In piena ondata di thrilling all’italiana d’ispirazione argentiana, con tanto di animali annessi un po’ a caso nei titoli, spunta nel 1972 un anomalo e in parte innovativo giallo di ambientazione archeologica ben radicato nella provincia italiana. L’etrusco uccide ancora.
TRAMA
Jason è un archeologo americano impegnato in una serie di scavi nella necropoli di Cerveteri. Dopo aver scoperto una tomba etrusca decorata con inquietanti affreschi, l’uomo si trova coinvolto in una serie di efferati delitti che sembrano essere ispirati proprio dal suo lavoro.
IL FUTURO PARTENDO DAL PASSATO
L’etrusco uccide ancora è un film che vive di storia e di un legame profondo con il nostro passato. Nonostante ciò riesce ad essere moderno in un periodo nel quale il giallo all’italiana iniziava a diventare ripetitivo, rincorrendo i successi riscossi da Argento in quegli anni e proponendo all’infinito storie più o meno morbose, che però poco si discostavano dalle ispirazioni del maestro romano.
L’etrusco uccide ancora cerca di sovvertire la tendenza, facendo un passo indietro rispetto alle ambientazioni cittadine (magari estere) o vacanziere di tendenza (come quelle dei gialli di Umberto Lenzi) e vira nel provincialismo più verace e intrigante di località come Spoleto e Cerveteri.
GIOCARE IN CASA
Ed è proprio l’italianità spinta delle locations di L’etrusco uccide ancora il primo punto di rottura con le tendenze dell’epoca. Certo gli attori stranieri non mancano ed un tocco d’internazionalità è sempre garantito per comprensibili motivi distributivi, ma adesso il fulcro del racconto è nostrano e scava nel proprio nelle nostre radici storiche, creando un ponte (di paura) tra riti lontani e vizi moderni.
NON SOLO STORIA
Come se non bastasse, L’etrusco uccide ancora si spinge oltre e propone l’utilizzo di musica classica (dal Requiem di Verdi) per scene di commento di delitti e di crescita della tensione. Argento lo farà più avanti (Opera) e come lui molti altri, ma è proprio il film di Armando Crispino ad avere questa felice ed innovativa intuizione. Storia quindi, ma anche musica classica, con un direttore d’orchestra tiranno e violento tra i protagonisti, senza dimenticare un coreografo con il quale sta lavorando ad una rappresentazione teatrale. L’etrusco uccide ancora è un thriller calato orgogliosamente nelle arti e nei mestieri del paese che lo ospita.
LO STEREOTIPO UCCIDE ANCORA
Non di sole luci brilla la pellicola di Crispino, regista dimenticato che ha al sua attivo comunque due perle notevoli considerando anche il successivo Macchie solari. In L’etrusco uccide ancora diverse cose non convincono. Tra queste, in particolare, la personalizzazione dei ruoli, tagliati un po’ con l’accetta e ricchi di stereotipi. Dal protagonista alcolizzato e macho al direttore d’orchestra talentuoso e irascibile al coreografo omosessuale, tutto nei personaggi porta al già visto e non eleva il film dalla media del piatto stile che all’epoca tratteggiava le parti nel cinema di genere.
DA VEDERE PERCHE’
Nonostante alcuni dialoghi abbastanza banali ed una soluzione finale che convince a metà, L’etrusco uccide ancora è un ottimo esempio di thrilling italico che riesce a capitalizzare al meglio locations uniche rendendole protagoniste aggiuntive di una pellicola che affascina e inquieta, cercando di essere originale.