Il 28 giugno 2023 è uscito nelle sale italiane Indiana Jones e il quadrante del destino. Quale miglior occasione per ripercorrere questa interessantissima saga che dal 1981 fa impazzire intere generazioni?
Lo faremo soffermandoci sul legame tra lndiana Jones e l’esoterismo, tema molto presente in tutti i film della saga. Speriamo che questo articolo possa interessarvi ed essere utile come breve ripasso prima di correre al cinema a vedere il quinto capitolo.
Indy e la mitologia
Hybris e Tracotanza. Di questo ha sempre parlato la saga di Indiana Jones. La ricerca del passato e dei suoi magici artefatti per conquistare potere, conoscenza, ricchezza. Una schiera di nemici composti, ben vestiti e con una posizione sociale invidiabile, desiderosi dell’unica cosa che manca loro: altro potere. A essi, da ormai più di quarant’anni, si contrappone la genuina passione archeologica di Indiana Jones, spinto dalla riscoperta di quel passato in cui i suoi nemici finiscono inevitabilmente per accecarsi. Quelli che Indy fronteggia sono recipienti che puntualmente si riempiono fino a traboccare e scoppiare in mille pezzi (talvolta letteralmente).
Proviamo a fare un riassunto schematico, film per film, ed evidenziare gli elementi esoterici inseriti all’interno della saga.
I predatori dell’arca perduta (1981)
I predatori dell’arca perduta (in originale: Raiders of the lost Ark), diretto nel 1981 da un certo Steven Spielberg, diede inizio a questa saga, che si è subito rivelata essere una delle più amate di sempre.
Il primo capitolo della saga è ambientato in Egitto, nel 1936. Come mitologia, riconosciamo la religione ebraica, mentre l’artefatto è l’Arca dell’Alleanza. Ne I predatori dell’arca perduta, Indiana Jones deve fronteggiare l’archeologo rivale René Belloq e il regime Nazista.
Qual è l’esito dello scontro? Chiaramente Indy (Harrison Ford) avrà la meglio e Spielberg ci fa vedere una marmaglia di Nazisti letteralmente sciolti dal potere sprigionato dall’Arca dell’Alleanza, rispetto alla quale il protagonista decide umilmente di distogliere lo sguardo, salvandosi. Già iniziamo infatti a cogliere un elemento centrale del carattere di Indiana Jones: non farsi dominare dal potere e rifiutarlo sempre.
Indiana Jones e il tempio maledetto (1984)
Indiana Jones e il tempio maledetto (in originale: Indiana Jones and the Temple of the Doom) è il secondo capitolo della fortunata saga, sempre diretto da Steven Spielberg.
Il film è ambientato in india, nel 1935. Si tratta quindi di un prequel de I predatori dell’arca perduta
Questa volta, per chiari motivi geografici, la mitologia di riferimento è la religione Induista. L’artefatto è la Shivalinga, pietra dai poteri miracolosi, sacra al dio Shiva, rubata a un villaggio e unica speranza per salvarne gli abitanti. Indiana Jones affronta quindi incredibili pericoli e si scontra con i membri di una setta sanguinaria, i Thuggee, antica setta indiana che venera la dea della morte Kalì e perpetra sacrifici umani in suo nome, per potersi riaffermare.
L’esito non può che essere favorevole per il nostro eroe, Indy. Mola Ram, il sacerdote capo dei Thuggee, sta infatti per strappargli il cuore, ma furbamente Indy inizia ad accusarlo di aver tradito Shiva riuscendo a opporsi alla sua forza. Mola Ram si distrae e finisce divorato da un branco di coccodrilli.
Indiana Jones e l’ultima crociata (1989)
Indiana Jones e l’ultima crociata (in originale: Indiana Jones and the Last Crusade) è il terzo capitolo della saga, diretto da Steven Spielberg.
Questa volta la mitologia di riferimento è la religione cristiana e l’artefatto è il Santo Graal.
Il film è ambientato in Italia, precisamente a Venezia, in Austria e in Giordania. Siamo nel 1938, a un passo dalla Guerra. Indy questa volta si dovrà battere con Walter Donovan, un miliardario appassionato di Storia, e il Regime Nazista, spinto dall’interesse di Hitler verso l’occulto a recuperare il calice della nuova ed eterna alleanza e moltiplicare così le sue legioni.
Tuttavia, nella stanza delle coppe, accecato dal desiderio di ottenere la vita eterna, Donovan beve l’acqua da una coppa dorata, finendo prosciugato delle energie vitali fino a ridursi in polvere. Indy sceglie la “coppa di un falegname”, mosso nuovamente dall’umiltà e da una conoscenza scevra da avidità. Indy ha vinto ancora.
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008)
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (in originale: Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull) è il quarto capitolo della saga di Spielberg, e forse il meno amato.
Questa volta siamo in Perù, nel 1957, e la mitologia di riferimento è quella delle civiltà pre-colombiane. L’artefatto è il leggendario teschio di cristallo di Akator, che Indy deve trovare per aiutare il giovane avventuriero Mutt. A ostacolarlo sarà Irina Spalko, esperta di paranormale e pupilla di Stalin, e George “Mac” McHale, ex alleato di Indy corrotto dal regime comunista.
Giunti a El Dorado, i nostri scoprono che il teschio apparteneva a un viaggiatore spaziale giunto sulla Terra. Irina inizia ad assimilare la conoscenza della civiltà aliena cui il viaggiatore appartiene, fino a dissolversi per il troppo sapere. “Mac” finisce risucchiato da un vortice intradimensionale, mentre si sta riempiendo le tasche di tesori precolombiani.
Cosa ci aspettiamo da Indiana Jones e il quadrante del destino?
Questo breve articolo è stato scritto prima di andare a vedere il quinto capitolo, quindi ciò che state per leggere è unicamente il risultato di supposizioni e ipotesi.
Per quanto riguarda la mitologia, pare non ci siano riferimenti a nessuna in particolare. L’artefatto è invece indubbiamente il Quadrante di Archimede, che permette di viaggiare nel tempo.
Il film è ambientato in America, in Sicilia e in Marocco, nel 1969.
Indiana Jones, accompagnato dalla sua figlioccia Helena Shaw (Phoebe Waller-Bridge), dovrà affrontare Jürgen Voller, ex gerarca nazista che collabora col governo americano.
L’esito dello scontro ancora non lo conosciamo. Le premesse ci suggeriscono nuovamente una corsa verso il potere, tra chi vuole impossessarsene per i propri scopi e chi vuole consegnarne la conoscenza all’umanità.
Perché in fondo questo è sempre stata la saga di Indiana Jones: Conoscenza contro potere, Umiltà contro Avidità. Scontri rinvigoriti da scoppiettanti colpi di frusta e battute sagaci.