Trent’anni fa usciva Il seme della follia, uno dei film più mainstream di John Carpenter, film apertamente commerciale e al tempo stesso pellicola beffarda che si interroga sul destino di un’umanità sempre più distratta.
LA TRAMA
Quando l’investigatore assicurativo John Trent viene incaricato di trovare lo scomparso scrittore di horror Sutter Cane, pensa che sia un lavoro semplice. Con il procedere delle ricerche l’uomo si renderà però conto di star scivolando sempre più in una pericolosa storia che sembra uscita proprio da uno dei romanzi dell’inquietante autore…
LA REGOLA DEL NOIR
Carpenter ci introduce nella vicenda sfruttando i meccanismi classici del cinema noir. Come qualche anno prima aveva fatto Alan Parker con il suo splendido Angel Heart, il regista ci fa seguire l’indagine di un detective disincantato, che non ha più fiducia nel mondo, inviato da un facoltoso editore alla ricerca della sua gallina dalle uova d’oro scomparsa. Dove nel film di Parker era l’impresario di un cantante scomparso ad ingaggiare Mickey Rourke, qui troviamo un sornione Charlton Heston che si preoccupa più del proprio portafogli che della salute del suo scrittore di punta.
STRIZZANDO L’OCCHIO AL RE
Ne Il seme della follia il personaggio dello scrittore/profeta Sutter Cane indubbiamente si ispira a Stephen King (citato esplicitamente all’inizio) non tanto per l’oscurità emanata da Sutter, quanto per le ambientazioni rurali, i personaggi prevalentemente bucolici e le dinamiche nel rapporto scrittore-opera che fanno tornare alla mente più personaggi kinghiani, con la loro difficoltà nel distinguere i confini tra la realtà e il loro universo narrativo, uno su tutti il Thad Beaumon di La metà oscura.
LOVECRAFT IN NEW HAMPSHIRE
Altra grande ispirazione per Il seme della follia sono naturalmente i tanti racconti e l’immaginario di fondo del celebre H.P. Lovecraft, uno degli autori più saccheggiati (con risultati alterni) della storia del cinema horror mondiale. Creature striscianti, porte pulsanti, tentacoli e abitatori del buio regalano alla pellicola un’escalation orrorifica efficace che pure riesce a mantenere, per merito di Carpenter, una leggerezza ed un umorismo di fondo permettendo di alleggerire l’atmosfera apocalittica, traghettando lo spettatore ad un meta-cinematografico e beffardo finale.
UN PROTAGONISTA DA CULT
Il seme della follia è un film che vive anche di ottime interpretazioni. Una menzione particolare va al suo protagonista, il sempre poco citato Sam Neil, che oltre a donare a John Trent il cinismo e l’aria da guascone da classico detective hard boiled, si conferma ancora una volta un attore da cult.
Basta guardare la sua filmografia infatti, per rendersi conto di quanto spesso l’attore neozelandese abbia preso parte a pellicole entrate per qualche motivo nella storia. Da Possession a Jurassic Park, da Lezioni di piano a Fino alla fine del mondo.
DOVE NASCE LA FOLLIA?
All’alba dell’ inferno sulla terra, prospettato da Il seme della follia, parecchi sono i dubbi che continuano a perseguitare lo spettatore. Il messia scrittore Sutter Cane ha reso pazzi i suoi lettori con l’arte della scrittura oppure i suoi lettori non sono altro che personaggi inventati da Sutter Cane? Carpenter giocando si interroga così sul valore dell’arte e su quanto esso possa plasmare nel bene e nel male un’umanità a cui non resta che scappare a perdifiato, come John Trent nel finale, rincorsa da mostri che sicuramente ha contribuito a creare.