Il precariato e il mondo del lavoro in Corea del Sud nella prima italiana di “Light for the Youth”, seguito, in prima serata, dal noir “Idol”, tra i migliori film del 2019 in Corea del Sud.
Uno sguardo amaro sulla difficile condizione vissuta dai giovani che, affacciatisi al mondo del lavoro, rischiano di rimanerne schiacciati è al centro di “Light for the Youth”, della regista Shin Su-won, che sarà proiettato, in prima italiana, durante la 4/a giornata del Florence Korea Film Fest, sabato 26 settembre alle ore 18 al cinema La Compagnia di Firenze. Segue incontro virtuale con la regista (ingresso 5 euro pomeriggio, 6 euro serale).
La regista, già conosciuta al pubblico del festival perché vincitrice di premi in due delle precedenti edizioni, racconta di June, diciannovenneche lavora in un call center per il recupero crediti. Gli orari sono disumani e le modalità in cui le telefonate vengono svolte sono troppo crudeli per lui. La manager del call center, madre di una ragazza dell’età di June, prova simpatia per lui, ma è anch’essa vittima dello stesso sistema. La sparizione di June apre gli occhi della donna sui rischi che corrono i giovani nell’affacciarsi a un universo così competitivo.
In prima serata, alle ore 21, protagonista il noir “Idol”, secondo lungometraggio del regista Lee Su-jin, per la sezione Orizzonti coreani, uno dei miglior incassi del 2019 in Corea del Sud. La carriera politica di Koo Myung-hui sta andando molto bene fino al giorno in cui, rientrando a casa, trova nel garage il cadavere di un uomo che suo figlio ha accidentalmente investito. La vittima, un giovane mentalmente ritardato, verrà riconosciuta da suo padre Joong-sik, un uomo semplice ma determinato a scoprire la verità sulla scomparsa del figlio. C’è infatti un elemento in sospeso: la moglie della vittima, che era con lui al momento dell’incidente, risulta scomparsa.
La quarta giornata del festival inizia alle 15 con la sezione K-History e la pellicola “1987 When the day comes” che catapulta lo spettatoredirettamente negli anni ’80, in un altro interessante periodo storico in cui il popolo coreano, per la prima volta, protesta contro il governo dittatoriale in nome dei diritti civili. Il thriller politico, del regista Jang Joon-hwan, ricostruisce fatti realmente accaduti nel 1987. La morte di uno studente universitario per mano della polizia richiama la strage avvenuta nel 1980 a Gwangju e mostra il malcontento delle giovani generazioni verso il sistema dittatoriale e tirannico di quel periodo storico coreano.
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