L‘8 gennaio del 1987 usciva nelle sale cinamtografiche italiane La Mosca di David Cronenberg.
Il film è il remake di “L’esperimento del dottor K” pellicola del 1958; entrambi sono tratti dal racconto “The Fly” del 1957.
Cronenberg rimaneggia la sceneggiatura e a differenza del film del ’58 dall’esperimento non nascono due mostri distinti ma l’uomo e la mosca si fondono a livello genetico e nasce così una nuova creatura.
Trama
Jeff Goldblum interpreta Seth Brundle uno scienziato asociale che ha passato gli ultimi anni della sua vita su un’invenzione che, a suo dire, cambierà il mondo. Ad un ricevimento scientifico Brundle fa la conoscenza della giornalista Veronica Quaife (Geena Davis) e la convince ad andare con lui con lo scopo di mostarle la sua creazione.
Ciò che ha inventato lo scienziato è qualcosa di inimmaginabile, due cabine in grado di teletrasportare cose inanimate da una parte all’altra.
La giornalista all’inizio vuole scrivere un articolo su questa scoperta scientifica ma convinta da Brundle decide di seguirlo passo per passo per la documentazione del teletrasporto umano.
Tra i due scocca la passione e passano tutto il tempo insieme, una sera la Davis lascia solo il suo amante per chiudere una pagina del suo passato, lui perrò paranoico e debole si ubriaca demendo di essere tradito e si teletrasporta. Non si accorge però che nella cabina con lui c’è anche una mosca.
Uscito dalla seconda capsula Brundle non si accorge di nulla e pensa che l’esperimento sia riuscito.
Seth però inizia ad accorgersi di alcuni cambiamenti, da quanto si è teletrasportato è diventato estremamente forte e atletico e si stanca con estrema fatica.
Oltre i cambiamenti nella forza Veronica inizia a notare modifiche nel carattere e nell’aspetto fisico.
Da qui inizia il decadimento dell’uomo che ai primi cambiamenti estremi soffre ma poi quando scopre quello che è in grado di fare abbraccia il suo essere anche mosca e si esalta all’idea della nascita di una nuova straordinaria creatura.
Recensione
Questo non è il film migliore di Cronenberg ma resta un film straordianario che si merita di essere un grande cult. Un body-horror di altissimo livello che si prende i suooi tempi e mostra senza filtri delle bruttezze rare. Il film riesce ad essere rivoltante, disturbante ( la scena della scimmia è qualcosa di davvero eccezionale). Il personaggio di Goldblum è scritto in maniera eccezionale e la sua trasformazione fisica coincide anche con una trasformazione personale.
Veronica tenta in tutti i modi di salvarlo ed è nelle fasi del decadimento che si rende conto di essere innamorata di Brundle; i suoi tentativi sono vani.
Cronenberg crea un ottimo film con un finale spettacolare, è proprio nella sua versione finale della sua trasformazione che Brundle trova la sua umanità e si lascia uccidere dalla sua amata.
Cult assoluto che mostra le matamorfosi dell’essere umanno, la debolezza della carne rimane una pellicola a distanza di 35 anni eccezionale.
Non a caso vinse l’Oscar per i costumi.
Come tutta la filmografia di Cronenberg è un film da vedere e rivedere.