Il regista Kiyoshi Kurosawa è stato fra gli autori più importanti del genere horror giapponese. Viene spesso usato il termine J-Horror, Japan Horror, soprattutto dal 1998 quando usciva Ringu (The Ring) di Hideo Nakata.
Una delle caratteristiche di questi horror è che spesso cercano di costruire la tensione con quello che non vediamo, e senza affidarsi troppo a jump scare o facili escamotage. E in questo, Kurosawa è un vero maestro. Nei suoi film l’orrore si insinua lentamente, mostrandoci una realtà alterata dove non siamo mai certi di quello che stiamo guardando. Pulse (Kairo) è senza dubbio il suo film più famoso e inquietante, ma ce ne sono anche altri, meno conosciuti.
Cure (1997) è un film molto importante che ha riaperto le porte alla nuova ondata di J-Horror, anche se il vero succeso arrivò l’anno seguente con Ringu. Kiyoshi Kurosawa è anche amico di Takashi Shimizu (creatore di Ju-on / The Grudge) e lo ha aiutato nella realizzazione dei primi film della saga. Cure è un horror psicologico a tutti gli effetti, un film costruito davvero in modo intelligente, e senza fornire mai troppe risposte, permettendo allo spettatore di elaborare la propria idea. In home video è raro, ma lo potete trovare su youtube sottotitolato in inglese.
Kairo – Pulse (2001) è il suo film più iconico, diventato un vero cult, che non ha nulla da invidiare a Ringu e Ju-on. Kairo è più psicologico e criptico, girato con soluzioni di regia che non sono mai scontate ma anzi risultano incredibilmente funzionali. Uno stile quasi gelido, di una cupezza che si percepisce in ogni fotogramma. Come molti altri suoi film, anche questo è raro in home video, ma se siete fortunati ne conservate gelosamente una copia. Da non confondere con il remake americano del 2006, che non ha lo stesso fascino dell’originale.
Creepy (2016) come suggerisce il titolo è un film decisamente inquietante, si ricollega molto a Cure, per come sviluppa l’orrore usando la psiche umana e le nostre debolezze. La vera paura emerge dall’angoscia del quotidiano, e da un insostenibile senso di abbandono e solitudine. La prima parte non è molto scorrevole, diversamente da altri suoi film è costruito con un crescendo e se andate avanti non ve ne pentirete. Purtroppo in home video risulta inedito in Europa e non è per niente facile da trovare. Ma se vi è piaciuto Cure allora ve lo consiglio sicuramente.
Ma anche l’affascinante horror Retribution (2006) non è da meno con il fantasma della donna con il vestito rosso. E ci sono molti altri titoli interessanti che sto cercando di recuperare, ma non è un’impresa facile. Una costante nei suoi film è la sua visione distorta della natura, con i rumori dell’ambiente che diventano il sottofondo di qualcosa di sinistro.
Kiyoshi Kurosawa è un regista molto interessante da approfondire, e non ha girato soltanto horror, infatti un ottimo esempio è il bellissimo film drammatico Tokyo Sonata (2008).
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