La Bambola assassina è finalmente in sala
Attesissimo e temutissimo allo stesso tempo, il reboot de La Bambola Assassina del 1988 è arrivato nelle sale italiane il 19 giugno, addirittura in anteprima mondiale. Tutto il mondo dei cinefili, per una volta, ci invidia un’uscita. Perchè non è un’uscita delle tante nel folto calendario della stagione, ma un evento che crea hype su più fronti. Ne saranno curiosi spettatori i giovanissimi, che della saga di Chucky magari sanno poco o niente, attratti da una nuova bambola alternativa ad Annabelle di cui magari i genitori gli hanno confidato qualche macabro ricordo d’infanzia. Ma è anche un film atteso al varco da un pubblico più maturo, fatto di appassionati di lunga data, esperti dell’orrore e magari culturi della stagione d’oro che fu gli ’80s. Come già successo quest’anno con Pet Sematary sarà questa la fetta di pubblico più difficile da convincere, sempre, e giustamente anche, pronta a valutare con un particolare occhio critico e confrontare con fervore nostalgico l’opera nuova e l’opera primigenia.
La trama
Il film ha per protagonista Andy, bambino introverso che vive con la giovane madre Karen. Single dinamica, impiegata in uno di quei grandi store in tipico stile-americano, Karen, interpretata da decide di fare un regalo inaspettato al figlio. Con anticipo di due settimane rispetto al suo compleanno, la madre vuole farsi perdonare per le scene imbarazzanti che crea spesso in presenza del figlio, soprattutto con l’uomo con cui si frequenta e che ormai è presenza fissa in casa. L’idea le viene proprio da un prodotto di grande successo sul mercato e che è in vendita anche nel suo negozio. BUDDI. Due piccioni con una fava, si potrebbe dire, perchè questa bambola dotata di intelligenza artificiale promette di essere “il migliore amico di ogni bambino” e la speranza della madre è che in essa Andy possa trovare un compagno di giochi con cui divertirsi e passare il suo tempo, un modo per rendere suo figlio felice. Inutile dire che in un primo momento tutto fila liscio, fino a quando…
Adesso abbiamo riorganizzato le idee, ma se cliccate qui sentirete la nostra reaction al cinema subito dopo il film:
La nostra prima impressione a caldo post visione
I punti forte della nuova bambola assassina
Tutto qui? Assolutamente no. A fronte di una situazione piuttosto semplice di partenza e anche prevedibile, considerando che la storia non è originale, ci sono tanti altri aspetti davvero interessanti. Analizzarli non è affatto semplice, perchè questo film basa la sua riuscita sulle trovate inaspettate e sui colpi a sorpresa che lasciano a volte col sorriso, a volte di stucco. E raccontare i numerosi conigli che vengono tirati fuori dal cilindro sarebbe un gran peccato e priverebbe lo spettatore di quello che veramente è il bello del film.
Le sorprese inaspettate
Raramente si trovano film che usano le citazioni in questo modo. Vorremmo tanto andare nel dettaglio, ma non possiamo, capirete. Riferimenti più e meno espliciti a vari film dell’orrore faranno battere il cuore e sbalordire tutti i grandi appassionati che, come noi, sicuramente non si aspetteranno un uso così importante ai fini della trama di questi elementi. Chi leggerà questa recensione post visione saprà sicuramente a cosa ci riferiamo. Certo è che il regista norvegese Lars Klevberg, al suo terzo lungometraggio e reduce, a poco distanza, dall’uscita di Polaoid, merita un grande plauso per questo lavoro e per la dovizia di particolari cui ha dato risalto. Facendo sempre quadrare il cerchio delle spiegazioni, anche per i più puntigliosi.
La bambola assassina 2019, un ottimo esempio di marketing
La campagna promozionale del film ha fatto un ottimo lavoro.. dando un’idea molto distorta di questo reboot. E per fortuna! Spesso i trailer dicono troppo, raccontano l’intreccio e fanno capire dove il film andrà a parare. Stavolta non ha funzionato così, almeno per quanto riguarda la gestione dei contenuti a cura di Midnight Factory. Ci saremmo aspettati un film più serio e serioso, con tensione costante e con una natura slasher predominante. Ci siamo invece trovati davanti ad un film che muta la sua pelle da black comedy a slasher movie passando per i classici stilemi dei film orrorifici che trattano bambole maledette e pupazzi parlanti, alla Slappy di Piccoli Brividi per intedersi.
Le conclusioni
Questo reboot de La Bambola Assassina è un prodotto al passo coi tempi, che riesce a reinventare la materia di base del film originale del 1988 prendendola solo come canovaccio su cui costruire trovate, atmosfera e situazioni nuove. Non ci siamo soffermati in dettaglio sulle differenze trai due film per lasciarvele scorprire ed assaporare da soli,. Ma basti l’assenza iniziale della scena essenziale per tutta la saga che è stata, quella di Chalres-Lee Ray (favoloso Brad Dourif) che riversa la propria anima nella bambola a far capire quanto gli spiriti -continuo a fior di metafora- siano differenti. Eppure il film funziona lo stesso, anche senza vodoo. Parente di qualità estremamente superiore della puntata di Black Mirror con Miley Cyrus, anch’essa incentrata sul tema dello sviluppo tecnologico e dell’A.I, figlio anche della wave lanciata dalla Blumhouse, in cui le pellicole dell’horror sono sospese in questo limbo tra comicità e paura, non si prende mai sul serio come il suo capostipite, ma inscena un mix si situazioni ben intrecciate che faranno piacere un pò a tutti i palati. Solo il tempo dirà quanto questo nuovo look di Chucky diverrà iconico, ma sicuramente, vedendolo sul grande schermo, non penserete di volerlo mai in casa vostra. Ah, ma forse anche questo era l’effetto sperato?