Ethan Hawke, Mahershala Ali e Kevin Bacon. Tra i produttori esecutivi, peraltro, figurano l’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e la moglie Michelle. Il film si basa sull’omonimo romanzo, di grande successo, ad opera di Rumaan Alam.
Date le premesse, sarà riuscita questa nuova grande produzione di Netflix a essere al livello delle aspettative?
TRAMA
I coniugi Amanda e Clay Sanford, assieme ai figli Rose e Archie, partono per una breve vacanza in una sontuosa casa in affitto in quel di Long Island. Ben presto, tuttavia, il mondo attorno alla famiglia comincia a presentare delle graduali ma sempre più significative crepe. Una petroliera si arena sulla spiaggia su cui i Sanford si stavano rilassando, il GPS e il Wi-Fi smettono di funzionare e la fauna locale mostra comportamenti inconsueti. In tale clima di tensione, l’arrivo di GH, l’affittuario della casa, e di sua figlia, genererà ulteriore angosce e dissidi fra i Sanford…
RECENSIONE
Come accennato, è arduo inquadrare “Il mondo dietro di te” in un unico genere. Per semplicità, si potrebbe considerare l’opera di Sam Esmail come catastrofica. In effetti, è proprio di questo che si parla: una catastrofe. E, senza dubbio, come ogni pellicola catastrofica, anche questa sa infondere ansia. A ben rifletterci, tuttavia, si potrà riscontrare come “Il mondo dietro di te”, più che mettere ansia, infonda un crescente senso di disturbante disagio.
La regia di Esmail, che alterna vedute strette sui personaggi a carrellate su campi medio-lunghi, effettuate con movimenti di camera spesso inconsueti, è funzionale a stabilire il registro di quest’opera fin dai primissimi minuti. Se a volte lo stile registico può sembrare fatto di guizzi di estro fini a sé stessi, esso è in verità parte integrante della storia, scandendone i momenti fondamentali ed evidenziandone temi e tono. Sono diverse le panoramiche in esterno, che vanno a racchiudere un mondo che sta rapidamente mutando, sebbene non se ne capiscano ragioni e meccanismi alla base. E proprio per questo che alcuni passaggi funzionano così bene: l’atipicità porta lo spettatore a farsi la stessa domanda, “cosa sta succedendo?”, del nucleo di protagonisti. E, tanto quanto loro, non ottiene risposte.
In tale clima di disagio, il dubbio generato dall’apparizione di GH vira, per una sezione del minutaggio, i toni verso il territorio del mystery-thriller. Ed è proprio in tale sezione che abbiamo una delle inquadrature più belle del film (nell’immagine sotto), con un contrasto netto fra ambienti e personaggi. Il contrasto fra la casa, coi suoi agi e le sue sicurezze, e l’insidiosità crescente di quanto arriva da fuori è peraltro tema portante dell’intera pellicola, e non solo di una specifica porzione.
Si è parlato della regia, ma non si può non citare il contributo delle inquietantissime musiche di Mac Quayle. Tanti passaggi che in apparenza potrebbero lasciare indifferenti vengono caricati di un pathos disturbante proprio da tale accompagnamento, che sembra attingere più dal territorio dell’horror che da quello della fantascienza catastrofica.
In “Il mondo dietro di te” abbiamo comunque scene che si vanno a collocare nell’immaginario apocalittico-catastrofico standard. Per esempio, vediamo aerei schiantarsi al suolo, esplosioni in lontananza e branchi di animali dal comportamento inconsueto. Il passaggio più riuscito in tal senso lo abbiamo a pochissimi minuti dall’inizio con l’arrivo di una petroliera fuori controllo sulla spiaggia in cui i protagonisti si stanno rilassando. E’ una scena costruita gradualmente, partendo in sordina fino ad esplodere in una fuga rocambolesca, e funziona alla perfezione proprio in virtù di tale caratteristica.
