Con La Caduta della Casa degli Usher, Mike Flanagan riesce a modernizzare i racconti di Poe creando qualcosa di straordinario
Sin dal 2018, anno d’uscita di The Haunting of Hill House su Netflix, Mike Flanagan aveva saputo convincere pubblico e critica su come modernizzare, in maniera impeccabile, grandi storie gotiche. Anche questa volta ha fatto centro, anzi giudico La Caduta della Casa degli Usher il suo più riuscito esperimento seriale. Il materiale da trattare era un celebre racconto di Edgar Allan Poe del 1839, anche se in realtà è molto più complesso. Infatti Flanagan usa l’espediente di partire dall’incipit di quel racconto per inserire al suo interno altre celebri storie del poeta, intrecciandole in maniera impeccabile. Gli 8 episodi diventano così un compendium dello scrittore di Boston, con easter egg pazzeschi alla sua vasta produzione letteraria. Tutto il comparto tecnico confeziona una storia corale, solida e terribilmente affascinante.
Una tetra mezzanotte
Il racconto inizia quando Auguste Dupin (Carl Lumbly), un investigatore, giunge nella diroccata casa dove nacquero Roderick (un magnifico Bruce Greenwood) e Madeline Usher (una spietatamente brava Mary McDonnell). Un tempo poveri, ma diventati proprietari della Fortunato Farmaceutics, azienda leader nella produzione di antidolorifici. Dupin, nel corso degli anni, non era mai riuscito ad incriminare Roderick per lo spietato modo in cui aveva costruito il suo impero. Ecco perché è rimasto molto incuriosito dal desiderio dell’uomo di raccontare la sua storia. La narrazione avrà una preambolo sui giovani Usher bambini e poi sarà il racconto dei tragici eventi delle ultime due settimane. Intervallato da quello che successe l’ultimo dell’anno del 1979, anno chiave per la svolta della fortuna di Roderick.
Quella notte, Roderick e Madeline finirono nel bar di Verna (una splendida Carla Gugino, in stato di grazia) che decise di aiutarli. Solo alla fine scopriremo i veri piani della donna e come li aiutò. Da quel giorno però la famiglia Usher divenne tra le più potenti al Mondo, costruendo un impero.
Modernizzare Poe
Dal secondo episodio la trama proseguirà orizzontalmente, dando sempre maggior contesto allo spettatore, ma ogni episodio sarà segnato dal un tragico fatto per ogni membro della famiglia Usher. Il genio di Flanagan sta nel riadattare un racconto diverso di Poe, ogni episodio, collegando ogni singolo elemento alla storia degli Usher. Un esperimento perfettamente riuscito e calibrato!
Nel secondo episodio, per esempio, abbiamo riferimenti a La Maschera della Morte Rossa. Tutto portato in scena attraverso l’idea di una festa privata con orgia da Prospero, il più giovane degli Usher. Il finale dell’episodio riesce a disturbare lo spettatore, nonostante la bellezza di una fotografia sempre curata al dettaglio. Inoltre, il racconto non viene mai stravolto ma, anzi, si adatta alle dinamiche tra i protagonisti.
Gli scheletri dell’azienda
Anche Camille (Kate Siegel) avrà il suo bel da fare per nascondere ai media i segreti degli Usher. La donna si occupa delle PR dell’azienda ed arriverà a sospettare anche della sorellastra Victorine e i suoi esperimenti sulle scimmie. Il laboratorio dove lavora si chiama R.U.E. Morgue, e qui Flanagan riesce ad inserire il primo ed interessante “giallo da porta chiusa” del 1841. Con tanto di giustificazione per l’inserimento del sorprendente colpevole che Poe aveva descritto.
Con Napoleon Usher ci addentriamo nelle atmosfere feline de Il Gatto Nero. Quando dovrà rimpiazzare lo scomparso gatto del compagno che non trova più, deciderà di sostituirlo all’insaputa del partner. Cosa nasconde il nuovo felino, tanto simile eppure tanto pericoloso? Diciamo che chi ha gatti in casa, non li guarderà più con gli stessi occhi!
Cuori grondanti sangue
Torniamo agli esperimenti di Victorine e della sua compagna, Alessandra, tra laboratorio e vita quotidiana. Nel quinto episodio troveremo il battito incessante de Il Cuore Rivelatore e i suoi deliri.
E’ emblematico come Flanagan ami raccontare le storie anche in maniera non lineare, chiedendo allo spettatore attenzione ai dettagli, per poi tornarci in seguito. Tra l’altro gli esperimenti di Victorine sono molto importanti per Roderick, in quanto scopre di avere una degenerazione cardiaca.
Sarà poi Tamerlane Usher, la figlia più grande, ad avere strane visioni che la portano quasi ad impazzire proprio prima del lancio della sua nuova linea wellness: Scarabeo d’Oro. In questo caso, il racconto di Poe è solo un mero pretesto nel titolo o poco più. Anche perché quello era un racconto d’avventura con sfumature macabre, che avrebbe stonato in un contesto urbano. Plauso alla splendida fotografia nel finale, un uso dei colori che ricorda quello di Argento in Suspiria (compresa la rottura di diversi specchi).
Gli Usher: una stirpe maledetta
Giungiamo, quindi, al primogenito Frederick (Henry Thomas) ed alla sua famiglia: dal turbolento rapporto con la moglie Morella a quello con la figlia Lenore (la rivelazione Kyliegh Curran). La bravura di Flanagan, oltre che gestire un cast corale, sta anche nel fatto di far sempre evolvere i suoi personaggi. Con Frederick Usher riuscirà a prendere un tranquillo padre di famiglia e inetto membro del consiglio aziendale, rendendolo un personaggio meschino e sadico. La sua storia ci porterà alle atmosfere de Il Pozzo e il Pendolo, dando anche un degno payoff allo spettatore per la sorte di Frederick.
Quello che Flanagan regala, poi Flanagan ci strappa via. Non potremo allora non intristirci con la storia di Lenore nell’ultimo episodio, Il Corvo.
Corvo spettral che vieni tristo dai regni bui,
parla, qual’ è il tuo nome, laggiù nei regni bui?
E il corvo: Non più mai!
Qui, tutti i fili del racconto si uniscono rivelandoci cosa era successo l’ultimo dell’anno del 1979 e perché Roderick Usher sia così preoccupato da chiamare nella sua lugubre vecchia casa, nel cuore della notte, Dupin. Nel racconto avremo anche modo di scoprire quale sorte toccherà ad Arthur Pym (Mark Hamill passato al lato oscuro).
L’avvocato della famiglia Usher ci viene sempre descritto come quasi privo di sentimenti, pronto a mettere a tacere qualunque scandalo. Nel momento in cui anche lui dovrà fare i conti con il futuro, si comporterà nella maniera più trasparente possibile. Il personaggio arriva da un romanzo d’avventura del 1838, che parlava di una spedizione intorno al Mondo, fino a raggiungere i ghiacci dell’Artico. Questo background rimane al personaggio interpretato da Hamill, dimostrando il tanto amore di Flanagan per le opere di Poe. Questa miniserie è un vero omaggio postumo allo scrittore, capace di spaventare (con jump scares inseriti solo nei punti giusti) e commuovere per le sue storie malinconiche e poetiche.
La Caduta della Casa degli Usher dimostra ancora una volta il talento di Flanagan di adattare grandi testi gotici in maniera fresca e moderna, costruendo storie corali che si basano innanzitutto sulla scrittura di ottimi personaggi. Un gioiello!
Leggi anche —> The Haunting of Bly Manor – L’Oscura Prigione dei Ricordi Perduti