Uscito su Netflix Le strade del male, un grande mosaico ad incastri di Antonio Campos, tratto dal romanzo di Donald Ray Pollock. Un super cast compone una storia corale ambientata tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso nel profondo Midwest
La storia ci viene narrata dallo stesso Donald Ray Pollock, come se stessimo leggendo il suo romanzo. Le strade del male fu pubblicato nel 2011 e ricevette numerosi riconoscimenti, rientrando tra i migliori dieci romanzi dell’anno. Antonio Campos, dopo 4 anni dal suo ultimo film e l’impegno sul fronte seriale, viene richiamato da Netflix per dirigere questo complesso affresco di vite e personaggi che incroceranno i loro destini.
Come e perché due persone che vengono da posti insignificanti non collegati possano essere connesse è il punto della nostra storia. Alcuni direbbero che è solo fortuna, altri giurerebbero che è il piano di Dio.
Io invece direi che è per entrambi i motivi!
Incontri fortunati e destini segnati
Le strade del male segue le vicende di tre famiglie allargate che nel corso di un ventennio si intrecceranno nei modi più incredibili, tra l’Ohio e la West Virginia. Il protagonista sul quale convergeranno tutte le storyline è Arvin Russell, interpretato da Tom Holland. Il film parte proprio con il racconto della sua storia, a partire dal primo incontro dei suoi genitori: Willard, un magnetico Bill Skarsgard, e Charlotte. Gli eventi precipiteranno presto e costringeranno il piccolo a trasferirsi a casa della nonna paterna insieme ad uno zio e alla sorellastra. Lenora, in realtà, ha anche lei una storia travagliata alle spalle che l’ha condotta a vivere a casa della nonna di Arvin. Proprio lo stesso giorno che Willard conobbe Charlotte, nella stessa tavola calda si incontrarono anche Sandy (Riley Keough) e Carl (Jason Clarke). Una coppia che iniziò a coltivare un hobby molto particolare! Nonostante Lee, fratello di Sandy ed interpretato da Sebastian Stan, sia lo sceriffo della Contea nonché invischiato in alcuni loschi traffici.
Ossessioni religiose e folli predicatori
Costante per tutte le 2 ore e 20 di film è la centralità data alla religione. In Le strade del male la fede viene espressa in modo plateale dai predicatori sui pulpiti delle chiese e in modo distorto da alcuni personaggi. La paura della morte permea tutto il film, ognuno cerca di esorcizzare come può qualcosa che accade all’improvviso. Questa sensazione la sentirà anche lo spettatore quando in molte scene alcuni personaggi subiranno una risoluzione tragica. Interessante esempio di schizofrenia religiosa sarà Roy, il padre naturale di Lenora e la sua storia malata.
Il Male si nasconde nei luoghi più impensabili
Altra figura centrale ne Le strade del male sarà quella del reverendo Teagardin arrivato in città da poco. Robert Pattinson regala un’altra ottima performance, con un personaggio che riesce a risultare viscido ma allo stesso tempo affascinante. La religione, volta a promettere una salvezza dalle miserie umane, diventa un pericolo ancora maggiore per i protagonisti. Arvin, per tutta la sua vita, avrà costanti esempi di come la fede cieca possa sfociare in atteggiamenti sbagliati. Non perché siano dettati solo dalla fede, ma perché decisi dalle azioni sbagliate dell’uomo, che sia suo padre Willard o il reverendo Teagardin.
Un puzzle fatto più di tensione che di reale violenza
La struttura narrativa di Le strade del male assomiglia ad un film diretto da Tarantino, Pulp Fiction su tutti. Tante storie ad incastro che, piano piano, si intersecheranno sempre di più fino ad un drammatico finale. Il pulp, marchio di fabbrica del regista di Knoxville, qui invece viene solo accennato. Antonio Campos è più intenzionato a mostrare la tensione che cresce, di pari passo come il malessere nell’animo dei personaggi. Il suo rimane un gioco psicologico che sfocia nella violenza di alcune scene, ma mostrando solo lo stretto necessario all’avanzamento della narrazione.