Dall’altro lato, tuttavia, siamo di fronte a una pellicola che parla di persone alle prese con delle situazioni straordinarie più che di queste ultime in quanto tali. Viene svolto un enorme lavoro per caratterizzare ogni singolo personaggio, dandogli una personalità chiara e definita. Julia Roberts interpreta Amanda, una donna il cui lavoro (come ammetterà lei stessa) l’ha portata a sviluppare una crescente sfiducia e astio nei confronti delle persone. Ciò appare evidente quando ella si oppone con fermezza alla decisione del marito di fare entrare GH in casa. Allo stesso tempo, tuttavia, Amanda è pienamente consapevole delle asperità del proprio carattere, cercando di rimediarvi in più di una situazione. Un atteggiamento che sì, può sembrare incoerente o ipocrita, ma che la rende anche terribilmente umana.
Clay (Ethan Hawke), invece, è un professore abituato a trovare un compromesso, anche quando tale soluzione lo porti a mettere da parte i propri bisogni. Le situazioni che vivrà nel corso del film, a cui lui cercherà di reagire sempre in linea coi propri principi, finiranno per provarlo pesantemente facendogli sfiorare la disperazione. Ma sarà proprio la sua bontà d’animo, in una delle ultime scene de film, a rivelarsi fondamentale per ottenere un aiuto per il figlio.
GH, dal canto suo, è un personaggio enigmatico. Effettivamente, sembra quasi di vedere il tipico “mystery man” di un film noir-thriller alle prese con una vicenda totalmente diversa da quella in cui ci si aspetterebbe di trovarlo. Mahershala Ali interpreta (in maniera magistrale) un personaggio distinto, calmo e distaccato che porta i Sandford (e lo spettatore) a porsi diversi quesiti. GH sta dicendo la verità? Sa di più di quello che dà a vedere? Le risposte arriveranno col tempo.
Volendo, anche il tema delle risposte è fondamentale per “Il mondo dietro di te”. Perché è inutile girarci attorno: questo film, di risposte, ne dà poche. Arriviamo alla fine delle vicende con una vaga idea di cosa stia succedendo, ma non ne sappiamo le cause specifiche, ne consociamo la portata solo per sentito dire e non ne vediamo le conseguenze a lungo termine.
E, proprio per questo, ci sentiamo avvolti da quel senso di disturbante disagio a cui si accennava precedentemente.
Per comprendere al meglio questo film, basterebbe partire dal titolo originale “Leave the world behind”. La pellicola di Esmail infatti parla di una fine del mondo che è in primis una fine delle certezze. Tutto ciò a cui siamo abituati, come il WiFi e il GPS, sono le prime cose che vengono a mancare nello scenario presentatoci. Vediamo personaggi che fanno spesso riferimento al proprio lavoro quando tutto sembra far capire che quello di lavoro sarà presto un concetto insignificante, associato a una vita che non esiste più. Più che mostrarci una catastrofe in tutta la sua potenza distruttiva a livello di ambienti e cose, “Il mondo dietro di te” si concentra sulla piccola ma fondamentale catastrofe che sta per avere luogo nella mente dei personaggi: quella del capire che la vita che avevano non esiste più.
“This is (about) the way we let our minds get away from us, rightly so or wrongly so”.
Julia Roberts durante la premiere del film
L’enigmatico finale (SPOILER) può essere letto in tal senso. Rose, la figlia dei Sandford, per tutto il film ha l’unico scopo di guardare l’ultima puntata di Friends. Nell’ultima inquadratura del film la troviamo, soddisfatta, sulle note di “I’ll be there for you” in un bunker antiatomico. Per tantissime persone (compreso chi scrive) “Friends” è uno dei comfort show per eccellenza, poiché rappresenta una realtà tanto verosimile quanto cristallizzata. E il fatto che Rose stia guardando con gioia agli ultimi minuti di tale microcosmo è abbastanza esplicativo della duplice lettura di tale finale. Rose sta guardando finire Friends ma anche il suo mondo, verso cui probabilmente proverà la stessa nostalgia farlocca che assale chiunque guardi la celeberrima sitcom nel 2023. Nostalgia per un’epoca (forse) mai vissuta, sicuramente non perfetta, ma vista come migliore rispetto a quella contemporanea, in cui si è costretti a vivere.