La Casa di Jack – 2 anni dopo
Lo abbiamo visto in anteprima italiana, recensito, rivisto in BluRay e la conclusione è inevitabile: La Casa di Jack è un instant cult moderno. Un film che non può lasciare indifferenti,tanto per la freddezza del protagonista, quanto per l’architettura con cui Lars Von Trier ha deciso di edificare la sua pellicola. Ma questo lo sapete. Oggi andiamo più a fondo e vi raccontiamo
10 curiosità, retroscena e segreti de La Casa di Jack che non conoscevate. Si parte!
- La Casa di Jack, come accennavamo, è stato presentato in anteprima mondiale al Festival Internazionale del Cinema di Cannes il 14 maggio 2018. È stato riferito che più di un centinaio di membri del pubblico – tra cui alcuni critici – sono usciti durante la premiere, anche se un’ovazione di sei minuti avrebbe comunque seguito la proiezione. Alcuni dei membri del pubblico, sconvolti, hanno continuato a condannare il film sui social media per la sua estrema violenza e il tono nichilista..
- L’ “Iceman” citato da Jack era il sicario Richard Kuklinski che ha commesso oltre un centinaio di omicidi per sindacati criminali organizzati. Come Jack, Kuklinski ha spesso conservato i corpi in un congelatore in modo da rendere impossibile accertare il momento della morte, un’abitudine che gli è valsa il suo famigerato soprannome.
- La scena che della mutilazione dell’anatroccolo da parte del protagonista, quando era bambino, è stata realizzata con l’aiuto di effetti speciali e l’anatroccolo non è stato in alcun modo danneggiato. Nonostante ciò, c’è stato un notevole reazione del pubblico verso verso questa scena, ma PETA ha difeso il film in una dichiarazione, elogiando la sua rappresentazione accurata del legame tra l’abuso di animali adolescenti e la psicopatia. La crudeltà verso gli animali è in realtà nota per essere un tratto comune tra gli assassini seriali, specialmente quando sono giovani.
- Il Secondo “incidente” è simile/ispirato al racconto di Ray Bradbury “The Fruit at the Bottom of the Bowl” (1948) in cui l’assassino è ossessionato dalla cancellazione di ogni impronta digitale sulla scena del crimine.
- La casa di Jack (2018) è stata originariamente concepita e annunciata come miniserie in otto parti a settembre 2014, quando la versione completa di Nymphomaniac – Vol. I (2013) / Ninfomane – Vol. II (2013) era stata presentata in anteprima al Festival del cinema di Venezia, ma a febbraio 2016, Lars von Trier ha rettificato tramite un video tematico di David Bowie sulla sua pagina Facebook ufficiale che “The House That Jack Built” sarebbe stata la sua prossima uscita al cinema, prevista nei cinema nel 2018.
- Von Trier ha diviso le riprese in due parti per consentire l’opportunità di montarle a metà lavoro, procedimento che non aveva mai usato prima.
- Gli scatti ripetuti in cui Jack tiene in mano i cartelli mentre si trova in un vicolo sono un riferimento al famoso video musicale di Bob Dylan “Subterranean Homesick Blues“.
- La casa di Jack ha fatto il suo debutto fuori concorso al Film di Cannes 2018, sette anni dopo il famigerato commento “nazista” di Lars von Trier durante la conferenza stampa per Melancholia (2011) che gli ha portato a essere etichettato come “persona non grata “e bandito dal festival.
- Il film fa riferimento al film di debutto cinematografico di Lars von Trier, L’elemento del crimine (1984). C’è una scena infatti in cui la protagonista femminile, Kim ( Me Me Lai ), quando viene presentata per la prima volta, si sente pronunciare la rima “The House That Jack Built”. Come questo film, “The Element of Crime” riguarda anche un serial killer.
- Il personaggio in abito rosso “SP” interpretato da “David Bailie” è un personaggio animato del primo cortometraggio di Lars Von Trier “Turen til Squashland” quando aveva appena 11 anni.
- CURIOSITA’ BONUS. Anche se non facilmente visibile, l’icona del cinema coreano Ji-Tae Yoo ha un ruolo in questo film. Chi invece non ce l’ha è Kirsten Dunst che, dopo essere stata contattata per il film, ha scelto di non andare avanti con il progetto. Ha scelto di tornare a lavorare con Lars Von Trier per la terza volta dopo Dancer in the Dark (2000) and Dogville (2003), l’attrice Siobhan Fallon Hogan che ritrova il protagonista Matt Dillon dopo averci condiviso la scena in Wayward Pines (2015) ed Insospettabili sospetti (2017).
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