Avere una vicina molta particolare e scoprire cosa si cela nella casa accanto: questo è il fulcro della trama di Isabelle – L’ultima evocazione. Una storia di possessione molto particolare, diversa da quelle a cui siamo abituati, con in più un tocco di mistery che avvolge tutta la storia.
Arrivato con paio di mesi di ritardo rispetto agli USA, Isabelle – L’ultima evocazione ci propone una piccola variante sul tema delle possessione in una trama dagli stilemi molto classici del genere. La storia è molto semplice e senza pretese, però riesce ad avere qualche variante interessante nella seconda parte rispetto a molte altre vicende simili. Il vero peccato riamane aver vanificato molto con un finale esageratamente affrettato e molto confusionario. Inoltre il poco utilizzo di jump scares e l’uso del crescente malessere psicologico della protagonista, rendono il tentativo del regista, Robert Heydon, encomiabile per una pellicola dalle non alte pretese.
Una vicina invidiosa e diabolica
Larissa e Matt Kane sono una giovane coppia in attesa di un figlio appena trasferiti in una grande casa a Saratoga Springs. Lui è un avvocato e lei da lezioni private di pianoforte ai giovani che vogliono entrare in conservatorio. Nella casa accanto alla loro vivono l’anziana Ann Pelway e sua figlia disabile, Isabelle, che passa tutto il tempo a guardare fuori dalla sua finestra. La giovane, oltre ad essere sulla sedia a rotelle, è anche muta e con problemi alla schiena che la rendono gobba. La loro famiglia ha avuto una storia molto oscura e maledetta, in particolare per i comportamenti del padre di Isabelle e quello che le ha fatto passare.
Subito dopo il trasloco, Larissa ha un malore in giardino e viene ricoverata in gravi condizioni in ospedale. Questo porterà ad un tragico evento per la famiglia Kane: la perdita del bambino ancora in grembo. Larissa sarà oltremodo sconvolto da questo evento, tanto da chiudersi in sé stessa e vivere un profondo momento di depressione. Matt cercherà in tutti i modi di aiutare la moglie, prima attraverso lo psichiatra dell’ospedale e successivamente con il cappellano che avevano conosciuto.
Dopo il ritorno a casa e con il passare dei giorni, Larissa sembra poter ricominciare a vivere. Strani vagiti dalla stanza che stavano preparando per il piccolo, sentirsi costantemente osservata dalla casa di fronte e cattivi odori nauseabondi in tutte le stanze: riporteranno la giovane a precipitare in un vortice di follia. Quale oscura presenza sta tormentando Larissa e che cosa vuole proprio da lei, saranno i due interrogativi a cui i Kane tenteranno di dare una risposta.
Un cast ben assortito
Amanda Crew (Haunting in Connecticut, Final Destination 3) interpreta Larissa in modo convincente; mentre Adam Brody (Jennifer’s Body) porta in scena il marito premuroso e dal buon cuore che sceglie di credere alla moglie. Menzione speciale per Zoe Belkin (Carrie – remake) che riesce ad essere ancora più inquietante con la sua espressività e qualche trucco di makeup ben riuscito. Inoltre la postura ingobbita la rende ancora più spaventosa, ed è una delle cose che ho preferito della messa in scena del suo personaggio.