Era il 28 ottobre del 2005 quando uscì nei cinema “La Sposa Cadavere” la meravigliosa favola gotica di Tim Burton.
L’idea della sposa cadavere nacque da Joe Ranft, sceneggiatore e curatore di storyboard. Mentre lavorava a Nightmare before Christmas aveva trovato un racconto di origine europea perfetto per Burton e proprio da questo racconto nacque anni dopo questo gioiello dell’animazione.
Trama
Victor vive in un villaggio europeo a fine dell’800 ed è promesso sposo di Victoria, figlia di nobili ormai decaduti. Victor è un ragazzo timido e insicuro che preso dall’emozione dell’evento fa le prove del suo discorso in bosco e durante queste mette l’anello al dito di una giovane sposa ormai morta che lo porta con sé nell’oltretomba.
Da questo evento si articola tutto il film.
Il mondo dei vivi e il mondo dei morti
Burton in questo film chiaramente e puramente gotico rappresenta una società grigia e tetra, priva di vita e vitalità e la mette a confronto con il mondo dei morti che appare fin da subito più colorato e carico di emozioni e vitalità.
Il regista stesso infatti ha dichiarato più volte che il concetto che il mondo dei vivi sia più morto di quello dei morti è un’idea che si porta dietro da quando era un bambino.
Tim Burton affronta spesso il tema della morte avvicinandolo e rendendolo parte di ciò che è la vita.
La morte è spesso un taboo ma lui riesce a renderla perfettamente.
Le voci
Burton ha dichiarato che nonostante il film non fosse ad alto budget molti attori di un certo calibro decisero di far parte del progetto per la bellezza di questo.
Victor è Johnny Depp, Victoria è Emily Watson, Emily è Helena Bonham Carter e infine il pastore è Christopher Lee.
L’uso della stop-motion
Burton voleva creare un film con la giusta dose di sentimentalismo e commedia, una storia in grado di empatizzare con tutti e tre i protagonisti del triangolo, una favola che facesse vedere i fatti dal punto di vista di tutti e tre. Con una buona dose di lavoro e di sceneggiature scartate è riuscito decisamente nel suo intento.
Per dare maggiore vita al film, come da suo gusto, predilige l’uso della stop-motion perché come da lui dichiarato ha un legame con Frankestein: “in entrambi i casi prendi qualcosa di inanimato e cerchi di dargli vita”.
La meraviglia della morte
La sposa cadavere è una favola dark e gotica, fruibile per i bambini senz’altro (io ci sono cresciuta) ma ha una profondità d’animo nella narrazione e nei temi affrontati che è molto più “adatto” a un pubblico adulto e senziente. Mette lo spettatore davanti alla realtà della vita e di fatto quindi anche della morte.
Burton con Emily crea un personaggio puramente horror, percepisci la sua bellezza ma è a tutti gli effetti un cadavere con pezzi mancanti e ossa ben esposte.
Burton uomo fuori dagli schemi di ciò che la società considera normale e anormale, un uomo e un artista eccezionale crea un vero gioiello dell’animazione, un film senza tempo e sempre attuale.
Riesce a inserire alla perfezione le musiche all’interno della narrazione, di fatto queste sono puramente funzionali al racconto, nulla è fuori posto e come nella maggior parte delle sue opere Burton ci trascina nella sua mente e nel suo mondo, che io trovo meravigliosamente tetri e puri.
Disponibile sia su Netflix che su Disney +