Uscito su Amazon Prime Video: La Stanza, thriller dalle inquietanti atmosfere diretto da Stefano Lodovichi che vi terrà con il fiato sospeso. Un film di genere che diventa una vera sfida: una location e tre soli attori!
Stefano Lodovichi torna ad un film di genere dopo In fondo al bosco del 2015, con La stanza però vira molto di più sul thriller psicologico ambientato in una decadente magione dal sapore espressionista. Escluso, quindi, solo il luogo dove si svolgono le vicende, il film si concentra su personaggi dal misterioso passato che lo spettatore scoprirà con parecchi colpi di scena. Il ritmo risulta da subito molto serrato, sarà impossibile fermarsi un attimo, nonostante lo spazio chiuso ma mai eccessivamente statico della vicenda.
Un mancato suicidio ed un misterioso ospite
Il film parte con Stella, una donna vestita da sposa, in procinto di gettarsi dalla finestra in una tempestosa fredda mattina. All’improvviso il suono del campanello evita che la donna compia l’estremo gesto. Alla porta c’è Giulio, uno sconosciuto che dice di aver parlato con il marito della donna per affittare la stanza degli ospiti. La Stanza del titolo però non sarà quella dove vorrebbe soggiornare Giulio, ma un’altra adiacente che lo spettatore conoscerà in seguito. Giulio si dimostra subito molto a suo agio in quella casa a lui apparentemente sconosciuta, mentre Stella è innervosita dall’atteggiamento dell’uomo. Capiremo presto che il motivo del tentato suicidio della donna è l’ultima, ennesima litigata con il marito: Sandro. Dopo aver pranzato, anche quest’ultimo giungerà alla casa, sostenendo di non aver mai parlato con il misterioso uomo e di non conoscerlo nemmeno. Questo sarà solo l’inizio di un incubo per la coppia. O forse un passaggio di redenzione!
Una malata terapia di coppia
Continuare a parlare de La Stanza sarebbe troppo spoiler, considerando che il film dura poco meno di 90 minuti, il consiglio è di gustarselo tutto d’un fiato. Soprattutto dal momento in cui tutti e tre i personaggi saranno in scena e per le rivelazioni che, poco a poco, farà Giulio. Si andrà a parlare di ricordi di un doloroso passato, del bisogno di affetto e forse di un altro tipo di affetto troppo morboso. Il tutto con una tensione che cresce sempre di più, nonostante la regia sia sempre calma, attraverso movimenti di macchina lenti ed inquadrature studiate per dare dinamicità.
Ci troviamo di fronte ad un film che funziona, nonostante il motore della vicenda mi abbia convinto ma non il modo in cui è stato sommariamente spiegato. Avrei preferito delle scelte più sovrannaturali con la sovrapposizioni di diversi piani temporali, ma la scelta di Lodovichi è coraggiosa e da apprezzare. Tutto il film prende scelte coraggiose e penso sia qualcosa da premiare. La morale di fondo è potente, magari già vista, ma innovativa nell’essere presentata allo spettatore.
Omaggi importanti
L’inizio porta lo spettatore a ricordarsi dell’inizio di Madre! di Aronofsky. In quel caso, alla decadente abitazione della coppia protagonista giungeva un misterioso personaggio che avrà un ruolo importante nello sviluppo della trama, quasi come il Giulio de la Stanza.
Altro grande omaggio è chiaramente allo Shining di Kubrick, con il personaggio di Giulio che, via via, si trasformerà in una minaccia sempre più incombente. Le similitudine con Jack Torrance, sono visibili in molte inquadrature che ne fa Lodovichi.