Il 1973 segna uno sconvolgimento epocale per la storia dell’Horror: William Friedkin dirige L’Esorcista, traendo la sceneggiatura del film dall’omonimo romanzo di successo del 1971, scritto dallo stesso autore e produttore del film, William Peter Blatty.
Il romanzo era stato a sua volta ispirato da un articolo del Washington Post dell’agosto 1949 che narrava di un presunto esorcismo praticato ad un ragazzo di 14 anni a Mount Rainer, nel Maryland; tra i possibili fenomeni soprannaturali descritti nell’articolo, poi rilanciati anche da altri quotidiani, vi erano movimenti autonomi del letto del ragazzo, del materasso, di una pesante poltrona e altri oggetti minori, rumori inspiegabili provenienti dai muri e grida del ragazzo in latino, una lingua che non aveva mai studiato.
Trai film più acclamati e censurati in assoluto, ha avuto due sequel: L’esorcista II – L’eretico del 1977, L’esorcista III del 1990 e una riedizione in versione integrale del 2000, con circa undici minuti di scene inedite.
La trama, che tutti conoscerete, parte da lontano, in un sito archeologico dell’antica città di Ninive, nell’Iraq del Nord, dove viene dissotterrata una statuetta che raffigura il volto del demone Pazuzu. Uno degli archeologi presenti, Lankester Merrin, sacerdote cattolico anziano e malato di cuore, rimane molto turbato dal ritrovamento.. Ci ritroviamo poi a Georgetown, quartiere di Washington, dove l’attrice Chris MacNeil è insieme alla figlia dodicenne Regan per le riprese di un film. Regan trova, nella casa dove vivono, una tavola ouija e giocando con essa evoca il demone Pazuzu, che la inganna dicendole di essere Capitan Gaio. Questo è solo l’inizio dell’ incubo.
Stranezze o coincidenze?
Negli anni seguenti l’uscita del film si diffusero alcune voci secondo le quali i set utilizzati per le riprese fossero stati protagonisti di eventi soprannaturali o addirittura indicati come «maledetti». Sebbene diversi si rivelarono falsi o non vennero confermati, destinati quindi a diventare leggende metropolitane, alcuni «strani avvenimenti» accompagnarono effettivamente la fase di produzione e l’uscita nelle sale:
dopo due giorni di riprese, un corto circuito provocò un incendio che distrusse quasi interamente gli interni della casa dei protagonisti, causando un ritardo per le riprese di diverse settimane e danni per 200.000 dollari. L’unica parte a salvarsi dalle fiamme era stata la camera da letto di Regan;
una moderna macchina di refrigerazione costata 50.000 dollari accusò molti malfunzionamenti; nove persone tutte legate direttamente o indirettamente al film morirono durante le riprese. Tra di esse il fratello di Max Von Sydow, la nonna di Linda Blair, il figlio appena nato di un tecnico e l’addetto alla refrigerazione del set; Jack MacGowran, il cui personaggio muore anch’esso nel film, morì qualche mese prima dell’uscita del film nelle sale;
il figlio di Jason Miller, Jordan, ebbe un incidente di moto mentre faceva visita al padre sul set; Ellen Burstyn e Linda Blair riportarono problemi alla schiena, la prima dopo un incidente sul set accusò danni permanenti alla colonna vertebrale.
Avvenne inoltre la sparizione della gigantesca statua del demone assiro Pazuzu che, spedita in Iraq per le riprese del prologo, finì per qualche oscuro motivo a Hong Kong, dove fu fortunatamente recuperata all’ultimo momento Secondo il giornalista di American Hollywood Joe Hyams, a Roma, in una piazza nelle vicinanze del cinema Metropolitan che stava proiettando il film, una croce alta oltre due metri, dopo essere stata colpita da un fulmine, cadde dal tetto di una Chiesa dove era stata posata circa 400 anni prima.
Paul Bateson, l’attore che interpreta l’infermiere con la barbetta, venne arrestato nel 1979 per essere un serial killer di omosessuali: a lui si sarebbe ispirato Friedkin per il suo Cruising.
Una serie di strane coincidenze, che con ogni probabilità non hanno nulla a che vedere col film e la sua realizzazione, ma che danno un ulteriore tocco di mistero all’atmosfera che si cela intorno e all’interno dell’Esorcista.